LA LETTERATURA PER L'INFANZIA

LA LETTERATURA PER L'INFANZIA

QUEL RAPPORTO COSÌ SPECIALE CHE SI CREA TRA I BAMBINI E I LORO LIBRI

di Enza Salpietro

Ho sempre considerato il fanciullo alle prese con i suoi libri come un universo a sé stante, da cui si dipartono a raggiera i vari modi tramite i quali un bambino utilizza la sua conoscenza. Il termine preferito dei bambini ritorna in determinate situazioni a mo' di ritornello, faccio riferimento al famoso “perché”. Tutto ciò che è nuovo - e a quell'età è veramente tanto - stimola la loro curiosità, va approfondito, diventa occasione di dialogo con i compagnetti, con l'insegnante, con la famiglia. I libri sono, per molti aspetti, gli strumenti ideali per soddisfare l'immensa curiosità dei bambini, la loro grande sete di conoscenza, il bisogno impellente di entusiasmarsi, di ridere, di piangere, di acquisire nuove immagini, di imparare nuove parole, di incamerare quante più informazioni possibili. Da qui la grande attenzione che si presta da sempre ai contenuti della letteratura per l'infanzia e la necessità di rispettare la genuinità dei bambini. Il rapporto tra il bambino e le pagine che lui stesso legge o che altri leggono per lui si basa su una fiducia estrema, perché egli assimila tutto quello che legge o ascolta con facilità, la sua mente è “libera" nel senso più vero della parola, libera soprattutto da condizionamenti e ampiamente disponibile. Viene così a crearsi un rapporto affettivo, intimo, tra il piccolo proprietario e il “suo" libro. Di solito, quando un bambino legge si diverte a creare la scena nella propria mente, interagendo così con il libro, un libro che si trasforma in uno spazio concreto dove lui ha un ruolo attivo, coinvolgendolo. Risulta così fondamentale attenzionare il contenuto dei libri per l'infanzia. L'infanzia è una fase cruciale della vita di ogni essere umano. Rodari, scrittore e “teorico dell'infanzia”, ha letto questa fase della nostra esistenza come “un'età creativa” che dovrebbe essere necessariamente “liberata" da eventuali ideologie, «potenziandone la specificità e l'indipendenza (...) attraverso la creatività e la divergenza», come leggiamo in Tre immagini d'infanzia di F. Cambi. Centrale, di conseguenza, il posto da assegnare alla scuola, luogo per eccellenza della socializzazione, dove la creatività dei ragazzini si può sviluppare nel migliore dei modi. Tenendo sempre presente che tutto quello che apprendiamo da piccoli rimane per sempre dentro di noi, condizionando inevitabilmente la nostra evoluzione in quanto “individui", non bisogna trascurare il fatto che la letteratura per l'infanzia è scritta da “adulti”. Partendo da questa consapevolezza diventa indispensabile tener conto anche e soprattutto dell' “onestà intellettuale” dello scrittore che si rivolge a un destinatario estremamente “ingenuo”. Si pensi ai numerosi libri che offrono dei “modelli" di ragazzi e che “veicolano" i più svariati insegnamenti educativi. Da sempre la letteratura per l'infanzia ruota intorno ad alcuni aspetti centrali della fanciullezza: l'evasione, il viaggio, la libertà, la fantasia, l'avventura. In questo tipo di racconti i piccoli trovano non solo svago e divertimento, ma anche una ragion d'essere, il senso della loro esistenza, perché l'infanzia è anche, fra l'altro, bisogno di sicurezza, ricerca di modelli con cui identificarsi. Durante la fanciullezza si accoglie tutto ciò che si legge con grande entusiasmo e con una fiducia che sfiora l'incoscienza. È un'età potenzialmente libera dove gli adulti intervengono con determinati percorsi formativi, ma è anche un’età estremamente complessa, e di questa inevitabile complessità la letteratura dell'infanzia deve tener conto.