L'AVVENTUROSO PERCORSO SCRITTORIO TRA LIBERTÀ E SCELTE RESPONSABILI
di Teresa Laterza
La pubblicazione di un libro è solo il punto di partenza di un imprevedibile percorso che condurrà lo scrittore a compiere delle scelte e a far sì che la sua opera emerga dalla moltitudine degli scritti o che, al contrario, rimanga nell'ambito limitato della propria cerchia di conoscenze. Comprensibile è l'euforia che investe gli scrittori nel momento in cui realizzano il sogno della propria vita: la pubblicazione, soprattutto se sono alla prima opera. Chi scrive sa cosa significhi toccare con mano il proprio libro che ha richiesto dedizione, sacrificio e notti insonni, considerando che scrivere non sia solo passione e piacere. Ma la vera avventura, quella che consentirà agli scrittori di dar voce al marasma di parole "mute", è quella che avrà inizio dopo la pubblicazione, attraverso la promozione che necessiterà che siano gli autori stessi a schierarsi in prima linea, scegliendo liberamente i canali promozionali che potranno dare visibilità e il giusto merito alle loro opere. Diverse buone Case Editrici si occupano seriamente anche della promozione degli scritti attraverso presentazioni, presenza alle fiere, a eventi culturali ecc. Tuttavia, poiché i nostri scritti sono come figli, sarebbe anche giusto e responsabile occuparcene in prima persona, sentendoci liberi di aderire alle opportunità che certo non mancano nel panorama artistico-culturale. Quindi sì alle presentazioni, alle interviste, alle recensioni, alle note critiche e a tutto ciò che può far parlare, efficacemente, di noi scrittori. Ma come orientarsi nella vastità di offerte promozionali? C'è da dire che tutto ruota intorno a due parole chiave: professionalità e competenza. Sì, perché, per quanto l'autore possa sentirsi gratificato nel farsi intervistare o recensire dall'amico del cuore, il passaggio di contenuti non può limitarsi alla mera sfera affettivo-emotiva, ma necessita dell'esperienza di persone esperte che sappiano non solo stabilire un contatto empatico con gli autori, ma anche e soprattutto comunicare efficacemente sui contenuti degli scritti. La comunicazione efficace non può, quindi, giungere da chi si improvvisa relatore, mediatore, recensore. Come per ogni ambito di competenza, anche in quello relativo alla promozione degli autori è necessario un percorso di esperienze all'interno del vasto, e non sempre facile, orizzonte editoriale che richiede, necessariamente, del tempo oltre alla passione e alla dedizione. Il rischio, altrimenti, sarebbe ottenere solo un punto di vista, un parere fine a se stesso. Questo non significa che un'intervista condotta da un neofita e pubblicata in rete, sui social, non possa sortire interesse nel lettore; tuttavia, se desideriamo trattare i nostri scritti realmente come figli, sarà opportuno informarci sulla serietà e professionalità di chi, dall'altra parte, dovrà assolvere al delicato compito di argomentare e incuriosire sui nostri libri. Nel momento in cui, autonomamente, ci sentiremo liberi di scegliere e valutare i percorsi promozionali più adeguati al raggiungimento della visibilità, intesa come modalità di condivisione dei nostri iscritti, allora saremo già a buon punto. Del resto scrivere è donare, condividere, riuscire ad arrivare efficacemente ed empaticamente al lettore. A questo punto un importante nodo che necessita di essere sbrogliato è quello relativo al "contributo culturale". È giusto per gli autori contribuire economicamente per la realizzazione di una recensione? Se chi si occupa della promozione degli autori è un team di professionisti competenti, con un proprio spazio culturale (sito, giornale ecc...) nel quale sono indicati, alla sezione redazione, i nomi di tutti i collaboratori, che hanno alle spalle un cammino in campo editoriale, scrittorio e di pubblicazioni di articoli, editing, note critiche, recensioni, libri, allora la risposta è sicuramente sì. Questo perché, in tal caso, non si parlerebbe di recensioni sporadiche o occasionali bensì di un impegno costante, svolto da parte di un gruppo di professionisti che mettono a disposizione sia il loro tempo, per leggere le opere letterarie e valutare l'eventualità di una recensione, sia le loro competenze per la realizzazione della stessa. Del resto la gratuità nuoce alla qualità. È chiaro che non si possano chiedere agli autori cifre esorbitanti, non sarebbe onesto né eticamente corretto, ma non si può nemmeno pretendere che un professionista faccia il suo lavoro in maniera completamente gratuita. Quindi è giusto che lo spazio culturale, addetto alla promozione delle opere letterarie degli autori, si avvalga di contributi simbolici a sostegno della cultura. Contributi che consentano ai professionisti la sussistenza dello spazio culturale finalizzato alla promozione delle opere letterarie degli autori ritenuti meritevoli. È giusto riconoscere ai professionisti il proprio valore. Contribuire alla cultura è un dovere e un segno di civiltà. Recensire è un serio impegno per la responsabilità di comunicare efficacemente sul valore delle opere letterarie, al fine di incuriosire ed invogliare il potenziale lettore. La comunicazione efficace non passa solo attraverso i contenuti ma anche attraverso l'uso di un linguaggio grammaticale corretto. Una recensione ad hoc sarà il frutto del lavoro di persone competenti. Per questo affiderei loro una mia opera per una recensione. La serietà di uno spazio culturale, come segno di distinzione, prevede la chiarezza nello specificare, fin dall'inizio, che non tutte le opere lette e valutate saranno, poi, soggette a recensione. Uno spazio serio non sarà interessato a denigrare o a parlare male di un libro, così come non sarà interessato ad esprimere giudizi edulcorati o eccessivamente lusinghieri. Onestà e correttezza saranno le chiavi. Che scrittura viva sia, quindi, affinché i nostri figli cartacei siano meritevolmente rappresentati.