DIETRO LE "MASCHERINE": TIMORE O PROTEZIONE?

DI FRANCA MANCINI PSICOLOGA, PSICOTERAPEUTA E CAPOREDATTORE SCRITTURAVIVA - LA VOCE DEL RECENSORE

La vulnerabilità emotiva è una condizione che fa parte dell'essere umano e può riguardare chiunque, specialmente nelle situazioni più importanti che stravolgono la nostra realtà e le nostre abitudini quotidiane. Ogni cosa che oggi ci impedisce di godere della natura, della compagnia degli amici, di fare un viaggio, di socializzare, in altre parole di scoprire il mondo, sembra ridurre le nostre potenzialità o il nostro criterio di efficienza. Seppur persi in uno stato di smarrimento esistenziale dilagante, non manca lo sforzo di trovare codici di comportamento condivisi e salutari, e quindi il bisogno di seguire un percorso comune e più lineare. Anche se uno di questi codici, sia praticamente che virtualmente, è rappresentato da una "mascherina", non sempre questa protegge le nostre fragilità e debolezze interiori facendoci sfiorire nell’isolamento e in una sorta di silenzio generale. Combattuti tra il comprensibile "timore" - quale espressione di un rilevante disagio interiore - e il desiderio di "protezione" per non mettere a rischio noi stessi e gli altri, intanto ci interroghiamo e ci adeguiamo a questo codice di sopravvivenza. Non è difficile cogliere le fragilità di una regola o protezione così innaturale. Nei limiti delle nostre possibilità, sembriamo solamente gestiti ma non ‘assistiti’ da chi possiede il pieno controllo delle decisioni che ci riguardano. Per fortuna, non tutte. Percepire e cogliere le emozioni nei volti degli altri rimane la nostra più grande prerogativa, a dispetto di una mascherina. Anche se non è facile rilevare le sfumature nell’espressione facciale, soprattutto quando cerchiamo di "nasconderci", tutto l’ambiente intorno a noi è ricco di informazioni, che vengono filtrate ed elaborate dai nostri sensi. Un ambiente che, nonostante tutto, attraverso forme, suoni, odori, sapori e la luce del sole risponde alle nostre esigenze di armonia e ci fa cogliere ogni elemento che regola il nostro benessere. Quando fluiscono e non ostacolano il nostro pensiero, le nostre sensazioni ci aiutano a vivere in modo più creativo ed intelligente. Scelte e selezionate nella maniera giusta, non possono che essere facilitatori dei processi di pensiero per affrontare con grinta ed energia questa sfida importante della Pandemia. Semplicemente per mettere a frutto la nostra intelligenza emotiva, utilizzando alcune abilità cognitive: percepire, impiegare, comprendere e gestire informazioni non razionali. E magari per imparare ad utilizzare al meglio e in modo più efficace tutti i nostri stati d’animo, anche quelli negativi, che siano legati al timore o all’ansia di proteggerci per non essere contagiati - e non solo con una mascherina. Il che significa saper distinguere, tra i sentimenti e le emozioni proprie e altrui, ogni utile informazione per guidare i nostri pensieri e le nostre azioni. Ora più che mai, anche una minaccia reale si può trasformare in un motore eccezionale per cambiare e ricominciare. Superare la stanchezza, per esempio con qualche esercizio fisico, e riscoprire la propria energia e vitalità, con riflessioni positive e costruttive, può davvero suscitare una trasformazione emotiva importante, può aiutare a controllare le emozioni e guidare il nostro destino. Può creare un miglior rapporto con l'ambiente e con noi stessi.