RICOMINCIO DA ME - I RICORDI DI UNA VITA
di Alan Petris
Recensione a cura di Daniela A. Sabato
Ricomincio da me – I ricordi di una vita è il titolo della silloge a più temi nata dalla penna del poeta Alan Petris (edita da Booksprint Edizioni, anno 2019, pagg. 57). Si tratta di una raccolta di componenti in versi contemporanei in cui emerge con chiarezza la vena sensibile e malinconica dell’autore, tipica, in particolare, di alcuni noti poeti del XIX secolo. Le poesie sono composte da strofe libere e caratterizzate, a tratti, da rime alternate. Parole e stati d’animo divengono un tutt’uno e le emozioni avvolgono, ammaliato, il lettore che in ogni componimento ritrova preziosi insegnamenti e spunti di riflessione. Impegnato nella fotografia, nel disegno astratto e amante della Pop Art, l’artista possiede una creatività e un estro poetico peculiare. Affascinato dalla lettura di opere letterarie in versi come quelle di Emily Dickinson e Charles bukowski, Petris conserva uno stile personale romantico e dark impreziosito da un espressivo “spirito ribelle”. La poesia in Petris è quel bisogno impellente di esprimere il tumulto interiore di emozioni, divenute incontenibili, attraverso sentimenti e riflessioni che necessitano di essere impresse su carta, garantendo un “per sempre”. Uno scatto fotografico, insomma, capace di far rimanere intatto ogni minimo dettaglio. Il poeta attratto dal “misterioso accordo” stabilito tra l’amore e il dolore, reso ormai noto da alcuni artisti di spiccata notorietà storica, decide di mutare i suoi silenzi in palpiti, ed ecco nascere questa silloge dalle tonalità emotive cangianti. Tuttavia il dolore può trovare conforto fra le braccia di un sogno; l’autore a tal proposito scrive: «Voglio addormentarmi senza dire una parola perché è l’unico modo per rivederti ancora». L’amore profondo nei confronti di una donna, anche se a volte non più corrisposto, è fonte di grande ispirazione per un poeta. Diverse poesie di cui è composta la silloge trattano di un amore finito, sofferto; ma questa fine sedimentata e metabolizzata sviluppa in Alan Petris una saggezza a dir poco invidiabile. Lo si percepisce in L’amore è importante, colpisce in particolar modo una frase ricolma di significato: «Amiamoci per amare veramente». La sua concezione dell’amore vissuto come un tormento alimentato da una forte passione ricorda per alcuni versi il noto Edgar Allan Poe, lo si evince, ad esempio, nella poesia Piove nella quale Alan Petris scrive: «Questo autunno piovoso mi illude, vorrei essere un corvo e volare lontano, oppure mi basterebbe la tua mano, ti prego salvami…». Nelle travagliate strofe di Alan Petris è percettibile il desiderio di proseguire guardando oltre, lasciandosi dietro tutte le amarezze e distruggendo quei pensieri che alimentano l’incertezza impedendogli la corsa verso la serenità e l’oltre. Cosciente di quanto sia terapeutica la paura scrive: «La paura bisogna guardarla con rispetto». L’amore è il sentimento che prevale su tutto… È per amore che nascono parole toccanti e indimenticabili e il poeta riesce a coglierne ogni sfumatura con estrema naturalezza. La sua abilità nel giocare con le rime la si nota nella poesia Perché dovrei ancora amarti? In cui emerge la capacità dell’autore di scombinare, a suo piacere, espressioni e armonie, spezzando quello che le leggi metriche impongono e stravolgendo le strutture poetiche, apparentemente intoccabili, dando così spazio alla creatività. Infatti la poesia Perchè dovrei ancora amarti è leggibile dall’alto verso il basso e viceversa. È un viaggio interiore profondo e accattivante questa raccolta di Alan Petris impreziosita da versi incisivi come nella poesia Tieniti pronto, un inno all’ottimismo e alla speranza: «tieniti pronta a vivere il miglior capitolo della tua vita, sento che il tuo futuro sarà meraviglioso.» Si evince da alcuni strofe la necessità di un cambiamento interiore: ricominciare da se stessi è il primo passo verso nuove e stimolanti avventure, verso l’orizzonte del possibile… Sembra proprio essere questo il messaggio centrale di tutta la silloge. Un invito a “spegnere” le lacrime e riaccendere i sorrisi, al rispetto di se stessi, alla possibilità di orizzonti nuovi dove tutto può accadere e rinascere.
INTERVISTA
Come nasce per Alan Petris la passione per la poesia?
In realtà nasce dalle scuole superiori, ho sempre scritto ma avevo paura di essere discriminato e preso in giro in quegli anni. Ho riscoperto la poesia anni dopo grazie al mio amico Valentino Cibert, che leggendo qualche mia poesia mi ha fatto diversi complimenti e mi ha regalato un libro di Bukowski. Avendo la stessa passione ci siamo avvicinati molto e ho trasformato la mia paura di essere giudicato in coraggio per dare forza e speranza al lettore e cerando di aiutarlo ad immedesimarsi nei versi della mia vita. Ho iniziato a scrivere seriamente quando mi sono lasciato con la mia ragazza e il dolore era talmente forte che ho compreso che l’unico modo attraverso il quale avrei potuto guarire sarebbe stato la scrittura, riflettendo suoi momenti della mia relazione. Successivamente mi sono ammalato di una malattia rara: algodistrofia. Mi è stata diagnosticata una necrosi femorale. Sto aspettando di operarmi cosi potrò ritornare a una vita normale. Non potendo muovermi, per i forti dolori, mi sono gettato a capofitto nella scrittura dando un senso in più alla vita.
Esistono poeti del passato ai quali si potrebbe in qualche modo avvicinare il suo modo di fare poesia?
Sicuramente mi hanno influenzato e mi sono immedesimato in diversi poeti: Bukowski, Neruda, Pessoa, Emily Dickinson... finendo con un poeta friulano come me, Pierluigi Cappello. Credo di aver fuso diversi modi di scrivere, interpretando a modo mio la poesia che deve essere diretta, emozionante ma soprattutto empatica.
Secondo lei quale funzione ha la poesia nella società contemporanea?
Attualmente ritengo che la poesia, purtroppo, non abbia la stessa importanza o visibilità di anni fa. È un mondo difficile per lo scrittore, ma credo lo sia di più per il poeta. Siamo bombardati da una comunicazione veloce, rumorosa, roboante, fatta di slogan sintetici che non ci chiedono di fermarci troppo a pensare e che, anzi, mirano a sottrarsi alla criticità. Tutto ciò contrasta con la dimensione richiesta dalla poesia, ovvero quella del raccoglimento, del silenzio, di uno spazio in cui possano echeggiare solo le parole, con la pregnanza, il suono e la consistenza voluti dal poeta.
Poesia e fede sono connesse per Alan Petris?
Premetto che non sono un grande credente, la mia unica religione è cercare di essere una brava persona e non fare agli altri ciò che non vorrei fosse fatto a me. Mi piacerebbe credere a qualcosa, soprattutto per un prossimo futuro, ma ci sto ancora lavorando.
Ha in cantiere qualche altro progetto artistico poetico?
Si, ora sto scrivendo il mio prossimo libro di poesie e in contemporanea un romanzo che avrà sicuramente sfumature d’amore. Sto continuando a fare arte dipingendo su commissione, ma soprattutto per me stesso. È un modo per coccolarmi ed entrare in un mondo pieno di sfumature come il mio.
BIOGRAFIA
Alan Petris nasce a Tolmezzo nel 1989 da genitori Carnici. La madre nata in un piccolo Borgo “Siega” frazione di Socchieve, il padre a Lateis frazione paradisiaca di Sauris in provincia di Udine. All’età di tre anni si trasferisce a Faedis dove adesso risiede. Diplomato nel 2008 come grafico, visto il periodo di difficoltà nel trovare un'occupazione affine alle sue inclinazioni, si è adattato a svolgere diversi lavori. Sempre con la passione artistica oltre alla passione per la fotografia, disegna caricature per vari eventi e si è specializzato in quadri astratti e Pop Art. Ha, inoltre, partecipato come comparsa nel telefilm “Volevo fare la Rockstar” andato in onda su Rai 2 e al nuovo film di Alessandro Gassman “Non odiare”. Ha iniziato a scrivere da giovanissimo ma con il timore di essere giudicato. Ha comunque voluto provare ad emozionare e ad emozionarsi. Si è appassionato alla poesia qualche anno fa leggendo Charles Bukowski ed Emily Dickinson, innamorandosi della linea sottile tra dolore e amore.