MA CHI HA DISORDINATO I MIEI GIOCHI?

DI MARIA STEFANIA PIRAS

GENERE: LETTERATURA PER L’INFANZIA

Maria Montessori diceva: «Il gioco è il lavoro del bambino».                         

Le cose più belle, e non solo, s’imparano giocando. È, infatti, attraverso il gioco che i bambini sviluppano capacità importanti imparando a relazionarsi e a confrontarsi con gli altri in modo appropriato; inoltre, il gioco consente di alimentare il pensiero astratto, di raggiungere obiettivi e risolvere problemi. Anche le favole rappresentano un momento ludico importante per lo sviluppo cognitivo ed emotivo dei piccoli. Esse si dimostrano uno strumento fondamentale per incentivare nei bambini l’utilizzo dell’immaginazione e la capacità di comprensione. Attraverso le favole è possibile, infatti, far passare messaggi importanti che nella realtà risulterebbero maggiormente difficili da spiegare e far assimilare ai piccoli. La letteratura per l’infanzia continua ad avere, dunque, importanti compiti e responsabilità. L’atmosfera giocosa, che si crea nel momento della lettura da parte dell’insegnante e dell’ascolto da parte dei piccoli, rende il tutto piacevole e divertente. Altrettanto importanti e al contempo divertenti sono i significati trasmessi nel libro per bambini Ma chi ha disordinato i miei giochi? (Casa Editrice Piace Book, collana: i piccoli, anno di pubblicazione 2020, pagg. 24) dell’autrice Maria Stefania Piras che, confermando sapere e abilità in ambito di educazione per l’infanzia, in pochissime pagine e con il supporto visivo di illustrazioni realizzate dalla bravissima Claudia Loddo, riesce a creare una storia convincente capace di incuriosire ed educare. Benché la storia narrata dalla Piras sia maggiormente adatta ai bambini di età compresa tra i 6 e i 10 anni, se per i più piccoli serve a far assimilare comportamenti corretti e prosociali, per i più grandicelli si dimostra strumento utile per rinforzarli. Chissà quante volte noi adulti ci siamo sforzati di educare i piccoli a comportamenti importanti quali ad esempio la pazienza, l’ordine, la pulizia personale: un po’ tutti i bambini sembrano reticenti nell’assimilarli e nel metterli in pratica. Con semplicità e disinvoltura, ad educarli in tal senso in questo racconto ci pensa Maria Stefania Piras, narrando la storia di un bambino che ad un certo punto decide di condividere il suo prezioso momento ludico con un personaggio curioso e molto particolare: un personaggio indubbiamente fuori dal comune. Chi sarà questo singolare, bizzarro e misterioso compagno di giochi? Cosa avrà da dirgli il bambino affinché possano giocare con serenità, rispettandosi reciprocamente? La scrittura in stampatello, nel caso in cui a leggere siano i bambini, e i vari colori utilizzati (verde, arancione, nero, rosso, blu) non sono casuali, bensì una scelta ragionata dell’autrice per consentire una lettura più agevole e una comprensione maggiormente immediata. Così come raccontare, leggere e interpretare una favola hanno un valore speciale perché assieme alle parole vengono trasmessi suoni, emozioni, e magiche atmosfere, e il volto incantato di un bambino durante l’ascolto può darci testimonianza di quanto si è stati bravi a farlo, lo scriverle richiede, senza alcun dubbio, altrettanta bravura. Maria Montessori, nel suo approcciarsi all’infanzia, ripeteva: «Per insegnare bisogna emozionare». Emozioni! È questo ciò che suscitano i racconti per l’infanzia della Piras. Tenere desta l’attenzione dei piccoli non è poi così scontato come erroneamente si crede. Chi scrive qualsiasi contenuto destinato ai bambini deve tenere bene a mente l’importanza di interessare e meravigliare. Non dovranno poi mancare frasi chiare. Essere a conoscenza del fatto che, per esempio, i bambini più piccoli preferiscono storie con trame semplici o parole inesistenti proprio come quella usata dalla nostra autrice, “puzzolone”, riferito al compagno di giochi occasionale del protagonista. Interessante, nel caso di questa storia in particolare, lo stratagemma utilizzato dalla scrittrice di non assegnare un nome al bambino protagonista della storia, in modo tale da risultare facile per i piccoli ascoltatori e per i lettori più grandicelli identificarsi col personaggio in questione. È il gioco del “faccio finta di…” Immaginarsi al posto del bimbo protagonista, venutosi a trovare di fronte ad un evento sorprendente, spingerà i bambini, in questo caso i più grandicelli, anche a porsi delle domande su quale sarebbe stato il loro comportamento in quella circostanza inaspettata. Gli insegnamenti trasmessi dalla Piras in questo delizioso racconto spaziano e abbracciano diverse emozioni e comportamenti, dall’iniziale rabbia, all’empatia, all’accoglienza – nel caso del compagno di gioco occasionale del protagonista –, alla condivisione – anche per l’idea del protagonista di raccontare ai suoi compagni di classe la sua meravigliosa esperienza con il suo bizzarro compagno di giochi – e, cosa molto importante, la distinzione tra ciò che è reale e ciò che è solo un sogno. Ed è proprio la magia del saper conciliare fantasia e realtà a rendere le narrazioni per l’infanzia delle belle storie, e la nostra autrice Maria Stefania Piras ci riesce alla perfezione.

                                                                                   Alessandra Ferraro 

     Amelia Desiati

INTERVISTA

Come nasce l'idea di questo libro?

Nasce dall'esigenza di raccontare storie, a scuola. Leggo spesso libri e racconti ai miei alunni della scuola dell'infanzia, e qualche volta ho inventato per loro delle fiabe. Molte le ho scordate, alcune le ho messe per iscritto. Credo che raccontare sia un modo semplice e divertente per parlare di argomenti anche complessi, ed è coinvolgente sia per chi racconta che per chi ascolta. Così è nato questo libro, e anche gli altri libri per l'infanzia che ho pubblicato.

Quanto possono essere utili e importanti i libri per l'infanzia in ambito pedagogico?

I libri sono una finestra aperta verso il mondo. Attraverso i racconti i bambini comprendono in maniera più immediata, e si divertono, facendo viaggiare la fantasia. È molto importante avvicinare i piccoli alla lettura e ai libri, perché chi li apprezza nell'infanzia può diventare un buon lettore da adulto. Il rispetto per gli altri e le regole di comportamento, o la consapevolezza delle proprie emozioni, per esempio, vengono colti immediatamente dai bambini attraverso delle buone letture. Infatti i libri, portando esempi concreti alla loro portata, riescono a divertire e rendere tutto più chiaro.

Divertimento e apprendimento. Cosa può dirci di questa associazione di parole?

Divertimento e apprendimento dovrebbero sempre andare a braccetto nella scuola, e specialmente nella scuola dell'infanzia. Se le attività didattiche sono pensate e realizzate in maniera divertente e varia, i bambini apprendono spontaneamente, in maniera quasi naturale. Attraverso il gioco, le letture, gli esperimenti, la creatività, si può arrivare a insegnare anche concetti apparentemente complessi, ai bambini. Se si utilizza invece solo la lezione frontale, i risultati sono sicuramente inferiori.

A proposito del suo libro...

Il mio libro parla di un bambino ordinato che ritrova tutti i suoi giochi in disordine, e vuol capire chi è stato. Da qui nasce una storia divertente, e un'amicizia con un personaggio veramente originale. Ma questo libro sfiora anche il tema delle paure dei bambini, della loro fantasia che immagina a volte cose non reali. E della necessità di occuparsi delle proprie cose, per esempio riordinando i giochi. Su tutto spicca la figura della mamma, che con dolcezza dà al bambino le spiegazioni di cui ha bisogno, e lo rassicura. L'ho letto molte volte a scuola, e i bambini hanno mostrato di gradirlo . È  illustrato con i disegni colorati di Claudia Loddo, che ringrazio per come è riuscita a rendere più bello il libro, e contiene alla fine delle tavole da colorare. È  scritto in carattere stampatello, e alcune frasi sono colorate, per agevolare la lettura dei bambini che stanno imparando a leggere. Lo consiglio dai tre agli otto anni. È edito dalla Placebook Publishing, che ringrazio per aver creduto nelle mie storie.

BIOGRAFIA

Sono nata a Cagliari nel 1960, e da sempre amo i libri e la lettura. Da bambina mi alzavo prestissimo la mattina, e mia madre mi trovava all'alba sotto la lampada, con un libro in mano, per riuscire a leggere prima di andare a scuola. Ho sempre amato anche scrivere poesie e racconti, e viaggiare con la fantasia. Sono sposata e ho tre figli, la famiglia è la mia gioia. Insegno nella scuola dell'infanzia da molti anni, e faccio il mio lavoro con passione. Leggo e invento storie per i miei piccoli alunni.

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