I TEMPI DELL’ANIMA di Stefania Aurigemma

Pillole di saggezza

a cura di Teresa Laterza

Intensa e autentica è la raccolta di versi I tempi dell’anima, (Luca Pensa editore, anno 2019, pp. 124) di Stefania Aurigemma. Sono riflessioni, estemporanee di sentimenti ed emozioni, saggi aforismi dove l’oggettività dello spazio e del tempo si scompone, frantumandosi, per poi ricostruirsi in quella delicata soggettività dell’anima che l’autrice ricama abilmente con una capacità empatica-comunicativa fuori dal comune. Quello dell’autrice è un viaggio fuori e dentro di sé, un leggersi, un ascoltarsi fino in fondo, nelle sue ferite e domande, nel tentativo di equilibrare la parte razionale, ligia, responsabile con quella creativa, sbarazzina, vibrante che è l’essenza stessa dell’artista. Nella necessità di ritrovare se stessa, di tornare a casa, in quei luoghi dell’io dove l’anima è pura essenza e autenticità, dove è possibile ancora sorprendersi e meravigliarsi, l’autrice decanta la semplicità e la bellezza della vita come esprime in modo chiaro in questi versi: «Poco occorre per star bene / piccole e preziose gioie. / Poco occorre per apprezzare la vita / e le meraviglie che offre quotidianamente / a piene mani.» Com'è possibile in questa realtà sempre di corsa, disordinata e frastornata, imparare a godere dell’attimo? Ecco giungere i consigli dell’autrice che invita, con i suoi versi, il lettore a riflettere: «Rifletti. / Cerca soluzioni che diano un senso a questa vita / che passa in un batter d’ali / facendo sì di goderne gioie e preziosità». Sono pillole di saggezza, dunque, quelle di Stefania Aurigemma che, mettendosi in disparte, quasi in punta di piedi osserva, medita e proferisce. I versi dell’autrice hanno tutta la consistenza di un cammino personale - spirituale attraverso quella famosa scala della consapevolezza che l’autrice ha percorso per raggiungere un “equilibrio”, una maturità che le consente, ora, di vivere con serenità la sua vita nella certezza di sapere chi è e cosa vuole. Anche se la necessità della ricerca di quel senso profondo, trascendentale, misterioso è sempre presente, l’autrice rimane centrata, grazie alla consapevolezza raggiunta, saldata al suo essere, ai suoi valori, alla sua educazione che spesso, però, rivendicano quell’esigenza di maggiore libertà: troppa educazione cela sentimenti freddi e misurati, scrive l’autrice. A chi affidare, dunque, questo arduo compito di mediare tra rigore e sentimento se non alla poesia? È fondamentale, osserva l’autrice, sapersi concedere quegli spazi alternativi importanti, perché regalarsi, ogni tanto, anche un giorno per sé, “divergere” dalla regola, dal dovere, è fonte di respiro, di libertà, che si esprime in quella contraddizione dell’esserci che ci caratterizza come esseri umani. Non solo la poesia, ma l’arte in genere consente di farci sentire davvero liberi e Stefania Aurigemma sul pentagramma dei suoi versi compone e propone il suo canto libero. La libertà di cui l’autrice parla, non è solo quella individuale… essa è intesa, o meglio avvertita, in senso universale e si esprime nella considerazione e nel rispetto del prossimo, nell’ascolto, nell’assenza di giudizio, nel rispetto della diversità dal sé: «Guarda all’altro in quanto tale / non come tua estensione: / ha risorse proprie che nulla hanno di tuo / se non lo sguardo che ne cattura le energie / e si rigenera nutrendosi di fresco stupore». Quello dell’autrice è un pensiero, quindi, che scavalca l’io, che oltrepassa la dimensione ristretta dell’identità. Il suo è uno spalancare le porte, un aprirsi a orizzonti altri che implicano l’amore, senza il quale nulla ha senso. Così l’alterità diviene motivo di arricchimento e miglioramento. Non mancano riflessioni sui panorami della natura, sulle stagioni e sugli stati d’animo scaturiti dall’osservazione del creato… e tutto torna, inevitabilmente, all’Uno perché la decantazione della bellezza è amore e l’amore è poesia e autenticità in quanto: «Il poeta non dissimula. / La sua scrittura è guidata / da un vibrante, acuto sentire / che via via cura, lima e raffina.» Un plauso all’autrice che, con questa sua raccolta di versi, invita non solo a riflettere, ma consegna al lettore consigli utili su come approcciarsi alla vita.

INTERVISTA ALL’AUTRICE STEFANIA AURIGEMMA

Come nasce la sua passione per la scrittura?

Sono psicologa del lavoro, esperta nello sviluppo dei comportamenti organizzativi efficaci. Il mio mestiere, a diretto contatto con realtà aziendali pubbliche e private, mi ha portato negli anni ad esprimere un Animus forte e determinato. Un lutto doloroso ha aperto nel tempo la strada ad una trasformazione interiore che ha proceduto nella direzione di una espressione prevalente dell’Anima, intesa nell’accezione junghiana, ossia di quella componente di ipersensibilità che è in grado di porre in relazione il conscio con l’inconscio. Questa trasformazione ha dato vita ad una necessità espressiva che ha trovato nella scrittura la strada più naturale. Ho iniziato a scrivere sul mio profilo Facebook e poi, rincuorata dalle risposte positive di chi mostrava di leggere con interesse i miei brevi post, ho aperto, grazie ad un’amica, una Pagina dal titolo Lettere dalle Nuvole che è poi rimasta il veicolo espressivo per i miei pensieri scritti sotto forma di breve prosa poetica.

I tempi dell’anima: quale il motivo del titolo di questa raccolta di versi e riflessioni?

Il titolo è la sintesi delle modificazioni interiori di cui ho parlato nella precedente domanda. La mia vita ha messo in luce, in tempi diversi, modi differenti di esprimere l’ Anima. Le trasformazioni, impreviste e imprevedibili, di cui la mia vita è testimonianza, sono state l’espressione di una necessità interiore irrefrenabile e non di una volontà consapevole. I testi, nei quali il lettore ha spesso mostrato di riconoscersi, come in una sorta di “gioco di proiezioni”, sono pensieri espressi in forma di “frammenti” - così mi piace definirli - ovvero riflessioni esistenziali, comuni a molti, che hanno forse il vantaggio di essere espressi in una lucida forma dal taglio poetico: può sembrare un ossimoro, e forse lo è, ma credo sia l’originalità e la chiave del successo di questi testi.

Cosa significa scrivere per Stefania Aurigemma?

Scrivere, alzandosi spesso in piena notte per rispondere al desiderio di mettere nero su bianco quanto si “sente”, significa esprimere una creatività libera ma allo stesso tempo competente che affonda le proprie radici in alcuni principi psicologici che sostengono e danno forma ai pensieri. Trovo che un buon numero dei testi del libro abbia infatti una valenza pedagogica, frutto di un’esigenza espressiva emotiva coniugata ad una padronanza comportamentale tecnica e razionale.

La poesia secondo lei può contribuire a migliorare la società? Se è sì, in che modo?

Penso che le arti in generale, espressione di bellezza e di armonia, rappresentino uno scrigno prezioso a cui fare ricorso per dare senso e significato alla vita, troppo spesso consumata in fretta e in modo distratto e superficiale. In merito alla poesia, il primo beneficiario è il poeta stesso per la funzione catartica e a volte terapeutica che ha la scrittura. Nel caso del mio libro, i lettori esprimono molto spesso di vivere una risonanza tra i testi e le loro emozioni e mi piace pensare che ne traggano un beneficio, una cura per l’anima.

Quali messaggi ha voluto trasmettere con questa raccolta?

Esprime emozioni e sentimenti in maniera autentica, veicola messaggi orientati ai valori della grazia, della gentilezza, in una cornice mai retorica. Non risponde ad un disegno ma nel volume sono raccolte molte “riflessioni competenti” su vari temi esistenziali e di relazione interpersonale: la fragilità, l’introversione, la dolcezza, il talento, l’educazione sentimentale per citarne solo alcuni.

Ha in cantiere qualche altro progetto artistico?

Continuo a scrivere sulla Pagina Facebook che nel tempo ha mutato il suo nome in Lettere di Stefania Aurigemma espressione di un mutamento di approccio rispetto all’iniziale sentire fortemente legato all’esperienza di lutto e di memoria. Non so se questi nuovi frammenti che pure incontrano il favore dei lettori, sempre molto cari e positivi verso i miei scritti, si tramuterà in un altro progetto ma sicuramente non abbandonerò i momenti creativi in cui vivo ogni volta una gratificazione interiore a cui non credo di poter rinunciare.