L’AMORE NON SI COMPRA
di Martina Pace
Oltre il dolore, il senso alla vita
a cura di Alessandra Ferraro
È una raccolta poetica raffinata e dalle tante sfumature L’amore non si compra (self publishing Youcanprint, anno 2019, pagg. 95) dell’autrice Martina Pace che con naturalezza riesce a solcare le pieghe dell’anima meditando, interrogandosi e cercando quelle risposte, anche esistenziali, tanto agognate. La vita, l’amore, la perdita, la violenza sulle donne sono le principali tematiche che inducono l’autrice a comporre i versi di questa deliziosa silloge. Il viaggio poetico di Martina Pace è un procedere gradualmente verso l’ambita meta della consapevolezza, di quella presa di coscienza che nulla vi è di più prezioso, necessario e liberatorio del mostrarsi per ciò che si è, senza più nascondersi in “armature” né temere il giudizio altrui: «Bisognerebbe abbracciare / i propri errori e le proprie paure, / le incertezze, i pensieri, / i sogni infranti e quelli ancora intatti». (Dalla poesia Sentiva). La consapevolezza implica la libertà che, come scrive l’autrice, non è mai negli occhi e nelle bocche degli altri, bensì è una meta celata dentro il nostro cuore. Siamo comunque di fronte ad una poesia che abbraccia l’universale in quanto non limitata a un semplice atto di ripiegamento in se stessi, a un soliloquio sterile, ma rivolta anche ai mali e alle brutture della nostra società. L’autrice avverte, infatti, il malessere di un mondo spietato, ingiusto, egoista, irrispettoso, che giudica facilmente, che si sporca di sangue perché non riesce a comunicare e sottolinea come in questo mondo sia «necessario imparare a combattere con armi pari con le parole e non con il fuoco… basta comunicare, aprire i cervelli, esprimere i propri diritti». Un cammino lungo e coraggioso quello di Martina Pace nelle cui pagine, inclini alla ricerca di conforto e armonia, riecheggia inizialmente lo stampo leopardiano che regalandoci il suo dolore riesce, comunque, a renderlo bellezza e poesia. Ma il pessimismo iniziale dell’autrice subisce una metamorfosi progressiva fino a capovolgersi del tutto giungendo a quella domanda che sembra aprire alla vista e al cuore orizzonti nuovi, possibilità all’origine impensabili... ed è così che la sofferenza in qualche modo si placa: «… E se la risposta a tutto fosse la fede e l’amore?» si domanda l’autrice. La stessa fede e l’amore che nei versi sembrano inizialmente concetti sfumati, non facilmente definibili, si evolvono fino all’approdo in quella sua personale dimensione di pacatezza e serenità d’animo che, nella sofferenza, nell’interrogarsi sul mistero della vita e della morte, le lasciano una speranza: «E probabilmente / così come la vita non è eterna / anche la morte lo sarà. / Il cessare di un battito dura solo un istante / e poi il tutto ricomincia / il ciclo della vita e dell’universo…». Ed è questo il senso dell’amore universale, di quel sentimento che sopravvive, si trasforma e si rigenera di continuo. È in esso che vi sono le risposte al nostro indagare a quel viaggio chiamato vita che spesso ci mette a dura prova. Nonostante l’autrice affermi che la vita sia, appunto, dolore, sofferenza, difficoltà, si dimostra saldamente attaccata a essa come racconta nella poesia Cadere che nonostante il titolo è un inno alla vita: «Cadere è rialzarsi mille volte / più forti di prima / e sentire quella spinta dentro / che è vita perché nonostante tutto / io amo questa vita / e non potrei farne a meno / per niente al mondo / e questa vita si chiama viaggio / musica, amore / e ricordati di inventare / ogni giorno il suo futuro». La poesia di Martina Pace, resa particolarmente viva dall’importante considerazione per l’amore, la fede e la speranza, non può che essere anche poesia di ringraziamento per coloro che circondano la sua esistenza con il loro affetto e sostegno, ma anche per coloro che hanno rappresentato per l’autrice un punto di riferimento importante, che, purtroppo, non ci sono più e ai quali dedica la stessa silloge. Un’opera di indubbio spessore che mostra una straordinaria miscela di sensibilità romantica e “tecnica” modernista. Un connubio perfetto tra “ragione” e sentimento perché là dove le delusioni, le sofferenze lasciano spesso l’uomo in balia della tempesta, interviene il senso dell’esserci nel suo significato più ampio a riportare il tutto a un “ordine” in cui si riesce a conoscersi e riconoscersi oltre il visibile e il contingente fino a quella necessaria consapevolezza dell’io più autentico.
INTERVISTA ALL’AUTRICE MARTINA PACE
Cos’è per Martina Pace la poesia?
La poesia è la voce dell’anima, un canto libero delle emozioni da trasferire su carta in modo che restino indelebili.
Da dove nasce la sua ispirazione poetica?
Sin da quando ero piccola ho avuto una forte ispirazione poetica, la musica mi ispira molto, quando sento che ho da comunicare qualcosa all’esterno metto le cuffiette e mi chiudo nel mio mondo, cosi nasce la mia ispirazione.
C’è qualche poeta al quale si sente particolarmente affine?
Poeti con cui mi sento affine, direi Alda Merini.
A cosa serve secondo lei oggi la poesia?
Al giorno d’oggi la poesia è molto importante, ritengo che sia un importante momento di riflessione e un meraviglioso modo di comunicare attraverso le parole.
Quali consigli darebbe ai giovani che volessero approcciarsi alla poesia?
Ai giovani che vogliono approcciarsi, consiglierei di non badare molto alle critiche di chi non sa apprezzare il romanticismo poetico e di seguire i propri istinti poetici.
NOTE BIOGRAFICHE DELL'AUTRICE
Martina Pace è nata in Abruzzo ed è Psicologa Clinica esperta in DSA e Criminologia. Sin da piccola ama trasferire sulla carta i propri pensieri in modo che restino indelebili. Tra le sue opere vi sono Il Mio Universo (Progetto Stampa - Atessa), a seguire Il Mio Ego (Aletti Editore, Roma), Momenti Di Vita (Arduino Sacco Editore, Roma), Il Canto Dell’Amore (Arduino Sacco Editore, Roma), nelle quali racchiude tutti i suoi pensieri sul mondo e dà vita al suo Io interiore, fino alla presente raccolta di racconti Storie Di Vita (Irdi-Destinazione Arte) sul tema della violenza sulle donne. Esordisce con il suo nuovo racconto intitolato Non Lasciarmi nel 2018 (una storia d’amore), pubblicato con Irdi-Destinazione Arte. Antologie: Verrà il mattino e avrà un tuo verso (Aletti Editore, Roma), Poeti-Poesia (Pagine, Elio Pecora), Penne On The Road (Arduino Sacco Editore, Roma). Nel 2017 vince il premio Internazionale Narrativa Città di Firenze (narrativa) con la raccolta di racconti Storie di Vita. Nel 2018 vince il premio Internazionale Narrativa Città di Firenze nella sezione narrativa con il racconto d’amore Non Lasciarmi.