SENTIMENTI RUBATI di Sonia Cardia

L’altra faccia della poesia

di Francesca Autieri

La poesia non si può definire, categorizzandola, imbrigliandola in degli schemi, ma la si può solo raccontare, comunicare attraverso riflessioni scaturite da osservazioni del mondo circostante. Non sono solo gli accadimenti e le esperienze personali a essere fonte di ispirazione, ma anche i sentimenti e i vissuti altrui. Ed è questo che fa Sonia Cardia con la sua silloge Sentimenti Rubati (Poetica Edizioni, pagg. 114, anno di pubblicazione 2020). L’autrice osserva e racconta anche e soprattutto la realtà altra, e non per il piacere di farlo curiosando, ma con lo scopo di essere d’aiuto al prossimo. In questo modo l’opera poetica attraverso l’osservazione diviene analisi, riflessione, dono. Osservare è diverso da guardare. L’atto dell’osservare, infatti, implica il guardare attentamente, in profondità; è uno scrutare con gli occhi dell’anima fino a poter abbracciare il sentire altrui. È quella dimensione dell’essere che tanto Husserl quanto Edith Stein definivano empatia. L’approccio alla tematica empatica offerto dalla fenomenologia Husserliana che affronta la relazione con l’altro dal punto di vista filosofico è un’indagine sui vissuti dell’io che passano anche attraverso quelli altrui. Husserl a tal proposito scrive: «Io vedo, ascolto, faccio esperienza non solo con i miei sensi, ma anche con quelli degli altri, e gli altri non esperiscono unicamente mediante i propri sensi, ma anche con i miei; ciò si verifica attraverso il comunicarsi della presa d’atto». La partecipazione al vissuto altrui, inteso come compenetrazione empatica, è quella messa in atto dalla nostra autrice che nel definire il suo approccio poetico scrive: «I poeti sono dei grandi osservatori, con animo empatico e occhio critico. I bravi poeti sono dei sopraffini cantori di sonetti, raccontano storie, non solo le loro ma, anche degli altri, altrimenti sarebbero una copia scritta di sé stessi. I poeti regalano le proprie emozioni. I poeti sono dei “subdoli” ladri di sentimenti che entrano nelle vostre vite per trasformarle in malinconiche o cruente frasi, dolci o leggiadre. Si nutrono di anime, ma non vi lasciano dissanguati, anzi segnano un’impronta indelebile nell’anima». Significativo è il titolo della silloge che pone proprio l’accento sull’azione dell’appropriarsi dei sentimenti altrui per poi renderli di tutti, donandoli… L’autrice così spiega: «Ho osservato tanto, ho cercato di trasformare in poesia storie che non erano mie, e tramutarle in qualcosa di comune, che appartengano a tutti, in punta di piedi e con il rispetto dovuto a chi inconsapevolmente me le ha donate. Sono “Sentimenti Rubati” in buona fede, perché per un’anima che soffre, ve ne sono tante altre che da quell’anima possono ritrovare il sorriso». Varie le tematiche trattate dalla Cardia: la preziosità della vita, il senso del nostro esistere, l’importanza e la sacralità delle donne, l’amore nelle sue varie sfaccettature, il valore dell’amicizia, la felicità, il tempo, l’atteggiamento positivo, la fede, la fragilità umana, l’apparenza ostentata dei tempi moderni, la gratitudine. Le poesie della Cardia assumono l’importanza e la consistenza di preziosi consigli su come affrontare la vita; di riflessioni sul modo di guardare l’esistenza nelle sue infinite possibilità ed eventualità. Piccole perle preziose per chi, stordito e confuso da una società che insegue l’effimero, trova la giusta dimensione per riflettere su ciò che davvero conta e per incanalarsi nella giusta via del senso. Ed è questo il senso racchiuso nella poesia Felicità attraverso la quale, con una semplicità disarmante, l’autrice spiega il suo punto di vista in merito: «Cos’è la felicità? / È accettare ogni momento, / assaporare ogni istante, / superare le difficoltà, / amare senza pretendere, / vivere il momento presente, / annullare ogni torto, / ringraziare per ogni nuovo / giorno. / Felicità è gioia, / commozione, / è vita, / è una nuova nascita. / Felicità è saper dire: la mia / vita non è perfetta ma va / bene così!» La Cardia nei suoi versi esprime con forza anche l’importanza dell’essere autentici, autenticità che implica il coraggio di mostrarsi senza maschere né sotterfugi come esprime nella poesia Guai a chi: «I pensieri quelli che vengono improvvisi, / i pensieri quelli che arrivano dall’anima. / Guai a chi non riflette, a chi non si pone tante domande. / Guai a chi vive spinto dal vento, / non dice mai la propria opinione per non essere giudicato. / Guai a chi vive per il domani, a chi fa finta d’essere / la finta copia di qualcun altro. / Guai a chi simula felicità, / mostrando un lato finto… che non gli appartiene. / Guai a chi per piacere degli altri / vive una vita non sua. / Guai alle finte maschere, / agli ipocriti, / ai cattivi d’animo e / agli invidiosi. / A chi non ha idee e le ruba ad un altro. / A chi non ha talento e crede di meritarlo. / Guai a chi non vive oggi / perché domani arriverà comunque, / e chi avrà seminato gioia raccoglierà miracoli». La preoccupazione per una società che va sempre più alla deriva e nella quale i valori dell’essere vengono sostituiti a quelli dell’apparire a tutti i costi sembra essere quasi una costante nei versi dell’autrice. L’ostentare sempre benessere e felicità non è altro che una modalità malsana di rappresentare e vivere la realtà. È quello che accade anche con i social dove molti paiono continuamente assetati di medaglie e riconoscimenti da sbandierare. Cresce in questo modo l’ego e si diventa sordi all’ascolto altrui. Significativa a tal proposito è la poesia Vite fasulle: «Abbiamo perso il rispetto dell’affetto e dell’amore, / ostentiamo amicizie finte, / vite fasulle. / Ci nascondiamo dietro selfie che mostrano / l’altra faccia della medaglia, / ma pur sempre la nostra. / Condividiamo pubblicamente i momenti più / intimi della nostra vita, / invece di tenerli gelosamente stretti a noi. / Perché almeno i momenti più intimi e riservati / della nostra vita sono solo nostri e come tali / dovrebbero restare». Un scrigno prezioso, da tenere sempre a portata di mano, per ricordarci chi siamo e dove vogliamo andare, questo libro di Sonia Cardia, impreziosito con interessanti aforismi che intervallano le poesie.

INTERVISTA ALL'AUTRCE

Come nasce la sua passione per la scrittura?

Nasce fin da piccola. Ho sempre amato scrivere piccoli racconti, frasi, poesie. Ricordo che mi avevano regalato un diario segreto, quelli con il lucchetto, e dentro custodivo tutti i miei pensieri. Poi per paura che mie sorelle potessero leggerlo lo nascondevo dentro l’armadio, sotto gli abiti. In realtà erano solo i segreti dolci e ingenui di una bambina, nulla di cui vergognarsi, ma si sa da piccoli vediamo tutto in modo diverso.

Le sue poesie sono racconti scaturiti dall'osservazione del mondo circostante. Quanto importante per lei è l'aiutare tramite la parola?

Per me è fondamentale, do molta importanza sia alla parola scritta e ancor di più a quella verbale. Ho studiato PNL proprio per questa mia passione di trasmettere correttamente un messaggio, con parole che arrivino dritte al cuore e che creino empatia con il lettore.

Quali caratteristiche dovrebbe avere la poesia per essere definita tale?

Non credo che ci siano delle regole imposte per poter scrivere o fare di un concetto poesia. Credo però che alla base della poesia ci sia l’anima del poeta. La poesia deve saper raccontare, deve far provare delle emozioni, siano esse: rabbia, felicità, indignazione… la cosa importante è trasmettere qualcosa. Altra cosa che ritengo fondamentale è che chi fa poesia deve essere cosciente del fatto che non è di sua proprietà, nel momento in cui la si cede ad un lettore, diventa parte del lettore e molte volte l’interpretazione (anche se contrastante da quella del poeta che l’ha scritta) può essere completamente diversa.

Nel suo modo di fare poesia ha preso spunto da qualche poeta in particolare?

In realtà ho preso spunto solo da quello che sentivo dentro e avevo l’esigenza di raccontare, quindi potrei risponderle in modo ironico che ho preso spunto “da me stessa”. Amo però il modo poetico di raccontare della grande Alda Merini, con la quale avrei tanto voluto dialogare, ma le nostre strade non si sono mai incrociate. Ciò nonostante per le esperienze diverse di vita, non avrei potuto prendere spunto da lei, prima di tutto per rispetto nei suoi confronti e secondo perché la poesia è impossibile da emulare, perché nasce (come ho già detto) dall’anima di ogni poeta e di ogni persona che esso incontra e dal quale trae ispirazione.

Cosa consiglierebbe a chi volesse accostarsi alla scrittura poetica?

Consiglierei una cosa molto semplice, ma difficile da applicare. Ascoltare prima se stessi, sentire il proprio corpo e le sue vibrazioni. Consiglierei di stare da soli, in silenzio, o all’aria aperta tra la natura. Prendere consapevolezza prima di tutto delle cose semplici della vita e appuntare su un taccuino, ogni pensiero, o frase, scaturite da qualsiasi sensazione. Prima o poi se il momento giusto è arrivato, le poesie arrivano da sole. Io faccio così: chiudo gli occhi per un istante e dal mio silenzio interiore, le parole gridano per uscire, le dita scorrono senza sosta sulla tastiera e accompagnata dal quel dolce ticchettio, dello sbattere delle dita tra i tasti… nasce la mia poesia!

Cosa pensa del posto riservato alla poesia nella nostra società?

Purtroppo la poesia è penalizzata nel mondo editoriale, non ha lo spazio che merita. Si pensa alla poesia come a qualcosa di noioso, pesante, barboso. Invece se si guardasse alla poesia come a qualcosa che insegna e lascia un segno profondo in chi legge, allora la poesia avrebbe trovato il suo posto: non tra gli scafali in alto ad impolverarsi, ma in vetrina. Sì, proprio la vetrina dovrebbe essere il suo posto, anche solo per omaggiare i più i grandi poeti italiani che ci hanno accompagnato durante la nostra giovinezza: Giovanni Pascoli, Giuseppe Ungaretti, Gabriele D’Annunzio, Giacomo Leopardi, Salvatore Quasimodo, Giosuè Carducci, Ugo Foscolo, Ludovico Ariosto… potrei citarne ancora tantissimi altri. Da loro parte questa immensa e bellissima arte che dobbiamo imparare a coltivare e tramandare.

BIOGRAFIA DELL' AUTRICE

Sonia Cardia nasce a Cagliari nel 1978. È scrittrice, poetessa, autrice di testi musicali, conduttrice web del format ideato e creato da lei “Psicanalisi di un artista”. Inoltre da due anni è Blogger di Penna&Taccuino www.pennaetaccuino.it. Laureata in Scienze della Comunicazione è appassionata di Programmazione Neuro Linguistica e Public Speaking. Attualmente sta scrivendo la sceneggiatura del suo romanzo “Destini Separati” e ha terminato di scrivere il suo secondo romanzo che uscirà nel 2021.

Pubblicazioni: “Realmfancy” narrativa per ragazzi (2012).

La Sognatrice di Versi”(2018);

“Sentimenti Rubati” (Poetica Edizioni 2020);

“Destini Separati” (Santelli 2020);

Aura de Meije: raccolta poetica di sei autori (2020);

Habere Artem: raccolta poetica autori vari (2020);

CET Scuola Autori di Mogol 2020: raccolta di testi musicali autori vari (2019).

Ha ottenuto i seguenti riconoscimenti: La sua silloge di quindici componimenti intitolata “Ricordi, sogni e pensieri” è stata inserita all’interno della collana “Aura de Méije” (Aletti Editore 2020);

Menzione d’onore al concorso Penna d’Autore con la poesia “La scatola dei ricordi” inserita all’interno dell’antologia “terza cantica de La Divina Commedia: Il Paradiso” (A.L.I. Penna d’Autore 2020);

Il suo testo musicale “Quel che sono” è stato premiato al concorso CET Scuola Autori di Mogol (edizione 2019);

Finalista al Premio Letterario “Residenze Gregoriane” con la poesia “Due baci” (2019);

Finalista al premio letterario “Habere Artem” con la poesia “Intelletto e umiltà” (Aletti Editore 2020);

Finalista al concorso letterario “Il Tiburtino” (2020);

Finalista al XVII Concorso di Poesia d’Amore Inedita Verrà il mattino e avrà un tuo verso con la poesia “Dentro di me”(Aletti Editore 2020);

La sua poesia “Virus che unisce” è stata inserita all’interno dell’antologia “La poesia ai tempi del Coronavirus”(A.L.I. Penna d’Autore 2020).