RISE
DI JESSICA BALDINI
GENERE: NARRATIVA
«Come ti chiami?» «Zero! Come il numero che non vale niente ma che allo stesso tempo viene prima di tutti!» Risponde così Christopher, un giovane ragazzo trasferitosi da poco a Milano, protagonista del romanzo di Jessica Baldini dal titolo Rise (Edito da BookSprint Edizioni, anno 2020, pagg. 222). Zero come le volte che si è sentito amato, Zero come le opportunità lavorative negate, Zero come la stima che prova verso sé stesso. Eppure per difendersi dai ricordi gli serve un nome, una maschera, una nuova vita lontano da quel paese di campagna che lo ha visto crescere e rinunciare ai suoi sogni. La città, al contrario, trabocca di tentazioni invitanti, di gente che corre dietro al ritmo frenetico del tempo… un tempo che sembra non bastare mai per finire tutto, per vivere a pieno, ma che stuzzica la curiosità e la voglia di ricominciare. Perché quando si è giovani la vita non si assapora, si ingoia avidamente. Tuttavia cadere dentro a una voragine, con la paura di non riuscire più a risalire, è inevitabile quando ci si sente soli perché le grandi città se da un lato offrono vari sbocchi nel mondo del lavoro, dall’altro celano una facciata ben nascosta dal lusso e dall’ipocrisia. E l’ingenuità, la rabbia, la mancanza di autostima non aiutano a evitare certe situazioni complicate e, per certi versi, pericolose. Christopher lo sa bene, lo ha imparato vivendo. La Baldini, che usa la penna con maestria, narra in modo dettagliato e scorrevole una storia avvincente ed emozionante. L’argomento è delicato, a volte scomodo, difficile da trattare, eppure non per l’autrice che non solo descrive le dinamiche di un giro di droga dalle sfumature crude e violente in modo impeccabile, ma ne puntualizza persino le gerarchie, le somme di denaro e la quantità di stupefacenti richiesta da determinate bande per essere venduta ai tossici. Un concentrato di vita reale racchiuso tra le pagine di una storia inventata; straordinaria in ogni singolo capitolo che tiene incollato al romanzo il lettore che rimane sorpreso dal finale, tra l’altro coinvolgente. L’autrice è molto abile nell'ideare i dialoghi che avvengono, tra i personaggi, in modo veloce, schietto, diretto, come appunto accade fra i giovani nella realtà. Ma cosa vuole comunicare la Baldini? La storia di Christopher è la storia di tantissimi ragazzi che pur di sentirsi accettati in un gruppo, pur di avere una vita più agiata e di essere voluti o desiderati, accettano di percorrere strade facili, dagli incontri fortuiti e considerati, in seguito, persino fortunati, dai guadagni rapidi per godere di una sicurezza economica soddisfacente. Ed è proprio quando la fragilità emotiva cede alle lusinghe e la disperazione diventa incisiva, insopportabile, si scende a patti con chiunque, anche con sé stessi. Quindi scegliere è improrogabile: vittima o carnefice? Tossico o pusher? Da quale parte pende il guadagno? Non è poi così difficile cimentarsi nell’ambito ruolo di spacciatore come avviene nella storia di Christopher: «Cercate un po’ di fumo?» Oppure: «Vi va di provare un po’ di sballo?» Bisogna essere portati. Nel romanzo, come nella vita reale, non gira soltanto la droga nelle grandi città o nei paesi particolarmente immersi nel turismo e quindi nel business, ma girano anche parole, mani tese verso chi soffre, associazioni pronte a liberare i giovani da quelle catene apparentemente indistruttibili. Parole che pesano, che inducono alla comprensione, alla compassione; parole che fanno riflettere, inumidire gli occhi e magari motivare ad un cambiamento interiore radicale tanto da indurre chi si è perso a ritrovarsi; parole come quelle di Ray, uno dei personaggi di Rise: «Che cosa fa di una persona quella che è? Gli errori che ha commesso? O il desiderio di essere migliore? Quando ti trovi ad un punto della tua vita e ti accorgi che non sei, in alcun modo, vicino a dove eri diretto, come puoi trovare una strada che va dalla persona che sei diventato a quella che sapevi di poter diventare?» Rispondere non è facile per chi vive nella certezza di non aver sbagliato nulla, ma è indispensabile per rendersene conto e ritornare sui propri passi. Risvegliare la propria coscienza guardando dentro di sé, nel profondo, significa essere consapevoli di ciò che si è diventati e, dunque, avere la possibilità di ripulirsi dal marciume in cui si è caduti. Quella voragine non sembrerà poi così profonda e arrampicarsi, per risalire in superficie tornando a vivere, sarà assolutamente possibile quando si accoglie un aiuto vero e disinteressato. Togliersi da un certo giro d’affari illegali vuol dire evitare di sporcare la propria dignità e quella degli altri. I giovani – specialmente chi si sente solo, non amato, rifiutato dalla società per svariati motivi – vanno aiutati, ascoltati, sostenuti, affinché crescano nell’onestà e nel rispetto delle leggi. D’altronde l’indifferenza, il ribrezzo, l’odio verso chi si lascia trascinare dai giri illegali sono utili soltanto se si vuole offrire alla criminalità organizzata nuove reclute. È una vocazione scrivere, e come tale, questo dono va utilizzato a servizio della giustizia, dei più deboli, di chi non ha voce o l’ha persa tra le macerie della rassegnazione… Jessica Baldini lo fa attraverso questo romanzo dall’indiscussa rilevanza sociale; ecco perché Rise è vivamente consigliato a tutti, in particolar modo ai giovani.
Daniela A. Sabato
INTERVISTA
Quando nasce la passione per la scrittura? Che significato assume nella sua vita?
La mia passione per la scrittura nasce fin da quando ero piccola, dall’età di otto anni, quando avevo iniziato a scrivere piccoli racconti su frutti parlanti e animali, ma non l’avevo mai coltivata per davvero. Scrivevo e archiviavo tutto. Crescendo la scrittura ha assunto un significato diverso, più importante, è diventata uno sfogo, un’evasione dalla realtà in cui vivevo, scrivevo per distrarmi. Qualche anno fa però è diventata una cosa più seria, che mi ha portato al voler davvero pubblicare un romanzo. La trama del romanzo riguarda tematiche significative e attuali.
Quanto e come, secondo lei, possono influire, sulla società, le opere letterarie dai contenuti attuali come Rise?
Io penso che opere letterarie con contenuti attuali come Rise, possano influire tantissimo sulla società, è proprio per questo che ho scelto di scrivere un romanzo di questo genere. Parlando di cose attuali che tutti i lettori vivono o hanno vissuto e conoscono, si crea più empatia tra il lettore e i personaggi, nel mio caso con il protagonista e inoltre si può vedere più da vicino la cosa stessa riuscendo più facilmente a trasmettere il messaggio che si vuole mandare. Arrivare al cuore dei lettori penso che sia tutto.
La storia è inventata... ma chi o cosa l’ha ispirata? Qual è stato l’input?
L’input della storia fu un monito che diedi a me stessa sei anni fa, ovvero il rialzarmi dopo un qualcosa di negativo, non lasciarsi abbattere dagli errori e dagli eventi negativi che ci capitano, volevo come dicevo prima, trovare qualcosa per cambiare la mia realtà e così ho pensato di farlo tramite una storia, però una volta avuto questo input non riuscivo comunque ad andare avanti con la scrittura, non avevo del tutto l’ispirazione finchè non ho conosciuto una persona caratterialmente molto simile al protagonista.
Quanto c’è dell’autrice nel carattere del personaggio principale?
Eh… nel personaggio principale c’è una buona parte del mio carattere, ma come dicevo sopra, non del tutto, il personaggio principale non era completo dandogli solo alcuni aspetti del mio carattere ho dovuto ispirarmi anche a una persona che ho conosciuto.
Ha usato soltanto una parola per intitolare il suo romanzo: Rise. Questa parola tradotta significa alzarsi, sollevarsi, sorgere. Jessica Baldini si riconosce in tale termine?
Si, mi rispecchio molto in tale termine. Diciamo che “Rialzarsi” è il mio motto, quello che ho fatto qualche anno fa e che ha fatto in modo che volessi mandare lo stesso messaggio agli altri, a tutti quelli che ne hanno bisogno e che si trovano ad affrontare momenti negativi o scelte sbagliate come quelle del protagonista.
Ha altri progetti letterari ha in serbo per il futuro?
Diciamo che al momento ho tante idee per la testa che devono sedimentare, ma prima vorrei dare il giusto spazio a Rise. Ma non appena riterrò che sarà il momento opportuno scriverò un altro romanzo che ho già in mente da qualche tempo sempre su tematiche attuali e poi magari riprendere i raccontini che scrivevo da bambina, correggerli e sistemarli per pubblicare un libro di racconti per bambini.
A proposito del suo libro...
“Che cosa rende una persona quella che è? Gli errori che ha commesso o il desiderio di essere migliore? Quando ti trovi ad un punto della tua vita e ti accorgi che non sei in alcun modo vicino a dove eri diretto, come puoi trovare una strada che va dalla persona che sei diventato a quella che sapevi di poter diventare? Spesso molti si soffermano a riflettere sui propri errori e continuano a odiarsi per ciò che non sono potuti diventare perdendo così di vista la persona che potrebbero diventare a partire da quel momento, raccogliendo tutte le cose buone che fino a quel momento hanno fatto.” Questo è un dialogo di Ray, uno dei personaggi del libro che aiuta il protagonista a riscoprire la luce dirigendolo verso la redenzione, uno dei dialoghi più significativi a mio parere, che riassume il messaggio che vorrei mandare ai lettori.
BIOGRAFIA
L’autrice si racconta...
Sono nata a La spezia nel gennaio 1993, mi sono diplomata al liceo scientifico di Sarzana e subito dopo mi sono iscritta all’accademia di recitazione a Massa, che ho frequentato per quattro anni. Da lì ho fatto vari lavori per mantenermi gli studi e coronare il mio sogno della scrittura. Dopo un paio di anni, finalmente sono arrivata alla pubblicazione di questo mio primo romanzo, pubblicato con la Booksprint edizioni nel Novembre del 2020.
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