LA MAPPA EMOTIVA E LA SUA IDEA NARRATIVA
Percezione, racconto e percorso.
La struttura più semplice di mappa emotiva non è solo quella con cui siamo stati educati, cioè quella che rappresenta oggi la superficie dei nostri stati d'animo come vista dall'alto o da un occhio esterno. Più che altro è quella legata al bisogno di fissare i luoghi o le esperienze di un viaggio interiore, di avere il promemoria della successione degli eventi. In altre parole, di avere il tracciato di un percorso di vita. In senso narrativo, il seguire un percorso emotivo dall'inizio alla fine del viaggio crea una speciale soddisfazione - sia oggettiva che percettiva - di cui tutti siamo portatori sani. La necessità di comprendere la dimensione dei nostri sentimenti nel “tempo” e in un “percorso” individuale è all'origine della mappa emotiva. Tempo come vissuto emotivo proiettato nel futuro, come presenza di ostacoli che si incontrano nel viaggio e si trasformano in modo dinamico, a prescindere dalla nostra volontà. La carta dei nostri sentimenti presuppone un'idea narrativa ed è concepita in funzione di un itinerario rivoluzionario in cui tutti camminiamo come viandanti. Il problema dello stile di camminare è forse quello di trasmettere in forma psicologica l'esperienza. Se utilizziamo la “mappa” come strumento espressivo non possiamo prescindere dal corpo in movimento, sia che lasci una traccia oppure no, sia che risvegli la percezione dello spazio e l'evidenza dell'esperienza oppure no. Quando il camminare rappresenta un’azione che incide sul luogo dei nostri sentimenti è un atto che disegna uno stato mentale sul “terreno” e che quindi può essere riportato sulla mappa emotiva su cui vedere come possiamo funzionare. Una volta disegnate le nostre emozioni, a cominciare dalla gioia fino alla rabbia, si può percorrere la mappa al suo interno attraversando i bordi della personalità, lungo le sue sfumature. Una base su cui progettare i propri itinerari emotivi e scegliere il luogo su cui camminare o fare un’altra esperienza. Ogni movimento interiore, oltre ad essere un’azione è anche un'impronta, una forma che si può sovrapporre a quelle già esistenti contemporaneamente sulla realtà e sulla mappa. Il mondo diventa allora un immenso territorio da esplorare, un affascinante spazio su cui emozionarsi camminando. Un supporto che non è un semplice elenco delle emozioni, ma un intrigato disegno di sentimenti passati e presenti su cui aggiungere le opportune modifiche per quelli futuri. Percorrendo le emozioni sovrapposte o complementari alla “carta della vita”, il corpo del viandante annota gli eventi del viaggio, le sensazioni, gli ostacoli, i pericoli, il variare del temperamento. Racconta e percepisce l’evoluzione del Sé. Sul corpo in movimento si riflette la struttura emotiva della sua Personalità… in una narrazione che continua per tutta la vita!
Franca Mancini