AL DI LÀ DELLE EMOZIONI
UNO SGUARDO SULL'ANSIA E SULLA PAURA
a cura di Franca Mancini psicologa, psicoterapeuta e caporedattore Scritturaviva - La Voce del Recensore
Tutte le nostre emozioni, compresa l’ansia e la paura sono naturali e di per se stesse utili all’adattamento. Basti pensare che, senza la loro attivazione, l'uomo non sarebbe sopravvissuto e non sopravviverebbe ai pericoli. Esse si differenziano in base al tipo di minaccia percepita, sia presunta che reale, la quale innesca una risposta di lotta o di fuga, oppure uno stato di apprensione per un evento futuro. Per esempio, se nel corso di una passeggiata in campagna si incontrano dei cani randagi, si ha paura; se invece, sempre durante la stessa passeggiata, si teme di incontrare dei cani randagi questa è ansia. Senza dubbio, oggi viviamo una paura più che mai viva e reale poiché attivata da uno stimolo eccessivamente pericoloso: il COVID - 19. Non solo rappresenta una minaccia oggettiva ma la preoccupazione costante su come fuggire e salvarsi. Più o meno consapevolmente tentiamo di gestire queste emozioni, per canalizzare al meglio la tensione e lo stress quotidiano, per affrontare al meglio il percorso di cambiamento e di adattamento. L’unico quesito che si potrebbe sollevare è se lo facciamo in modo “normale” o “diversamente normale”. Prendendo spunto dal pensiero filosofico di Friedrich Nietzsche, probabilmente una modalità o una soluzione, vera o falsa che sia, non conta; vale solo se accelera e conserva la vita, mantiene e sviluppa la specie. In altre parole, vale se contribuisce al benessere personale e sociale. Anche dietro un "grande dolore", come quello della pandemia, l’esperienza emotiva unisce e umanizza, esprime il bisogno dell’anima di liberarsi dalle paure e dalle incertezze, dai fantasmi del passato e del futuro; un bisogno necessario affinché l'anima sviluppi con se stessa e gli atri un rapporto sincero e sempre più autentico. Un rapporto comunque funzionale per sopravvivere, che permette di entrare in un gioco esistenziale tra "normale" e "diversamente normale", dove la verità non è mai assoluta. Dove parlano le emozioni e i cambiamenti. Dove ora, al di là delle differenze geografiche e culturali, si parla con lo stesso linguaggio emotivo per condividere differenti stati d’animo, che siano l’ansia e la paura, il dolore e la tristezza, come la gioia e la speranza. Infine, dove è importante non tanto misurare le emozioni ma riconoscere il loro diritto di esistere. Mai come in questo periodo l’anima è assetata di verità sull’uomo, su come esso agisce, quali siano i suoi valori, i veri sentimenti e quale sia il suo destino. Un uomo fragile ma completo che, pur vivendo in solitudine, partecipa alla vita sociale e non manca di trovare nuovi spunti di riflessione, di riconoscere che l’emozione non ha confini e non conosce tempo. Al di là delle emozioni, "del bene e del male" in senso filosofico, pertanto, non finiremo mai di imparare dall’ esperienza, di difendere e conservare la vita, ricominciando con un fare e un pensare diverso, magari più creativo e originale.
Franca Mancini