CUORI D’ACCIAIO: COME RICONOSCERE UNA RELAZIONE TOSSICA E GUARIRE SE STESSI

di Evelina Muscarello

Conoscenza, consapevolezza e amore per se stessi

di Teresa Laterza 

 

«Niente accade per caso; tutte le esperienze che viviamo servono alla nostra crescita interiore; le sofferenze ci fanno diventare più consapevoli di noi stessi e del mondo che ci circonda; non dobbiamo considerarle solo eventi sfortunati». È questo, non solo un passaggio significativo, ma anche uno dei messaggi più incisivi dell’opera letteraria (disponibile su Amazon in versione cartacea e e-book) Cuori d’acciaio: come riconoscere una relazione tossica e guarire se stessi (Bruno Editore, anno di pubblicazione 2019, cartaceo pagg. 144) di Evelina Muscarello. L’autrice affronta l’annoso problema del narcisismo e delle conseguenze nelle quali, purtroppo, precipitano le vittime di turno. Sì, perché non tutti sono capaci di riconoscere i narcisisti e soprattutto non tutti hanno la forza o gli strumenti per contrastarli. Evelina Muscarello attraverso un "saggio romanzato" riesce ad avvincere il lettore raccontando una storia verosimile, quella di Elena, della sua fragilità e dipendenza affettiva. Sono spesso proprio le persone con queste caratteristiche e problematiche, infatti, a divenire le vittime ideali del narcisista. Si potrebbe azzardare nel dire che, se non ci fossero persone fragili, con una bassa autostima o, comunque, con problemi di dipendenza affettiva, i narcisisti non avrebbero un così grande raggio d’azione. Di primo acchito, il libro potrebbe sembrare il racconto di una donna comune nelle varie fasi di una vita apparentemente comune. In realtà l’autrice più che raccontare la storia di Elena, nella quale con certezza alcune donne, purtroppo, si identificheranno, sembra avere l’obiettivo sia di informare e mettere in guardia le possibili vittime dagli eventuali carnefici sia di delineare le caratteristiche della personalità dipendente. Non è, dunque, il solito libro in cui si narrano le avventure, o disavventure, della protagonista, ma un’opera che ha sicuramente richiesto da parte dell’autrice un attento e responsabile lavoro di ricerca in ambito non solo sociologico, e quindi in riferimento alle ripercussioni relative al benessere economico e al fenomeno dell’individualismo caratterizzante i nostri tempi, ma anche e soprattutto psicologico, per poter disegnare un profilo ben dettagliato delle due personalità patologiche. Pur mantenendo la struttura del romanzo, infatti, all’interno di ogni capitolo, durante la narrazione, l’autrice inserisce scrupolosamente i “segreti”, informazioni sulla personalità del carnefice, per poterlo riconoscere e difendersi, e sulla vittima, “segreti” che poi riscrive alla fine di ogni capitolo a mo’ di glossario. Mentre nel caso della presenza di una patologia narcisista, come evidenzia anche l’autrice, non è sempre possibile intervenire con un approccio terapeutico, poiché il narcisista non si rende conto di essere tale e quindi non chiederà l’aiuto di un professionista, nella dipendenza affettiva, invece, l’interessato che ad un certo punto riconosce di avere un problema, può richiedere un sostegno psicologico. Il padre della psicanalisi Sigmund Freud scriveva: «Noi siamo quello che siamo perché siamo stati ciò che siamo stati». Ciò significa che, inevitabilmente, il nostro passato ci condiziona, e di certo molto più di quanto pensiamo. La spiegazione di comportamenti ed esperienze, quindi, hanno, spesso, la loro ragion d’essere nel nostro passato, nella nostra infanzia ed è lì che dovremmo guardare se vogliamo capire come e perché siamo giunti ad un certo punto della nostra vita. Tuttavia, una volta consapevoli di tale influenza, possiamo sbarazzarcene e fare in modo di perseguire la vita che desideriamo. Se è vero che ognuno ha un proprio passato, è altrettanto vero che non siamo incatenati al destino. Abbiamo il potere, quindi, di cambiare il modo in cui viviamo il nostro presente e la prospettiva del nostro futuro. Un bambino amato, considerato, aiutato in un sano percorso di crescita, diventerà con buone probabilità un buon adulto. Al contrario, un’educazione severa e noncurante potrebbe portare il bambino a difendersi per proteggersi dal dolore dando origine alle due diverse e deleterie personalità: il dipendente affettivo, insicuro e sempre alla ricerca di conferme, e il narcisista, concentrato sulla soddisfazione dei propri bisogni, incapace di amare. L’opera letteraria della Muscarello, al di là dell’interessante storia di speranze, aspettative, e traversie varie della protagonista, rappresenta un modo intelligente per essere solidali con chi si dovesse trovare nella situazione di Elena, la quale, comunque, solo dopo essere discesa negli inferi e aver toccato il fondo, riesce a trovare la forza per riemergere. Con un buon bagaglio di conoscenze in merito alla personalità dipendente affettiva (e un'adeguata consapevolezza sui propri dinamismi interni, considerando che il vero motore che fa scattare il cambiamento è proprio questo processo interno dato che un conto è sapere e un conto è sentire) e narcisista ci si può difendere, giocando d’anticipo e correndo ai ripari. Tuttavia, non sempre è sufficiente conoscere per agire. Le personalità particolarmente fragili necessitano di strumenti che solo dei professionisti competenti possono fornire. Per chi volesse, dunque, avventurarsi in una storia coinvolgente e conoscere astuzie e stratagemmi del narcisista seriale, così come problemi e limiti della personalità dipendente, il libro Cuori d’acciaio della Musciarello è sicuramente un’opera letteraria di spessore, utilissima e vivamente consigliata. Magari i narcisisti potrebbero riconoscersi nel personaggio di Vittorio descritto dall’autrice e i dipendenti affettivi in quello di Elena, e maturare l’idea di un cambiamento. Un plauso all’autrice per la scorrevolezza del testo e per l’abilità di trattare argomenti così delicati in una versione finemente romanzata.

INTERVISTA ALL' AUTRICE

Come nasce l’idea di scrivere questo libro?

Sono sempre stata un’appassionata di temi sociali e, nonostante la mole di libri, articoli di giornale, saggi e film sul narcisismo, ho voluto dare il mio contributo su questo tema di grande attualità, dal punto di vista della vittima del narcisista: il dipendente affettivo. In particolare ho cercato di mettere in luce la figura di una tipologia di narcisista, il narcisista “covert”, una personalità passiva/aggressiva che, spesso, si nasconde dietro una maschera di perbenismo, bontà e simpatia.

Il narciso in che modo è vittima e carnefice?

Il narcisista, pur avendo subito un trauma nell’infanzia, ha reagito chiudendosi all’amore incondizionato e da quel momento ha indossato una “maschera” per proteggersi dalla sofferenza che ha provato e che non vuole più provare; la maschera che indossa, paradossalmente, lo rende schiavo di un’immagine di sé fittizia che non corrisponde alla sua vera natura. Egli è una personalità fragile che ha bisogno dell’amore e dell’ammirazione altrui per sopravvivere, dunque, è vittima di se stesso; allo stesso tempo è carnefice perché è incapace di sentimenti autentici e duraturi. Si infatua continuamente, ma le sue relazioni amorose non giungono mai in profondità e finiscono sul più bello, con sofferenza e stupore per il dipendente affettivo, che non comprende le motivazioni alla base della fine della relazione.

Quali potrebbero essere potenzialmente le vittime dei narcisisti?

Le vittime dei narcisisti sono generalmente, i dipendenti affettivi, personalità empatiche ma molto fragili, bisognose d’amore e con scarsa autostima.

Quali messaggi importanti ha voluto trasmettere con questo suo libro?

Con il mio racconto romanzato ho voluto rivolgermi al dipendente affettivo per spiegare che esiste una via d’uscita da questa penosa condizione psicologica; nel momento in cui si diventa consapevoli di avere un problema, bisogna farsi aiutare da professionisti competenti come gli psicoterapeuti che possono aiutare a guarire ed a cambiare positivamente la propria vita.

Ha altri progetti letterari in cantiere?

Si, sto scrivendo un racconto che penso possa essere una variazione sul tema del narcisismo, ma ancora è troppo presto per delinearne i contenuti; posso solo anticipare che il tema della “relazione tossica” sarà presente.

​BIOGRAFIA

Evelina Muscarello è nata a Messina nel febbraio del 1970; è sposata e mamma di Benedetto e Davide. Dopo il diploma di Ragioniere, prosegue gli studi all’Università degli Studi di Messina diplomandosi in Statistica. Riprende a studiare anni dopo e nel 2012 si laurea, sempre all’Università degli Studi di Messina, in Scienze delle Relazioni Internazionali. Nel 2015, consegue la Laurea Magistrale in Servizio Sociale e Politiche Sociali. È iscritta all’Ordine Professionale Assistenti Sociali Regione Sicilia. Nel tempo libero si dedica alla lettura e alla scrittura. Ama la musica, i concerti live e l’Opera. Appassionata da sempre di temi sociali, negli ultimi anni ha concentrato il suo interesse sul narcisismo, la dipendenza affettiva e le relazioni d’amore tossiche. Acuta osservatrice delle nuove dinamiche relazionali tra i sessi, spera di contribuire con il suo libro a fare luce su una realtà sottostimata, quella del narcisismo dilagante, che tanto dolore porta con sé. Condividendo le sue conoscenze, spera di aiutare più persone a diventare consapevoli di se stesse e delle proprie problematiche interiori, perchè solo conoscendo se stessi è possibile avviare un processo di guarigione e di crescita personale.