IL SOGNO
di MASSIMO ZUCCA
GENERE: FANTASY / AVVENTURA
RECENSIONE
Massimo Zucca torna in libreria con il suo romanzo Il sogno (Booksprint edizioni, anno di pubblicazione 2020, pagg. 608). Della caratteristica penna dell’autore ne avevamo parlato con le sue scorse pubblicazioni Vite rese anime sospese e Calde anime... in bolle... di vite gelide. Molto più matura e decisa si dimostra la penna dell’autore in questa ultima fatica letteraria. Gli episodi risultano, infatti, molto ben definiti e la capacità descrittiva dell’autore è sicuramente uno dei punti di forza di quest’opera letteraria. Massimo Zucca sembra disporre di una naturale capacità di trasposizione che gli consente con estrema facilità di dare corpo mediante le parole alla sua sfrenata e dettagliata immaginazione; caratteristica non così usuale, e che ritroviamo prevalentemente in autori con alle spalle diverse pubblicazioni. In questo romanzo riappare la figura di An, suo fedele amico. Del resto, anche questo scritto può considerarsi come un prosieguo dei primi due, o essere letto indipendentemente dai precedenti. Riappaiono anche i bambini, ai quali l’autore sembra dare una grande importanza non soltanto per la limpidezza e la genuinità del loro pensiero, ma anche per la loro natura autentica, spontanea, curiosa, priva di deformazioni o pensieri corrotti o azioni che spesso caratterizzano il mondo degli adulti. Una storia dai contorni ora definiti ora sfumati in quella dimensione immaginifica del sogno nella quale ci si interroga su quel confine tra sogno e realtà. Ma sicuramente reali sono i valori e i principi che contraddistinguono la personalità di Vito, il protagonista, grande sognatore, ancora una volta impegnato a fare qualcosa di importante e significativo, e coinvolto in un agognato e ambizioso progetto che costituisce il filo narrante di tutto il racconto. Decisamente uno scritto di ingegnosa fantasia, che tuttavia porta a galla alcune verità e brutture della nostra realtà, come l’annoso problema dell’inquinamento, della salvaguardia del pianeta, del benessere che non ha solo la bella faccia della comodità e del viver meglio, ma che nasconde realtà tristi, difficili, ingiuste a discapito di quella parte della popolazione che non è – utilizzando l’espressione di spregiudicati e senza scrupoli uomini d’affari – quella che conta. Un’opera ricca di spunti di riflessione che, al di là delle varie vicissitudini narrate, si pone come monito, ma anche come speranza per la realizzazione di un mondo più a misura d’uomo. Come avviene con i grandi filosofi e pensatori della storia, quest’opera di Massimo Zucca, così come le precedenti, ci porta a interrogarci su grandi questioni della nostra quotidianità; di quella quotidianità che ci ha abituati a vedere certe realtà e a non farci più caso, dandole per scontate. Con eleganza e raffinatezza, che sempre contraddistinguono il suo animo, Vito si avventura in qualcosa che si rivela molto complessa e articolata. Saranno le persone care come An, gli affetti e l’amore a portargli quell’equilibrio e anche quella ventata di novità che gli consentirà di credere ancora di più nella realizzazione delle sue idee. I suoi ideali e il desiderio di poter essere l’artefice di qualcosa di grande a vantaggio di quel sano vivere che tutti auspichiamo si muovono sul filo di quella continua tensione tra male e bene; tra il cinismo di chi pensa solo al raggiungimento del proprio benessere ad ogni costo, passando sopra qualsiasi senso logico e morale, e chi invece si batte per fare emergere quelle verità che possono cambiare la vita. Affiora forte un messaggio: ognuno di noi con le proprie azioni è responsabile non solo del suo tempo – di quello che vive nel presente – ma anche e soprattutto del futuro di chi si troverà a pagare lo scotto di illegali comportamenti basati sulla “logica” degli interessi e del vile denaro di chi li ha preceduti. Vito troverà i suoi avversari, li affronterà nella maniera che crederà più opportuna. Vi è una crescita, una maturazione del protagonista che si troverà cambiato dopo l’incontro con realtà, miti, leggende e culture diverse. Del resto cosa è la vita se non quella opportunità di cambiamento? Variopinta la storia che Zucca disegna, una storia che ha dell’incredibile nel credibile, perché ciò che ci rende credibili è quell’umanità che spesso dimentichiamo, ma che rappresenta l’unico motivo del nostro esserci. Il lettore potrà rimanere affascinato dalla storia, dubbioso per quelle “dimensioni di semitrasparenza” abilmente ricamate dall’autore, e di sicuro soddisfatto di un racconto ben costruito, scorrevole e soprattutto capace di risvegliare le coscienze da quel torpore che ormai sembra offuscare il senso della giustizia e di quei valori che solo possono restituire ad ognuno il senso dell’autentico vivere dove l’altro è il prolungamento di noi stessi. Complimenti all’autore per la capacità di trattare tematiche così delicate in forma romanzata.
Amelia Desiati
BIOGRAFIA
Massimo Zucca nasce a Trieste nel 1965. L’autore pubblica il primo libro "… Vite rese… anime sospese" con la BookSprint Edizioni nel luglio 2019, e il secondo libro, "Calde anime... in bolle... di vite gelide", sempre con la BookSprint, nel novembre 2019. Il primo libro è stato presentato al Salone Internazionale del Libro di Torino. "Il Sogno" è il suo ultimo romanzo pubblicato. L'autore è prossimo alla pubblicazione del quarto.
INTERVISTA
Come nasce l’idea di quest’opera narrativa?
Questo è il terzo "capitolo" di una storia, dove i protagonisti sono gli stessi dei romanzi precedenti. La storia prende spunto dai problemi che tutti, ogni giorno, ci troviamo ad affrontare. Dai più semplici, quelli che non sembrano insolubili, a quelli più complicati che si sentono nei TG. Tutti problemi che portano all’assuefazione e a cui dedichiamo “un giorno dell’anno”... ma che poi come giriamo l’angolo, presi dai nostri problemi, diventano "inesistenti".
Chi è Vito il protagonista? Quali sono i suoi progetti?
Vito è un architetto rimasto vedovo. Nato in Europa ha fatto fortuna. Possiede un sacco di industrie, ed insieme alla sua famiglia è socio di una banca. Vive in una famiglia ricca con conoscenze che "contano". Ha salvato diverse persone da un naufragio: tra queste un ex agente segreto che ora è un suo amico fraterno. Vito ha un figlio, che è sempre insieme al figlio del suo amico. I due bambini sono molto intelligenti. Inoltre l’architetto è sempre circondato da amici. Ha raggiunto uno stato di consapevolezza su tutto quello che lo circonda e vuole dar spazio ai suoi sogni. Fra questi vi è quello di trovare un metodo innovativo per ridurre l’inquinamento causato dalla plastica. Questo compito è affidato a degli scienziati che ben presto lo mettono al corrente che il suo sarà un sogno costosissimo. Tutti hanno dei desideri... come sua cugina che vuole sposarsi, ma questo non sarà un sogno che si realizzerà in maniera facile e, per la sua realizzazione, per avere delle risposte viene convocato un particolare amico di famiglia: un cardinale. Cardinale che li coinvolge di fatto in un’avventura nel continente africano. Qui Vito troverà una realtà spaventosa. Tra nuove ed inconsuete conoscenze Vito farà esperienza di un mondo diverso dal suo: una realtà basata sulla prepotenza e sulla menzogna. Resterà vittima di un tranello: un rito lo renderà partecipe dei suoi incubi. Una persona gli resterà accanto nelle sue notti e gli darà la forza per riemergere da quei terrificanti momenti.
Se dovesse riassumere questo romanzo in cinque righe cosa scriverebbe?
Quando nella vita tutto appare semplice è facile aver dei sogni. Tutti ne hanno. Ma quando i tuoi soldi con contano nulla? Quando tutto quello che dai per certo si sfalda? Quando non sei più sicuro nemmeno di esserti svegliato? Quando ti sembra di esser rimasto solo... allora che fai? Qualcuno deve risolverle i problemi: i protagonisti di questo romanzo cercano le soluzioni. Faranno i conti con una guerra civile, si faranno largo in altre culture dove la religione nostrana non trova spazio. Cercare le risposte li porterà a scavare anche dove non avrebbero mai pensato.
Nei suoi romanzi è sempre presente la componente etica. Cosa motiva Massimo Zucca a parlare di etica e valori? Quali messaggi importanti ha voluto far passare con questa sua ultima opera?
Questi sono romanzi d’avventura che parlano di quei problemi che ci coinvolgono. Questi possono riguardare diverse questioni che hanno a che fare con la vita di tutti i giorni, come le differenze di culture o di religioni, che noi diamo per scontate. Queste ci son state tramandate per generazioni, ce le hanno insegnate, inculcandocele fin da piccoli e noi le abbiamo fatte nostre; ed è una questione di fede... la nostra. Tipo l’educazione sentimentale, che deve avvenire tra due individui di sesso opposto... Riconosco che questo è un fatto morale, ma soggettivo. La nostra religione riconosce il matrimonio solo se fra un uomo e una donna. Argomento delicato questo... chiaro. Il libero arbitrio ci rende consapevoli che comunque a tutti va portato rispetto, non importa che religione si professi o il tipo o il grado di cultura che si possiede. Tutti facciamo parte del genere umano. Poi, noi, non è che siamo andati in cerca per appurare se sia tutto proprio così. La mia è un’educazione cattolica, sono un cristiano (anche se non molto praticante), però so che nel mondo di religioni e di culture ce ne sono altre. In altre parti del mondo la cultura si limita ad approvvigionarsi di un secchio d’acqua e questo è sufficiente per vivere. Lì non si fa tanta pubblicità sulla carità, anche perché questo non rientra nella vita di quelle persone che la mattina si svegliano e per vivere contano solo su quel secchio d’acqua e poco altro. Se questa poi risulta inquinata, chi lo viene a sapere? Da cosa viene inquinata? Chi lo nasconde? Ci sono interessi? Costa tanto tenerlo nascosto? Noi abbiamo dei valori, è vero. Però abbiamo tante cose da farci perdonare da quelle persone che abitano in quei paesi dove noi non abbiamo portato solo la nostra di cultura. Abbiamo e stiamo portando quello che la nostra cultura ci ha dato: inquinamento. Il progresso a noi ha dato il benessere. A loro abbiamo relegato immondizia, se così si può chiamare quello che è stato sotterrato davanti alle coste di quel continente. In questi giorni si ricorda l’anniversario di Černobyl... ma solo per fare un esempio. I rimasugli delle centrali nucleari di tutto il mondo devono essere smaltiti. Bisogna trovare i posti adatti. Quando non ci sarà più posto dove li metteremo? Li manderemo in orbita? Su Marte... Magari andremo alla ricerca di acqua. Se i soldi impiegati per vari esperimenti venissero dati a quei paesi che ne hanno bisogno, forse qualche soluzione sarebbe possibile... Non conosco nessuno nelle nostre città che possa far a meno dell’elettricità e questa proviene anche dalle centrali nucleari che circondano sempre di più il nostro paese. Quello delle scorie diventerà, quindi, anche un nostro problema, ma che per il momento non sembra essere preoccupante per tutti. Questo tipo di ragionamento non deve essere fatto solo per l’uomo, che è un ospite del pianeta, ma vale anche per gli altri esseri viventi. Dedichiamo sempre di più un giorno al pianeta, per questa o quella specie, nascondendo la testa sotto la sabbia sul fatto che la colpa di tutto questo è della specie dominante, cioè di noi uomini.
A proposito del suo libro...
In questo romanzo affronto, solo in parte, tutte queste tematiche, dall’inquinamento alla religione, che forse è solo un fatto di cultura. Anche se bisogna ammetterlo non tutti i popoli hanno le stesse responsabilità.
Ha in cantiere qualche lavoro letterario?
Ho iniziato un nuovo capitolo della saga. Volevo dare continuità ai protagonisti che incontreranno altri personaggi e che insieme a questi si troveranno ad affrontare altre avventure. Anche questo si si sta formando tra problemi epocali, leggi scritte e differenze tra i popoli.