QUATTRO PASSI IN GALLERIA

Quando non vedi la fine del tunnel arredalo

di Carla Fiorentini 

Il viaggio dell’eroe

a cura di Francesca Autieri

Commovente fin dalle prime pagine, l’opera letteraria di Carla Fiorentini Quattro passi in galleria - Quando non vedi la fine del tunnel arredalo (casa editrice Youcantprint, anno di pubblicazione 2018, pagg. 154) ci conduce nei meandri di un percorso intimo e delicato, quello della malattia; non di una qualunque, bensì della cosiddetta “malattia del secolo”: il cancro, che solo a pronunciarne il nome si fa fatica. Così come accade per tutte le realtà spiacevoli, l’essere umano sembra essere “programmato” a schivarle, ad allontanarle e perfino a ignorarle. Del resto già dai suoi albori la psicanalisi spiega perfettamente come in ogni essere umano sia insito e quindi istintivo il principio del piacere ossia la ricerca del benessere e la spinta a evitare il dolore, al fine di soddisfare le esigenze biologiche e psicologiche. Se è vero che parte di quello che ci capita nella vita è conseguenza delle nostre scelte e abitudini, è altrettanto vero che una buona parte dipende dal destino… e forse è proprio quest’ultimo a motivare chi viene a trovarsi in una situazione difficile come il dover accettare di avere un cancro e lottare per ristabilire quella situazione di benessere e piacere originaria. Più che un semplice diario di malattia e cura, quest’opera è una fonte inesauribile di riflessioni personali, di teorie e modalità comportamentali che la Fiorentini matura grazie agli studi, alle letture, all’accostamento alla PNL (programmazione neurolinguistica) e a una sua personale rivisitazione di essa, per ricostruire il suo mondo andato in frantumi con la scoperta della diagnosi, per la costruzione di una relazione utile con i medici, con gli amici e i familiari e per la gestione stessa dell’esperienza di malattia come viaggio personale che l’autrice definisce dell’«eroe». Benché il libro tratti di una realtà dura da affrontare, la narrazione della Fiorentini, nonostante descriva a volte anche in modo molto cruento i momenti di sconforto e di cedimento dovuti alla chemioterapia, non risulta mai pesante. Quello che accompagna costantemente l’autrice è non solo la determinazione nella sua battaglia personale, ma la convinzione che anche in questa situazione di malattia si possa essere felici. Laureata in chimica e tecnologie farmaceutiche (con risvolti professionali ammirevoli) e occupandosi da anni per “coincidenza”, come libero professionista, della comunicazione medico-paziente, intraprende uno studio/applicazione nelle tecniche di comunicazione utili a rendere quanto più agevole possibile il suo viaggio. Per quanto si tratti di un percorso costellato di difficoltà l’autrice riesce a “divagare” dalle sue riflessioni personali “spogliandosi” di ogni ingombro e mostrandosi nella sua autenticità, senza timori. Interessanti risultano a tal proposito le sue “confessioni” in riferimento a Dio e al suo complicato rapporto con suo padre. L’autrice sembra elaborare una sua idea di Dio molto calzante con queste incisive parole: «Personalmente ritengo che Dio, da qualche anno a questa parte, venga a guardare i terrestri solo saltuariamente e passi la maggior parte del suo tempo a curare i nativi di qualche altro pianeta. Probabilmente sta pensando che occuparsi di noi sia assolutamente uno spreco di tempo e di energie poiché nel giro di non molti anni, o ci sterminiamo tra noi, o riusciamo a distruggere il pianeta, e noi con lui. D’altra parte, mettetevi nei Suoi panni: per quanto un genitore possa amare i figli, è difficile pensare di salvare chi causa le peggiori distruzioni in nome della religione, tirandolo per la giacchetta per convincerlo a stare da una parte o dall’altra. Poi, non contenti, cerchiamo altre modalità per distruggere i nostri simili e noi stessi». Quella dell’autrice è una fede più ampia, quindi, più orientale, universale direi, dove è molto sentito il concetto di spiritualità come energia positiva, sciamanica, che deriva dall’amore di più persone coese. Pur essendosi formata scientificamente e credendo nell’importanza dei farmaci ai fini della guarigione, tiene a sottolineare come il processo di guarigione non sia possibile con il solo utilizzo di sostanze chimiche. Non si può non considerare, infatti, al fine della guarigione, l’incidenza del sistema immunitario. Del resto, come riferito dalla dichiarazione dell’OMS, la salute altro non sarebbe che uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale. In base a questa realtà l’autrice si dimostra convinta del fatto che ciò che conta davvero nella vita non siano gli accadimenti in sé, bensì il modo in cui questi accadimenti, compresa la malattia, vengono vissuti ed elaborati. Ecco che la possibilità di essere felici anche in situazioni di malattia diventa possibile grazie alla piena partecipazione consapevole e a un totale coinvolgimento del paziente: siamo noi padroni di come vivere il nostro “destino”. Per questo, con una grande elasticità nello studiare, vagliare e riflettere su cosa sia utile per il processo di guarigione, la Fiorentini prende in considerazione più verità, le sue: l’inconscio, la spiritualità, la meditazione, le medicine, i farmaci ayurvedici, le “coincidenze”, come le offerte di lavoro che le vengono proposte proprio in quel periodo, andando alla ricerca del sé bambino, libero, felice, senza timori. Per tutta la narrazione non si avverte mai la resa dell’autrice, piuttosto un continuo reinventarsi, una fiducia nelle sue possibilità, e questo risulta davvero notevole, considerando la scomparsa prematura della madre quando lei era solo una bambina e la presenza di un padre svalutante. Un libro che è servito a se stessa per ascoltarsi, per lottare, migliorarsi, ma anche un grande atto d’amore per tutti coloro che si trovano o potrebbero trovarsi nella sua condizione. Il libro termina con una ricca “bibliografia”: cosa fare, consultare, leggere, un ulteriore aiuto e contributo prezioso. Un’opera letteraria di grande saggezza, spiritualità, determinazione di una donna che non si può che ammirare.

INTERVISTA

Libro profondo e prezioso il suo... quanto è stato impegnativo scriverlo?

Grazie per la definizione di libro profondo e prezioso. Scriverlo è stato un lavoro lungo, ma non impegnativo. Amo scrivere, e per me è un’attività rilassante, ed è stato proprio durante la malattia che ho scoperto quanto sia importante per me. Ero nel periodo delle terapie, non riuscivo a leggere, non ne potevo più di guardare la televisione, mi sentivo stupida e incapace, ed ero sempre stanca. Poi, un giorno, ho ricominciato a scrivere e ho scoperto con grande gioia che il mio cervello, ottenebrato per molte attività, era in piena forma quando scrivevo. Così ho finito un libro, iniziato anni prima (Volontà e Destino – l’I Ching come mentore nella vita quotidiana) e ho cominciato Quattro passi in galleria. Quella che ho pubblicato è stata poi la quarta o la quinta revisione del testo, ma credo che sia abbastanza normale scrivere e riscrivere.

Quanto è importante nella scrittura di un testo così delicato mostrarsi "nudi" nella propria autenticità?

Non è facile esporsi, e spesso si ricevono delusioni o fregature, ma si ottengono anche moltissime amicizie vere. Io ho fatto una scelta, anche sofferta, anni fa, quando ho scoperto che non riuscivo a indossare una maschera. Certo, c’è una piccolissima parte di me che nessuno conosce o avvicina, che mi tutela, una specie di nucleo minuscolo di acciaio temperato, ma per la maggior parte sono visibile e riconoscibile. E ora, a distanza di anni, uscita dall’azienda e avendo fatto la scelta di fare coaching e formazione, mi accorgo che questa mia scelta mi rende anche molto credibile e convincente. Credo che se tutti fossimo più autentici la vita sarebbe più facile.

Le donne sono fatte per lottare... quanto si ritrova in questa espressione?

Sinceramente molto poco. Può capitare di lottare, per uno scopo ben preciso, ma mi rifiuto di trasformare la vita in una lotta. Non mi tiro indietro dalla battaglia, ma non la vado a cercare. Io sono, come molte, una donna forte semplicemente perché ho dovuto imparare ad arrangiarmi. C’è un concetto, che si ritrova nella Bibbia e anche nell’I Ching: c’è un tempo per ogni cosa, anche per la lotta e per la quiete. E, come insegna il mio amato Viaggio dell’eroe, che cito nel libro e di cui parlo spesso nei miei corsi perché è uno strumento fantastico per gestire le esperienze difficili, l’esperienza è vissuta, digerita, e diventa un patrimonio solo quando si è passati attraverso tutte le fasi, tutti gli archetipi. Tra questi c’è il guerriero, ma non è l’unico.

Quattro passi in galleria, un titolo curioso, anche il sottotitolo... ci racconti meglio di questa scelta.

Il primo titolo del libro era Partecipare per vincere, per sottolineare quanto è importante che il paziente sia parte attiva nella gestione della malattia. Poi mi sono resa conto che ci volevano almeno cinque anni per essere dichiarata “in remissione” e altri cinque per parlare di guarigione: un tunnel piuttosto lungo. E mi hanno detto che era possibile una recidiva o lo sviluppo di un altro tumore. Per me vincere significava scoprire di essere felice pur essendo pienamente consapevole della situazione, ma mi sembrava che il titolo potesse creare confusione. A quel punto avevo già scritto il libro almeno un paio di volte e mi sono accorta di aver descritto quattro passi: la ricostruzione del proprio mondo, andato in frantumi con la diagnosi, stabilire una relazione efficace con i terapeuti, risistemare le relazioni affettive, che sono state modificate dalla malattia, e infine la gestione dell’esperienza, il personale Viaggio dell’eroe. Quattro passi in un lungo tunnel. Ed è stato allora che mi è venuta in mente la battuta di Geppi Cucciari, che poi ho messo come sottotitolo: quando non vedi la fine del tunnel arredalo. In fondo è quello che ho fatto: arredare il mio personale tunnel e rendermi conto che la felicità è un solido stato interiore, che può convivere benissimo con problemi e preoccupazioni.

Ha in cantiere qualche altro lavoro letterario?

Ho pubblicato da poco il mio secondo libro sull’I Ching (la mia passione): Meditando con l’I Ching, una meditazione per ogni esagramma, leggibile e fruibile anche da chi non è interessato all’aspetto oracolare dell’antico Libro dei mutamenti. E ho in corso un paio di libri, uno dei quali il mio primo romanzo: un’idea nata anni fa, tenuta nel cassetto. Chissà che non esca dal cassetto per diventare un vero libro. Però attualmente dedico tempo ed energie per tenere corsi sulla gestione delle esperienze difficili. Ne ho appena lanciato uno (Orientare le vele – in collaborazione con Digital Bench) in cui c’è una parte importante per digerire l’esperienza del Covid: credo che serva, e sto lavorando ai corsi dedicati a chi affronta la malattia grave, sia come paziente che come familiare (è difficile anche per loro). ​

BIOGRAFIA 

Carla Fiorentini. Circa 60 anni, una laurea in Chimica e Tecnologie farmaceutiche, 21 anni di lavoro in nazionali e multinazionali (e sì, anche una bella carriera), facendo parte o guidando moltissimi team internazionali e multifunzionali. Contemporaneamente portava avanti altri interessi: crescita personale, studio dell’I Ching, scrittura creativa, tecniche di comunicazione. Dal 2005 è passata alla libera professione, iniziando come consulente di management strategico. Poi ha unito le due vite con un percorso da coach (©NSL Coaching, PNL sistemica e Coach mBIT), l’approfondimento della PNL sistemica (trainer) e un progetto finalizzato di insegnamento di soft skills e tecniche di comunicazione funzionale verso target di cui conosceva bene le esigenze: medici, farmacisti e insegnanti. Fa consulenze di marketing strategico in aziende italiane e multinazionali e formazione, in particolare sulla comunicazione in ambito salute. Negli anni ha raccolto quasi 3.000 schede di valutazione compilate dai partecipanti ai corsi con valutazione buono/ottimo superiore al 90%. Nel 2015 una grave malattia la porta a costruire e insegnare percorsi per la gestione pratica delle esperienze difficili. Certificata Genio positivo®, coltiva la passione per la scrittura con la pubblicazione di diversi libri: Il Farmacista che comunica, Volontà e destino – l’I Ching come mentore nella vita quotidiana, L’eroe e il paziente, Quattro passi in galleria – quando non vedi la fine del tunnel, arredalo e Meditando con l’I Ching. www.carlafiorentini.it – www.chingecoaching.it