…VITE RESE… ANIME SOSPESE
di Massimo Zucca
Amici imprevisti
a cura di Simona Fiorucci
Una storia avvincente quella di Massimo Zucca, autore dell’opera letteraria narrativa … Vite rese… anime sospese (BookSprint Edizioni 2019, pp. 376, euro 19,90), alla sua prima esperienza scrittoria. L’autore narra la storia di due realtà di vita profondamente diverse ma, per alcune circostanze fortuite, paradossalmente simili e, all’interno di tale narrazione si incastrano, abilmente, le vite di vari personaggi.
Sono i dialoghi, argutamente ricamati dallo scrittore, a rappresentare la struttura portante di tutto il narrato, mentre la descrizione degli ambienti esterni ed interni appare volutamente, a tratti, sfumata per lasciare al lettore ampio respiro all’immaginazione.
Lo stile, per la maggior parte colloquiale, appunto, consente una precisa lettura, quasi un’immagine fotografica, degli stati d’animo dei diversi protagonisti. In effetti, non esiste un primo attore della storia, ma ognuno, a turno, con il proprio vissuto diventa, di volta in volta, il personaggio principale. Al centro del racconto vi è, però, un sentimento d’amicizia, filo rosso e punto focale del racconto, che sboccia imprevedibilmente tra Vito, un miliardario, e An, agente segreto superstite di un naufragio e clandestino in fuga dal suo passato. Sarà fondamentalmente la perdita di un affetto familiare nella vita di entrambi a legare i due uomini fino a giungere a un’impensabile alleanza. Momenti tristi, concitati, di sconforto, tensione, rabbia, vendetta e timore si alternano a situazioni di quotidianità più dolci, pacate, a volte romantiche e a tratti umoristiche. Sembra, quindi, non mancare nulla al romanzo di Massimo Zucca dove tutto aleggia in una situazione di incertezza, quasi da avvertire, soprattutto in alcuni passi, quella sensazione di camminare sospesi, proprio come l’autore evidenzia nel titolo, con la curiosità di scoprire cosa accadrà ai personaggi che si avvicendano.
Di particolare rilievo risulta la considerazione, l’attenzione e il rispetto che l’autore riserva alla spontaneità infantile capace di provocare reazioni positive negli adulti. Con una descrizione narrativa romanzata l’autore riesce a toccare tematiche delicate e importanti quali l’accoglienza dello straniero, la violenza sulle donne, la visione pulita della realtà da parte dei bambini che, con l’animo puro, al di là di ogni pregiudizio, costruzione sociale, diversa appartenenza etnica, sono spontaneamente simili e in sintonia.
È proprio la caratteristica dialogica del romanzo, che non solo consente di cogliere con più facilità gli stati d’animo dei personaggi, ma anche la complessità di ogni essere umano a ricordarci che all’interno di ognuno di noi convivono due forze opposte: la luce e l’ombra, il bene e il male. Solo accettando la presenza della dualità (positiva/negativa) nella personalità umana, come del resto sosteneva lo psicanalista Carl Gustav Jung, e imparando a conciliarle, è possibile vivere armoniosamente l’esistenza. Interessante risulta, quindi, anche la particolare attenzione alla mente umana, resa rilevante dallo scrittore con il personaggio di Camil, psicologa, donna colta, astuta e senza scrupoli che riserva a dei violentatori un trattamento “speciale”… probabilmente quello che ogni donna partorisce nei meandri segreti della sua mente quando sente parlare dell’ennesima violenza lasciata impunita o, nel peggiore dei casi, quando a subirla è lei in prima persona. Un intreccio di racconti, di verità nascoste, di prove, di lealtà, di solidarietà che invitano a riflettere sulle tante inquietanti realtà e contraddizioni del nostro tempo in cui dilagano, purtroppo, il pregiudizio, l’egoismo, l’ignoranza e la paura.
È una storia a lieto fine, anche se tale fine fa pensare ad un prosieguo, quella di Massimo Zucca, una di quelle che si ha il piacere di leggere tutte d’un fiato, avvertendo al termine un senso di giustizia, anche se i modi per perseguire quest’ultima, in un caso particolare, rimangono di certo discutibili.
Per chi volesse entrare in un mondo dove tutto è possibile consiglio vivamente questo libro. Un plauso all’autore per il contenuto del romanzo e per aver saputo ben amalgamare le diverse vicende che s’incastrano e si completano armoniosamente. Si notano alcune lievi imperfezioni, riguardanti la stesura, attribuibili sicuramente alla prima esperienza dello scrittore che si annuncia promettente.
NOTE BIOGRAFICHE DELL'AUTORE
Massimo Zucca nasce a Trieste nel 1965. L’autore pubblica il primo libro … Vite rese… anime sospese con la BookSprint Edizioni nel luglio 2019, e il secondo libro, Calde anime... in bolle... di vite gelide, sempre con la BookSprint, nel novembre 2019. Il primo libro è stato presentato al Salone Internazionale del Libro di Torino. L’autore è prossimo alla pubblicazione di un nuovo romanzo.
INTERVISTA ALL'AUTORE
Come nasce ... Vite rese... anime sospese?
Ho fatto il tipografo per trentasette anni; in poche parole ero dall’altra parte della barricata... li stampavo i libri, prima di scriverli. Poi, per varie vicissitudini, ho lasciato la professione e ho acquistato un computer. Ho sempre letto molto. Mi piace leggere per lo più romanzi d’avventura. Ho provato con questo mio primo libro a mettermi in gioco per vedere se riuscivo a narrare qualcosa d’interessante. Spero di esserci riuscito.
Nel suo romanzo è riuscito ad incastonare abilmente diversi personaggi, ognuno con una sua storia. Come nascono i suoi personaggi? Si ispira a persone reali o è tutto frutto della sua inventiva?
I personaggi di un romanzo sono tutto. Danno vita a una realtà che è frutto della fantasia, devono avere una loro filosofia, seguirla fino a che il romanzo finisce. Quando li ho fatti nascere mi sono immedesimato in loro, li ho resi felici, tristi, in una sequenza che li ha fatti apparire quasi reali... almeno dentro di me. Le loro storie mi hanno dato da sole la trama, che non finisce con il primo romanzo.
Cosa significa scrivere per Massimo Zucca?
Scrivere è qualcosa che non pensavo mi rendesse così libero di esprimere i miei pensieri assieme alle emozioni. Scrivere è l’unica cosa che oggi mi dà soddisfazione... Forse questo era un sogno nel cassetto che non sapevo di avere, ma adesso che ho aperto quel cassetto non vorrei più chiuderlo.
Con quest’opera letteraria ha voluto lasciare ai lettori qualche messaggio in particolare?
Io sono un figlio di esuli istriani. La storia ci insegna che l’unica differenza esistente tra un esule e un clandestino è solo un pezzo di carta, dove sono segnati i dati anagrafici delle persone. Ed in questa differenza ci si possono mettere le persone che s’incontrano. Nel mio romanzo è proprio la differenza tra come potrebbe essere e come invece va la storia che rende possibile tutto quello che succede all’interno. Qualche volta tutto si riduce alla fortuna. Ma tutto dipende, naturalmente, dalle persone che s’incontrano nell’arco della vita, ed è questo che fa veramente la differenza. Nulla è mai sicuro nell’esistenza e basta poco per rendere tutto fosco ed incerto... Ciò rende il futuro di tutti noi sospeso nella vita, nella speranza che tutto ritorni certo e sicuro. È questo, chiaramente, anche il senso del titolo … Vite rese … Anime sospese.
Se dovesse collocare il suo romanzo all’interno di un genere letterario, quale sarebbe?
È un romanzo d’avventura con pezzi di storia recente, frammenti di realtà e l’aggiunta di sprazzi di romanticismo. Il tutto alla fine porta alla speranza che forse esista in questo mondo qualcuno disposto a sacrificarsi per gli altri.