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IL MIO SOGNO

Di Michelina Giannitelli

Oltre il dolore, la speranza

a cura di Teresa Laterza

Il mio sogno (Irda Edizioni, pagg. 86, anno di pubblicazione 2018) di Michelina Giannitelli è una raccolta di liriche caratterizzata da una vena triste e malinconica. Una silloge che si affaccia sull’orizzonte della vita, sui fatti e sui ricordi, cercando, di raccogliere e trattenere ciò che ancora di bello esiste. Il suo discorso poetico, pervaso da una piacevole sonorità per l’uso della rima, richiama per alcuni aspetti la scrittura tipicamente montaliana che scorrendo in modo fluido e diretto consente un’immediata trasposizione visiva. Similitudini con il grande poeta Eugenio Montale sono rintracciabili anche nell’idea che l’autrice ha della felicità. Così come per Montale essa è un barlume, una conquista estremamente fragile ed effimera, allo stesso modo per la Giannitelli essa è fugace: «Attimi di felicità / che fuggono via, / è bello crederci ma sono solo attimi. / Attimi che / riscaldano il cuore. / La felicità sembra così vicina ma poi / irraggiungibile. / E solo per un attimo, / vorresti che fosse per sempre / ma sono solo attimi, / attimi di felicità». (Dalla poesia Attimi di felicità). Quando la felicità raggiunge un’anima triste, il suo avvento improvviso rappresenta una sorta di miracolo che la rallegra e la illumina ma resta sempre una sensazione di precarietà e instabilità. Tuttavia, il pessimismo dell’autrice che è ben evidente nel momento in cui ripensa con amarezza ai torti subiti come esprime nei versi della poesia Ipocrisia: «... / La mia anima non trova pace / neanche nella bellezza della musica che / scivola via come una foglia leggera, / sull’onda dei miei pianti. /... / Quanta ipocrisia, / Quanta cattiveria / nel tuo cuore, / nelle tue promesse. / Quanta sofferenza nel mio povero cuore.», non è certo paragonabile a quella del grande poeta che, chiuso nel freddo dolore, proietta “il suo male di vivere” sul mondo circostante dando origine a una sofferenza non solo umana ma cosmica e universale. La nostra autrice, invece, riesce a fare della sofferenza la chiave di volta che le consentirà di reagire. Ed è qui che si origina la necessità di sognare. Quello dell’autrice è fondamentalmente un sogno di liberazione dai mali dell’anima che ella esprime con la necessità di rifugiarsi in una dimensione ristoratrice capace, se non di farle dimenticare, almeno di lenire le ferite inflitte dalla vita. Abbiamo tutti il diritto di sognare, e la poetessa sembra abbandonarsi tra le sue stesse braccia e mettersi all’ascolto del suo cuore attraverso ricordi di affetti ed emozioni che la natura circostante le regala divenendo poesia. La sua è una scrittura di ripiegamento interiore, di ascolto della sua anima lacerata che attende di essere rinfrancata. I suoi versi, intrisi di nostalgia, raccontano del tempo andato, ma anche di quello presente che, cullato da scenari bucolici e dal ricordo della vicinanza affettiva delle persone a lei care, si spalancano al domani. Nel suo narrato sono sì descritte malinconie, dolore, passione, silenzi, ma anche richieste di ascolto come nel suo Inno a San Michele: «... / Non lasciarmi mai Arcangelo Michele / continua a donarmi il tuo amore, ti prego. / Vuota sarebbe la mia vita senza te, / per sempre la tua lode canterò, / per sempre ti amerò.», che trovano medicamento e sollievo nella fede e nella speranza. «Verranno tempi migliori / finirà l’inverno nel cuore tuo. / Il cielo non sarà più nuvoloso, / sempre più chiaro apparirà. / Sentirai canti di cigni lontani / in un cielo sereno, / mai più triste sarai / e come in una favola, / il tuo cuore tornerà a sorridere. / Verranno tempi migliori, / il sole riscalderà il cuore tuo, / dimenticherai ogni dolore, / libera sarai e / a sognare tornerai». (Dalla poesia Speranza). Palesemente delicato risulta l’accostamento dell’autrice alla natura, in particolare ai fiori e agli alberi che hanno in sé ricordi tristi ma che sono anche forieri di buone notizie e simboli di rinascita. In un animo sensibile non poteva certo mancare la preoccupazione per la salvaguardia del nostro pianeta. L’autrice, infatti, amante della natura e delle sue meraviglie, s’interroga sul destino della nostra amata Terra messa di continuo alla prova e deturpata dall’avidità, dall’egoismo, dalla competizione e dall’odio del genere umano. Quella dell’autrice è una scrittura chiara, nuda, umile che si offre nella sua purezza più autentica. Una scrittura che conta solo sulla sua forza interna data dall’urgenza di ciò che l’alimenta: la necessità di lenire le sofferenze. Nonostante la vita non sia stata generosa con la poetessa, ella riesce a intravedere alla fine del tunnel la luce che le restituisce serenità, ristorandola come recitano i versi della poesia Ci sarà: «Ci sarà un nuovo giorno, / un nuovo sole che sorgerà. / ... / Guarda dietro l’angolo, / ... /». Una preziosa silloge da leggere e meditare.

INTERVISTA ALL’AUTRICE

Quando nasce il suo desiderio di scrivere poesie?

Il mio desiderio di scrivere poesie nasce da piccina, infatti frequentavo la quarta elementare quando scrissi la mia prima poesia dedicata al mio caro padre. Avevo circa otto anni.

Cosa rappresenta la poesia per Michelina Giannitelli?

La poesia per me rappresenta il modo di esprimere, in un discorso naturale, ciò che sento, mettendo così a nudo il mio animo.

Nella situazione che stiamo vivendo come la poesia può essere utile?

Nella situazione odierna la poesia potrebbe essere utile per far riflettere, per comunicare, esprimere i propri sentimenti e per apprezzare maggiormente il valore della vita.

La sua è una poesia dal verso libero. Cosa pensa della metrica?

Molti preferiscono scrivere poesie adottando la metrica. Personalmente preferisco il verso libero perché più spontaneo e immediato.

Cosa consiglierebbe a chi volesse accostarsi alla poesia?

A chi volesse accostarsi alla poesia consiglierei di saper cogliere gli attimi esprimendo ciò che si avverte nel profondo del cuore e dell’animo,  gestendolo con la mente e rapportandolo nello scritto. Consiglierei di scrivere spontaneamente. La poesia è arte, cultura, bellezza, libertà.

BIOGRAFIA

Michelina Giannitelli nasce nel dicembre del 1960 a Roccasecca (FR), dove resiede. All’età di otto anni scrive la sua prima poesia, in occasione del Natale, che dedica al suo caro padre. Il suo primo elogio le viene fatto dalla sua cara maestra. Studia con profitto preferendo le materie letterarie. Si diploma e nel ’91 consegue l’idoneità  all’insegnamento con voti meritevoli. Per sua scelta rinuncia ad insegnare per essere mamma a tempo pieno. Attualmente è impiegata part-time presso l’Amministrazione provinciale di Frosinone. Da alcuni anni ha deciso di tirare fuori dal cassetto le sue tante poesie, inviandole al quotidiano L’inchiesta di Cassino che ha pubblicato molte sue opere nella pagina culturale. Michelina, acuta osservatrice del mondo circostante, scrive in modo semplice e molti critici affermano che il suo scritto arriva direttamente al cuore. Nel 2018 l'autrice raccoglie una piccola parte delle sue liriche in un libro, Il Mio Sogno, edito da Irda Edizioni. Partecipa a numerosi concorsi letterari ottenendo riconoscimenti, diplomi, menzioni e classificandosi ai primi posti. Tuttora coltiva il suo interesse per la poesia che considera come un'altra figlia.