L’EQUILIBRISTA  di Elisabetta Turricchia

L’armonia degli opposti di Chiara Ortuso

Un romanzo colorato, impreziosito da brillante medietas. Quella che i greci chiamavano mesotes, la giusta misura, la tensione, quasi lo sforzo, oserei affermare, di reggersi, come segreti ed occulti acrobati, sulle corde tese della storia. Di quella individuale, di quella collettiva, dell’umanità. In tale maniera, l’equilibrista, acuto e pungente testo di Elisabetta Turricchia - (pagg. 176, edito da Fabio Pedrazzi - PlaceBook Publishing 2020) - racconta il tentativo di rintracciare un’armonia, come affermerebbe il filosofo greco Eraclito, velata da opposti che si combattono nello scenario della fuga impetuosa del divenire. Nel perpetuo moto quotidiano di chi, spesso, abbandonando la meraviglia dell’abitare questo mondo, indaffarato qual è nell’inseguire le ombre di trascorsi spettri, recupera, nei vicoli ciechi della sua esistenza, strade improvvise capaci di celare, ai sopraggiunti crocevia, esiti tanto inattesi quanto, imprevedibilmente, gioiosi. Avviene, nel medesimo modo, che la protagonista del suddetto romanzo, Carlotta, si muova, circondata dal calore di una bizzarra famiglia pedemontana, all’interno di un introspettivo canovaccio, di una trama rivolta ad un passato che spinge la stessa verso una dimensione onirica la quale, perdendosi nei panegirici delle sue profonde riflessioni, sembra cedere al timore di un avvenire disorientante ed ambiguo. Un futuro che appare alla giovane maestra tinteggiato di incertezza, costringendola a rifugiarsi in spaccati di un trascorso parentale ed umano che riaffiorano nelle giornate precedenti all’arrivo del Natale. Un Natale come tanti, costellato dalle contraddizioni tipiche di ciascuna famiglia che è sempre - citando Tolstoj - infelice in modo particolare. Eppure, un Natale come pochi, così tronfio di avvenimenti volti a generare un turbinio di eventi che sorprendono il lettore, conducendolo entro un panorama di vicissitudini in grado di mimare il timbro avventuroso che, in fondo, ogni vita umana possiede nella sua unicità. I riferimenti alla realtà contemporanea, considerazioni rivolte alle nuove generazioni con le loro problematiche di inclusione sociale e all’imperante progresso tecnologico, si intrecciano, nell’intimo di descrizioni particolareggiate e scorrevoli - in cui, peraltro, figura un’innata passione per il racconto giallo con inserti di scomparse e ritrovamenti, nonché un’attraente attitudine alla narrazione dell’arte culinaria mediante fotogrammi di piatti variopinti e succulenti - alla politica nostrana con l’intero suo bagaglio di idiosincrasie e complessità. Così la gradevolezza della lettura scaturisce dal sagace impiego, da parte dell’autrice, di un linguaggio che, nella sua diretta semplicità, mai incline al gusto dell’ovvio o del banale, raggiunge le corde più intime del pubblico, vezzeggiando, come dolce arpa, le note di anime che si rispecchiano continuamente nei solchi di una mutevolezza tesa alla riscoperta dell’unicità di un sentimento, l’amore, atto a ribaltare la finitezza di istanti che avvolgono di tedio notti di solitudine e tempesta. L’amore dicevamo. Quello salvifico. Quello vero. Quello che ricompone i pezzi dei nostri cocci dispersi, violando ogni legge di gravità. L’amore che risplende in un’eterea dimensione di sospesa levità. Quell’insostenibile leggerezza che appartiene, ne sono certa, a quanti sono in grado di addentrarsi nelle pagine di questo straordinario romanzo, l’equilibrista, riscoprendo, in conclusione, grazie alla penna sagace della Turricchia, l’omessa opportunità di riesumare dalla coltre dell’essere la sembianza immanente di una quiete che pare generarsi dal rinnovato conflitto del vivere. Consigliatissimo!

INTERVISTA 

Come nasce la sua passione per la scrittura?

Fin da bambina desideravo scrivere racconti e romanzi. Questo sogno si è realizzato solo in tarda età. Comunque come dice il motto meglio tardi che mai!

Quali sono le fonti o i generi della sua ispirazione letteraria ed in che modo i medesimi, se presenti, influenzano la sua produzione scritta?

Le fonti da cui traggo le ispirazioni sono molteplici : una immagine, una parola, una frase letta in qualche libro attorno alle quali mi diverto ad inventare storie che sorprendono il lettore con colpi di scena e finali inaspettati.

Quanto la riflessione sulla realtà contemporanea - nei suoi riferimenti alla politica, alla società multimediale, al problema dell’inclusione sociale - ha stimolato le pagine del suo romanzo l’equilibrista?

Ovviamente le notizie che mi giungono attraverso i media influenzano i miei scritti ed inevitabilmente il mio pensiero si riflette tra le righe del romanzo.

Quali sono i principali tratti caratteriali o comportamentali della protagonista del suo romanzo che le sembra si avvicinino maggiormente alla fisionomia della sua stessa personalità o, viceversa, quelli da cui sente di dover prendere le distanze?

La protagonista Dell Equilibrista ha molti tratti caratteriali simili ai miei ed inoltre vive anche situazioni esistenziali che ho vissuto anch'io.

L’equilibrista è ricco di inserzioni di carattere poliziesco. Pensa, in un immediato avvenire, di poter proseguire sulla via narrativa del giallo?

In cuor mio ho sempre desiderato scrivere un libro giallo, pur essendo ben consapevole che è un impresa assai ardua. Comunque mi sono già cimentata lungo questo percorso.

Quali sono i suoi progetti futuri per ciò che riguarda la pubblicazione di altri testi?

Tra pochi mesi dovrebbe essere pubblicato un romanzo giallo Occhi di ghiaccio. Spero che trovi l approvazione da parte del lettori.

Dov'è possibile e in che formato acquistare il suo libro?

L'Equilibrista si può ordinare in formato cartaceo su Amazon.

BIOGRAFIA DELL’AUTRICE

Elisabetta Turricchia nasce a Imola il 10 Agosto 1956. Svolge l’attività di educatrice con i bambini disabili per conto di una cooperativa sociale del territorio. Dopo molti anni riesce ad esaudire un desiderio che aveva sin da bambina, ovvero quello di scrivere un libro. Pubblica una raccolta di 25 racconti brevi, “Storie sul divano”, edita da Editrice Mandragora di Imola e “I Racconti di Betta” raccolta di racconti edita dalla Casa editrice CTL di Livorno. Il libro contiene 7 racconti lunghi, di diversa natura, popolati da personaggi stravaganti che si trovano a vivere bizzarre avventure, e 8 indagini svolte da un commissario di Bologna che risolve i suoi casi con l’aiuto di un amico ciabattino. Nell’agosto del 2020 edita “L’Equilibrista” con la Casa editrice Fabio Pedrazzi. Inoltre alcuni suoi racconti sono stati inseriti nel terzo volume di “Racconti a Tavola” del 2018 e 2019, nel secondo volume di “Racconti Sportivi” 2019 e nel terzo volume del 2020 sempre di “Racconti Sportivi”, inoltre nel secondo volume di “Racconti Emiliano Romagnoli” del 2019, tutti editi da Historica Edizioni. Nella terza edizione di Parole d’Italia è stato inserito il racconto “L’isola vuota” e nella raccolta Natale Horror 2019 in uscita è stato inserito il racconto “Il treno di Babbo Natale”.