RADICI
DI MIRELLA SANTONICCOLO
GENERE: POESIA
Come ogni forma d’arte, la poesia ha lo scopo di esprimere emozioni, sentimenti, idee, dando forma a quel qualcosa di estremamente intimo e personale che, attraverso un viaggio arcano, dalla sfera inconscia diviene visibile e condivisibile. Una caratteristica importante dell’artista, forse soprattutto del poeta, è la capacità di mettersi a nudo lasciando parlare in libertà la propria anima: «Mi spoglio / da ogni ingombro, / nuda / la mia essenza / espongo al mondo» (dalla poesia La mia anima). Non tutti sono capaci di farlo con completezza poiché per mostrarsi senza filtri, nella propria autenticità, ci vuole coraggio, ed è proprio intrisa di coraggio la silloge Radici (Bertoni Editore, anno di pubblicazione 2020, pagg. 160) di Mirella Santoniccolo alla sua terza esperienza poetica dopo Dove osano le aquile e Voli (in)versi. L’anima coraggiosa dell’autrice racconta il suo tutto, il suo mondo interiore, dimostrando di essere fragile, in equilibrio sul filo della vita alla ricerca di un senso: «Vacillo, / nella profondità / dell’anima, / IO, / equilibrista / in cerca / del mio filo» (dalla poesia Il mio tutto). Ed è proprio la modalità di palesare la precarietà dell’esistenza – ma non solo – a rendere autentici i versi della Santoniccolo. Diverse, in questa silloge dall’ampio respiro, sono le tematiche che l’autrice porta alla luce (emarginazione, emigrazione, violenza sulle donne, olocausto e molto altro) rimanendo “distanziata” – soprattutto in riferimento alle brutture della nostra società – non di certo per la sua mancata implicazione nelle realtà osservate, ma per avere una visione più obiettiva che le consenta di porsi non come giudice, bensì come chi riesce ad oltrepassare la datità affacciandosi fiduciosa, nonostante tutto, con speranza, alla finestra del domani. Nell’incapacità e nell’impossibilità di trovare risposte provenienti dall’esterno a tutto ciò che sembra non avere un senso quando l’uomo corrotto dal potere, dal denaro, confuso dalle distorsioni della religione si lascia guidare da falsi miti e illusioni, l’autrice riesce a trovarle dentro sé stessa ascoltando in solitudine il silenzio: «Ascolto me, / ultimo scoglio d’approdo / prima che l’abisso / provi nuovamente a prendermi. / E m’accarezza il silenzio / come comoda veste / che mi riscalda / l’anima e il cuore» (dalla poesia Il silenzio della solitudine). Pur essendo vigile nei confronti degli accadimenti, l’autrice preferisce rimanere in disparte aspettando il momento giusto per palesarsi attraverso la poesia che è delirio e follia e, come nei versi del componimento Delirio di un poeta: «Avrà mai una logica / il delirio di un poeta? / È inchiostro e follia / a nutrirmi l’anima», si paragona ad una conchiglia di mare, chiusa nel suo guscio, guscio che funge anche da luogo sicuro: «Più in là c’è una conchiglia, / è chiusa nel suo guscio, / anche lei aspetta d’aprirsi all’occasione / e mostrare il suo splendore». È la poesia, dunque, intesa come sogno, desiderio – dominata dalla sfera emotiva più istintiva e naturale – che con la sua “irrazionalità” consente di sconfiggere la dura realtà. Ed è proprio questa essenza naturale ed istintiva della poesia che conferisce il senso allo stesso titolo della silloge: Radici; radici che esprimono non solo il collegamento alla terra, al tutto, ma anche la peculiarità di tale legame che non è artificiale e costruito, bensì naturale, spontaneo, originario. E con la stessa spontaneità la Santoniccolo riesce a narrare l’amore, anche quello più sensuale e passionale; e forse soprattutto in ciò è evidente il coraggio dell’autrice: «Ho voglia / di tempeste d’estate / e risacche d’entusiasmo. / Sono onda anomala / che travolge tutto». Ora, magari, non sarebbe più quella di ieri, inesperta, a crogiolarsi nel rimpianto per i giorni persi – «Ci hanno lasciato / i tanti giorni non vissuti, / nulla torna ormai di ciò ch’è perso / e s’allontana sempre più / quel che poteva avvenire. / È la distanza il rumore / che scricchiola sotto le rotaie d’un tempo rincorso e perso, / scava solchi profondi / nel vivere di noi» (dalla poesia Nei giorni persi) – ma vivrebbe, forse, senza il timore delle troppe domande. In un mondo in cui alle donne è richiesto di ricoprire determinati ruoli, di aderire a terminati schemi di genere, pena una considerazione poco lusinghiera del loro essere, l’autrice si mostra, invece, libera di dare ampio respiro anche a quella parte più materiale, o se vogliamo carnale, della sua femminilità attraverso la sensualità e il desiderio che non sono qualcosa da nascondere, reprimere, bensì aspetti integranti dell’essere donna nella sua completezza: «Toccami, / come rami di un tronco / in cerca di germogli. / Abili le tue dita / sulle corde del mio corpo / suonano melodia / e nel buio / che veste di brividi la pelle / griderò il piacere / fin quando / avrò forza di respirarti» (dalla poesia Di respiro sa il buio). Ed è per questo che la poetessa invita ad osare, ad essere audaci non solo nell’amore: «Quando il desiderio è sfrenato, / quando brami ardentemente qualcosa, / non demordere ma osa. / Spingi con forza e calore / ascolta il richiamo del cuore» (dalla poesia Osa). Molte poesie dedicate all’universo femminile esprimono il mistero delle donne che non sono poi così complicate se non ci si ostina a capirle ma solo a rispettarle: «Non cercare di capirla, / amala così come ami la vita / senza conoscerne il segreto, / abbracciale il cuore e l’anima / come fai con il suo corpo / e ti donerà sé stessa» (dalla poesia Il mistero donna). Traspare una maturità del sentimento amoroso in tutte le sue sfaccettature, sentimento che da quello di figlia, seppur “mutilato” a causa di un padre padrone incapace d’amare, si evolve a quello di madre nel ricordo nostalgico della sua mamma (radice dello stesso bulbo) persa precocemente. Ecco che i semi dell’amore fecondano la terra, fino a germogliare e a divenire albero – con le sue vigorose radici – e poi frutto nel ciclo di un continuo ed eterno rinnovarsi. Una silloge davvero emozionante.
Francesca Autieri
INTERVISTA
Come nasce l’idea di questo libro?
Questa è la mia terza raccolta di poesie. L’idea che i miei versi raccolti su carta stampata possano essere a disposizione di chiunque abbia voglia di leggerli mi entusiasma e dona un senso al mio scrivere.
Cosa significa scrivere poesia per Mirella Santoniccolo?
Quando scrivo poesia mi sento libera di esternare le mie emozioni, in quel preciso momento ogni dubbio, incertezza, dolore e anche gioia, per merito dei versi si trasforma in armonia e serenità.
Cosa consiglierebbe a chi volesse approcciarsi alla scrittura poetica?
Sinceramente non so cosa consigliare, ma credo che per comporre poesia è indispensabile saper esprimere con l’inchiostro le proprie sensazioni e ciò non è facile. Mi viene di fare un paragone: Come il pittore che ha la capacità di trasmettere le sue emozioni con i suoi dipinti, così il poeta riesce a infondere la sensibilità del suo intimo con i suoi versi.
Cosa differenzia questa raccolta dalle due precedenti?
A differenza delle altre pubblicazioni, questa mia raccolta, come dal titolo stesso, rappresenta le mie vere radici. In molte poesie c’è la mia storia di donna, di figlia e di madre. Ho molto a cuore specialmente il capitolo che riguarda mia madre, la persona che ha rappresentato la parte più importante della mia vita e alla quale devo tutto ciò che sono. Mi rammarica il fatto di averla persa fisicamente troppo presto, ma la sua presenza mi segue ogni istante della mia esistenza e mi conforta.
A proposito del suo libro di poesie...
In questa mia raccolta di poesie mi interrogo su molti argomenti a cui non posso e non si può avere risposta, ma non riesco a fare a meno di chiederne il senso. È come il malato che chiede al suo medico il perché della sua malattia incurabile, anche se sa che non avrà mai una spiegazione.
BIOGRAFIA
A propoito dell’autrice...
Nata a Roma il 14 agosto 1959 ha iniziato a scrivere in età matura, quando l’emozioni che ha dentro scalpitano per uscire fuori all’aria pura e come una farfalla colorata si scopre libera di volare. La fantasia è l’impulso fondamentale per esprimere la smisurata voglia di libertà che da sempre ha avuto grande importanza nella sua esistenza. Inizia così il suo volo, senza più barriere, un volo dove può mettere in campo tutta se stessa. La sofferenza, che l’ha accompagnata la maggior parte dell’infanzia, le da lo spunto migliore per esaltare la sua anima e per merito di una grande forza interiore riesce a superare i momenti di tristezza, convinta che gli stati d’animo negativi sono quelli che fanno apprezzate di più la vita, insieme alle piccole cose che ne fanno parte e che spesso non vengono valutate nel modo giusto. Il suo spunto iniziale parte con la poesia che diventa essenziale, tanto da non poterne più fare a meno e la trasforma in una drogata in cerca di dosi poetiche che sfoga in versi, come decanta nelle sue liriche “E ancora scrivo” e “Un mondo di poesia”. Grande positività e sensibilità si percepisce nei suoi elaborati che mettono in risalto il valore dell’amore universale, trasformando anche il dolore nella speranza di una rinascita. In maniera elegante unisce uno stile classico ad uno stile esaltante più consono ai tempi moderni, intersecando nella dolcezza dei versi una rocciosa grinta che esplode in un tumulto d’emozioni. Il verseggiare è semplice e lineare, molto spesso rimato e musicale mettendo in risalto la caratteristica sostanziale che rispecchia il suo essere genuino e schietto. Ama scrive poesie brevi, avendo il dono della sintesi e in pochi versi riesce ad esprimere un intero mondo. Scrive molto sulla donna, un argomento che la coinvolge emotivamente in prima persona, ponendone l’accento sull’aspetto disagevole dovuto alla crudeltà e all’egoismo dell’altro sesso, spesso accentratore e usurpatore dei diritti fondamentali di vita. Guerriera coraggiosa, sempre pronta a combattere le ingiustizie, riesce ad esprimere nei versi la positività di un mondo migliore, non accettando mai vie di mezzo o compromessi, preferendo un’alba drammatica ad un mattino senza sole. E proprio il sole è al centro della sua vita, luminoso e abbagliante a scaldarle cuore e anima. Spesso sofferma il suo estro sul tema dell’erotismo a cui dedica frammenti lirici forgiati di consapevoli emozioni e notevole sensualità vitale considerandolo un tema importante che completa un rapporto d’amore. In seguito la sua vena artistica, continuamente alla ricerca di qualcosa di nuovo che la stimoli, prosegue con elaborati sempre più impegnativi e inizia a scrivere racconti e in seguito romanzi. Le sue pubblicazioni: sillogi “Dove osano le aquile” editore Rupe Mutevole , “Voli (in) versi” Bertoni editore e “Radici” Bertoni editore. Romanzi: “Sopra le nuvole il paradiso” editore Rupe Mutevole, “Una storia, una vita” editore Montag, è in programmazione un nuovo romanzo dal titolo “Le due facce del pianeta”.