LA RAGAZZA SULL’ACQUA
DI ANNA RITA LISCO
La famiglia è un pilastro insostituibile della nostra vita. Dal punto di vista psicologico è definita come microsistema base della nostra società, primo luogo in cui una persona entra in relazione con gli altri esseri umani. L’impatto della famiglia sull’individuo è quindi molto importante perché il sistema di valori e l’interazione tra i soggetti che compongono il nucleo andranno a incidere anche sulle relazioni al di fuori della famiglia stessa. Quando in un soggetto in crescita la famiglia viene a mancare, sia perché le figure genitoriali si separano sia perché pur costituendo una famiglia di fatto e vivendo sotto lo stesso tetto i genitori non sono attenti o presenti nella crescita psicofisica dei propri figli, le conseguenze potrebbero essere anche disastrose. I figli non amati, non seguiti, non curati sono, infatti, anime vaganti, inquiete, fragili, che crescendo troveranno difficoltà o saranno spesso incapaci di costruire legami solidi e duraturi per timore di non essere all’altezza delle situazioni o di rivivere quella sensazione di abbandono che li ha pervasi e segnati. È quello che accade a Emma, protagonista del romanzo La ragazza sull’acqua (editore Print Me, anno di pubblicazione 2020 pagg. 136) dell’autrice Anna Rita Lisco, la quale riesce a ricamare una storia verosimile dai diversi significati e con interessanti colpi di scena. È vero che la famiglia non ce la scegliamo, così come non scegliamo di nascere in un determinato luogo: capita! Ma è proprio vero che per ognuno di noi il “destino” sia solo frutto del caso e che, invece, non vi sia una ragione per cui le cose accadono? Sempre più persone sostengono che il caso in realtà non esiste, e che quello che capita nella vita ha sempre a che fare con le coincidenze. In sostanza esisterebbe una rete invisibile che lega le persone negli accadimenti e che tutto ciò che accade nell’esistenza serva per la nostra evoluzione. Ed è proprio un processo di evoluzione che affronterà la protagonista del romanzo, che da sprovveduta bambina e poi ragazzina si troverà ad essere una donna adulta che dovrà, volente o nolente, fare delle scelte e prendere delle decisioni molto importanti riguardanti la sua vita e anche quella degli altri. Spesso quando si verifica qualcosa di spiacevole – un abbandono, una delusione, una malattia, un tradimento – in un primo momento viviamo l’evento come realtà negativa; una punizione, insomma, senza pensare che esiste sempre il risvolto della medaglia e che lo stesso evento può trasformarsi in possibilità e opportunità. L’opportunità può essere rappresentata, ad esempio, dall’incontro con una persona che pensiamo di aver incrociato per caso e che si rivelerà, invece, utile per la nostra evoluzione; una persona che diverrà importante perché ci aiuterà a vedere le cose da altri punti di vista. In effetti, la fortuna di incontrare tali persone ci fa comprendere che la famiglia è dove ci sentiamo accolti: a casa, dove per casa s’intende quella parte dell’anima riservata alle persone speciali che dimostrano di volerci bene. Emma vivrà tale realtà sulla sua pelle. Del resto come scrive Richard Bach: «Il legame che unisce la tua vera famiglia non è quello del sangue, ma quello del rispetto e della gioia per le reciproche vite. Di rado gli appartenenti ad una famiglia crescono sotto lo stesso tetto». O ancora come sostiene Charles Dickens: «La famiglia non deve solo consistere semplicemente in coloro con cui condividiamo il nostro sangue, ma anche in coloro a cui noi daremo il nostro». Quest’ultima riflessione di Dickens in qualche modo ci porta a riflettere sul senso della vita che non è certo quello di prendere o pretendere, bensì quello di donare e donarsi; modi di fare e di essere, questi, che ci arricchiscono sul serio, interiormente. Ed è questo il senso del romanzo della Lisco che ci porta a riflettere su ciò che sono le cose veramente importanti, quelle che contano davvero e sul significato della felicità che non è altrove, in un posto da raggiungere, poiché l’abbiamo a portata di mano, in quanto come sostiene Jean J. Rousseau: «Inutilmente cercheremo la felicità lontano e vicino se non la coltiviamo dentro noi stessi». Questa è una lezione che Emma impara anche se con difficoltà e non nell’immediato, e che rappresenterà il suo riscatto a quella vita che ingiustamente l’aveva privata di un affetto importante. Peculiare è il titolo che l’autrice dà all’opera, in quanto assume una rilevanza polisemica. In primis l’acqua ci consente di specchiarci, ci rimanda il riflesso di come siamo realmente, e in secondo luogo, quando pensiamo al riflesso, nell’immaginario collettivo la rappresentazione dell’acqua ci appare limpida. Ed è così che Emma ad un cerco punto, finalmente, si sentirà non avendo più timore di guardare il suo riflesso accettandosi con i suoi pregi e difetti. Il romanzo narra quindi il percorso di un’anima inquieta che attraverso, incontri, scontri, vicissitudini si prepara a divenire adulta. Colonne portanti di tutto il romanzo sono la scrittura e la poesia in particolare; poesie inizialmente scritte da Emma, come dimensione unicamente personale, punto fermo, àncora di salvezza che poi diverrà condivisione. La storia di Emma è un po’ la storia di tutti noi, delle nostre ferite e della consapevolezza della necessità di sanarle. Un romanzo che, al di là della storia narrata, invita all’introspezione, alla conoscenza di noi stessi, all’accettazione e a volerci bene; condizione fondamentale, questa, affinché possa maturare dentro di noi il desiderio di aiutare gli altri, così come ha fatto l’autrice devolvendo il ricavato di questo romanzo di spessore a due associazioni: Seconda mamma che aiuta le mamme e le famiglie con bambini in difficoltà, e Libri su misura che si occupa della lettura di libri ai bambini ospedalizzati.
Alessandra Ferraro
Amelia Desiati
INERVISTA
Chi è Anna Rita Lisco?
Nella vita sono una contabile che gestisce il recupero crediti in una società, mamma di due bimbi e una bimba in cielo, mi dedico anche ad attività di volontariato nella mia città, Bari.
Come nasce l’idea di questo libro?
Ho sempre desiderato scrivere un romanzo. Sin da bambina accanto alla lettura, ho coltivato con passione la scrittura. Scrivo poesie, racconti, lettere e diari. Durante il lockdown mi sono detta: perché non provarci finalmente? E poi il “destino” mi regalato la vincita di un corcorso letterario che prevedeva appunto la pubblicazione di un libro.
Cosa significa scrivere per Anna Rita Lisco?
Scrivere è un bisogno. Come quello di respirare. Nella mia testa nascono infinite storie e sento la necessità di dar loro vita attraverso la stesura dei racconti. Se non lo facessi reprimerei la mia vera essenza.
C’è qualcosa di autobiografico in questo libro?
Si c’è tanto. Ma non dico cosa. Posso solo svelare che alcuni passaggi sono realmente accaduti nella mia vita. Ed un po’ delle caratteristiche della protagonista mi appartegono.
Nel suo libro si parla di poesia. Essa in qualche modo rappresenta una chiave di volta per comprendere il senso della vita. Quanto si trova d’accordo con questa affermazione?
I poeti, gli artisti hanno uno sguardo particolare verso il mondo. È come se fossero nudi, senza difese e attraverso l’arte esprimono il loro mondo interiore e la visione che hanno della realtà. Soffermarsi e osservare ciò che ci circonda con “l’occhio divino dell'arte” è un'occasione per comprendere verità che a prima vista, restano celate.
A proposito del suo libro...
Ho scritto il mio libro di getto. L’ho corretto e rivisto pochissime volte. È un libro vero, un pugno nello stomaco all’inizio. Ma regala alla fine della lettura una sensazione di serenità, fiducia, speranza.
BIOGRAFIA
Nata a Bari nel 1978, diplomata in ragioneria inizia a partecipare a concorsi letterari dove ottiene ottimi piazzamenti e anche premi di rilievo. Segue per diversi anni il Movimento Internazionale Donne e Poesia dove viene a contatto con numerose personalità, anche internazionali, affina la sua scrittura e cresce come poetessa. Ha partecipato a numerose antologie solidali, attraverso le quali sono stati raccolti contributi a favore di associazioni di volontariato o progetti culturali in paesi in via di sviluppo. Sue poesie e racconti sono inserite in un centinaio di antologie di premi letterari. Questo è il suo primo romanzo di cui coltiva il sogno, della realizzazione di una pellicola. Nel tempo libero oltre a partecipare alle attività di due associazioni di volontariato baresi che si dedicano anche ai bambini, gestisce una pagina Facebook Il filo di Arianna-artigianato solidale in memoria di sua figlia, grazie alla quale, attraverso delle realizzazioni in pannolenci ed acquerello, acquista libri per bambini in situazioni di fragilità.
Per chi è interessato al libro di seguito il link: