IL MISTERO DELLE PAROLE SCOMPARSE di Antonella Rossetti

Le favole insegnano

di Daniela Sabato

Il mistero delle parole scomparse (edito da EdiGiò Edizioni, anno 2020, pagg. 17) è un’opera di indiscusso valore educativo in grado di donare un importante contributo artistico e culturale alla collettività, scuotendo le coscienze e risvegliando valori ormai sopiti. In questo arduo compito si cimenta l’autrice Antonella Rossetti che, in pochissime pagine, con semplici parole riesce ad emozionare e a coinvolgere il lettore di qualsivoglia età con una favola. Una favola “colorata”, impreziosita da simpatici disegni, attraverso la quale invita alla riflessione sull’importanza della gentilezza e non solo… La scrittrice assume, così, le vesti di un saggio consigliere in grado di indicare il percorso da intraprendere laddove si fosse smarrito il senso e l’importanza del giusto modo di relazionarsi. Che cosa sarebbe la comunicazione tra gli esseri umani, già di per sé complicata, se venisse anche privata delle buone parole, di quelle gentili che fanno tanto bene al cuore? Quanta importanza si cela dietro le parole grazie, prego, per favore? Che peso hanno certe frasi come “Ti voglio bene” “Se hai bisogno, ci sono” che ristorano e alleggeriscono l’anima? Quante volte avremo pensato che una cosa detta con garbo avrebbe sicuramente sortito una reazione diversa? In una realtà in cui prepotenza, violenza, assenza d’ascolto, pregiudizio sono delle costanti, l’opera della Rossetti ci riporta a quella genuinità e gentilezza d’intenti che risulta essere la condizione sine qua non per costruire delle relazioni fruttifere poiché dove manca il rispetto, la dolcezza, il tatto, nulla si può costruire. Le buone parole aprono varchi anche laddove si credeva impossibile entrare, quelle cattive invece ergono muri spalancando la strada a sentimenti negativi quali la cattiveria, l’odio, il rancore, la vendetta. Il dizionario della lingua italiana è ricco di parole ed esempi di frasi gentili: scusa, perdonami, sono pronto a darti una mano, sono desolato, cosa posso fare per te? Benvenuto, buona fortuna, ecc. E se ad un tratto queste preziose parole sparissero? Se, improvvisamente, non si avesse più coscienza della loro esistenza? È proprio quello che accade nella singolare storia narrata dalla nostra autrice dove, all’interno di un maestoso palazzo sulle sponde di un fiume, sorge la più imponente biblioteca del mondo. Una losca figura s’intrufola per rubare le parole gentili contenute nel libro più grande: Il vocabolario. Lo scompiglio è totale. Cosa accade? Così l’autrice racconta: «Una rovina… Oramai tutti erano diventati degli emeriti prepotenti. Ovunque regnava la cattiveria. La situazione pareva proprio senza speranza.» Intanto le parole buone sembrano essere sparite nel nulla, sottratte da quella misteriosa figura. Chi salverà la città da quel triste destino? Ecco che appare uno “straniero”, un bambino dai capelli rossi: «Nessuno lo conosceva e non sembrava nemmeno un abitante di questo mondo.» Lo “straniero” percependo subito il malessere generale degli abitanti del posto e desideroso di comprenderne la causa, inizia ad avanzare delle ipotesi. Si preoccupa per qualcosa che, comunque, non riguarda la sua comunità. Nel frattempo un girasole, simbolo di solarità – riferendosi a questo fiore eliotropico la Rossetti scrive: «Del resto il girasole, fiore dell’allegria, della gioia e dell’amore non poteva che prodigarsi per avere sempre nel mondo le parole gentili.» – testimone di alcuni dettagli dell’accaduto, ragguaglia il suo interlocutore il quale decide di intervenire, affrontando con coraggio prove impegnative, per riportare il benessere nella comunità. Come in ogni favola che si rispetti anche questa della Rossetti racchiude importanti insegnamenti e una preziosa morale. Innanzitutto il comportamento dello “straniero”, il bambino dai capelli rossi, che avrebbe potuto compiere una scelta differente come quella di proseguire per la sua strada lasciando le persone del posto in balia dello scompiglio e della prepotenza, invece sceglie di restare, di comprendere il problema e di mettersi in gioco per poterlo risolvere. Sceglie di aiutare gli altri, consapevole di non ricevere nulla in cambio. Il comportamento onorevole di questo personaggio che segna una svolta importante per il seguito della favola ci porta a riflettere sui pregiudizi che spesso abbiamo nei confronti degli stranieri, gente che appartiene a culture, Stati, città o anche solo quartieri diversi. Pensiamo sovente agli “stranieri” come persone che possono minacciare la nostra tranquillità arrecandoci del male, ed invece accade, come in questo racconto, che lo “straniero” si dimostri altruista, solidale, sensibile. Ma la favola della Rossetti insegna tanto altro, come per esempio il rispetto e l’ascolto della natura. Sì, perché essa ci parla attraverso il fruscio del vento, il moto ondoso del mare, il cinguettio degli uccelli; e in questa favola è un fiore, il girasole, ad essere portavoce di verità importanti. Le immagini si mescolano armoniosamente con le parole tanto da trasmettere, pur trattandosi di una favola, quella strana sensazione di reale, di tangibile, come se i personaggi si staccassero dalle pagine animandosi di vita propria. Antonella Rossetti fa parte di quella rosa di autori capace di condurre con dolcezza per mano il lettore verso una maggiore consapevolezza e crescita personale. Il mistero delle parole scomparse è una favola per tutte le età da leggere, consigliare e sulla quale meditare.

INTERVISTA ALL'AUTRICE 

Cosa significa scrivere per Antonella Rossetti?

Scrivere significa comunicare i valori per me importanti della vita.

Quando e come nasce la sua passione per le favole?

Le favole hanno rappresentato per me una viva passione fin da piccola. Frequentai un corso specifico a tema sulla favole dei Fratelli Grimm e solo dopo tanto tempo ho messo a frutto le nozioni acquisite provando a scriverne una anch’io.

Le favole non sono solo per bambini. Quanto si trova d'accordo con questa affermazione?

Mi trovo pienamente d’accordo. I valori che trasmettono le favole sono universali e valgono per tutti.

In che modo secondo lei le favole possono rappresentare uno strumento educativo efficace?

Le favole possono rappresentare uno strumento educativo nella modalità classica della lettura recitata ad un bambino che sia poi di stimolo per una lettura autonoma e anche per trasmettere il gusto per la lettura. Modalità efficaci possono essere rappresentate dalla realizzazione di laboratori creativi capaci di sollecitare la manualità del bambino. Altre modalità concesse dagli strumenti multimediali sono le presentazioni di video condivisibili sui canali social, nonché negli spazi riservati nell’ambito di fiere virtuali.

Ha in cantiere qualche altro lavoro letterario?

Attualmente ho in programma di concludere delle favole e realizzarne altre che ho già in mente, consapevole che la vita offre sempre nuovi spunti.

A proposito di scrittura...

Per poter scrivere ritengo sia utile avere spirito di osservazione e capacità di ascolto in modo da tradurre in parole le idee così acquisite.

BIOGRAFIA DELL'AUTRICE

Antonella Rossetti nasce a Varese il 24 luglio 1964. Vive nell’amena cittadina di Laveno sulle sponde del Lago Maggiore. Da sempre appassionata alla lettura di vari generi letterari. Lavora in uno studio commercialista. Pratica nordic walking e ama andare in bicicletta. Nel 2017 ha pubblicato Il castello misterioso e Le scarpe pazzerelle con Giovanelli Edizioni. Nel 2018 Una pietra per il Duomo nell’antologia Favole e Fiabe – Lombardia e Emilia Romagna con Historica Edizioni e L’Ocone Giovanni con EdiGio’. Nel 2019 Le principesse della tavola nell’antologia C’era una volta e C’è una Regina in rosa, edita in e-book da edizioni del Loggione. Alfredino e la magia del bosco con Tomolo-EdiGio’. Nel 2020 Il mistero delle parole scomparse con Tomolo-EdiGio’.