LO SPIRITO DELLE IDEE
di JESSICA RIGOLI
GENERE: RACCONTO FANTASY / AVVENTURA
Sulle grandi ali della fantasia
Recensione a cura di Enza Salpietro
L’amore per gli animali è un tema che attraversa tutto il libro di Jessica Rigoli, Lo Spirito Delle Idee - Self-Publishing su Amazon, pagg. 306 - anno di pubblicazione 2018. Un sentimento sempre ricambiato, espresso tramite gesti, sguardi, coccole, come testimonia il modo affettuoso con cui la cagnolina, Mika, osserva la sua padroncina, indice del suo amore, tanto profondo quanto lo sguardo che le rivolge: «Mika la guardava con i suoi occhi nocciola. Sembrava aspettare una risposta». I sentimenti provati dagli animali dimostrano di essere identici o - a volte - più sinceri e profondi di quelli degli umani, come si può dedurre dalle parole di Pako, il cagnolino che, smarritosi, viene poi ritrovato in un mondo “altro”, diverso da quello reale: «Pensavo che non vi avrei mai più rivisto. Una sensazione bruttissima! Uscito dal buco sono subito filato qui nella mia cuccia, sperando che qualcuno mi salvasse, da cosa non lo so nemmeno io. Qui sembra tutto uguale ma in verità è tutto diverso, pure la mia copertina sembra identica… ma io lo sento che non è veramente la mia, non è abbastanza morbida». Gli animali parlanti rappresentano un patrimonio culturale continuamente ripreso, un espediente che, come nella fonte principale - le favole di Esopo - serve a sottolineare la finzione, la “leggerezza” ma anche l’incredibilità delle storie, come si nota bene nell'espressione meravigliata e incredula di Melissa, la piccola protagonista del racconto, sentendo parlare la sua cagnolina con linguaggio umano: «Mika! Parli? È impossibile. Sono diventata matta! Forse questa notte ho battuto la testa, anche se ora non me lo ricordo. Forse è una cosa di famiglia, avevamo qualche zio che era un po’ fuori di testa. Oddio, devo dirlo subito alla mamma…». A differenza di Esopo, nelle cui favole gli animali servivano soprattutto a far risaltare vizi e difetti dell’umanità, qui la scrittrice sembra concentrarsi invece sulla perfetta identità tra uomini e animali, infatti, questi ultimi, una volta acquisita la capacità di parlare come l’uomo, si comportano esattamente come normalissime persone, in grado di decidere, amare, aiutare, soffrire, pensare alla stregua - se non meglio - degli umani. Emblematica, a tal proposito, la descrizione che Beatrix - la gatta - fa dell’Idea in quanto tale: «dopo essere stata piantata ed essere cresciuta amorevolmente, sboccia e matura in tutta la sua totalità e pienezza, carica di forza ed energia, rendendo fervido e vivido tutto ciò che la circonda, dando vita alla realtà», un pensiero che potrebbe anche contenere una sottile allusione all’opera stessa della scrittrice, alla sua genesi. In questo caso la gatta sarebbe portavoce dell’autrice e, in effetti, il ruolo preminente del gatto, in questo libro è innegabile. È ormai rinomata l'importanza che questo piccolo felino ha acquisito nella nostra vita, diventando quasi protagonista del quotidiano. Già gli antichi egizi lo consideravano simbolo di benevolenza, fino a trasformarlo in una vera e propria divinità. Qui la gatta Beatrix sembra proprio possedere tutte le virtù che il popolo egiziano attribuiva a questo grazioso animale: eleganza, intelligenza, fedeltà. Due mondi si confrontano in questo libro: il “mondo dritto” e quello “inverso”. A pensarci bene questo mondo inverso, abilmente inventato e raccontato da Jessica Rigoli, potrebbe essere visto come la parte “malata” di quello dritto, dove regna la brama di potere, l’odio, la cattiveria gratuita. Si avverte, in questa distinzione, la nostalgia di un mondo autentico, dove regnavano valori positivi quali l’onestà, la sincerità, gli affetti più puri. «Una persiana penzolava con un cardine rotto (cosa impossibile perché il nonno su queste cose era molto attento) e, fatto ancora più evidente, le finestre sembravano come cieche e oscurate, come se il vetro non fosse trasparente ma volesse anzi impedire di guardare sia all’interno che verso l’esterno». Una descrizione, questa, che non può essere del mondo “dritto”, perché quest’ultimo è un mondo dove esiste “un nonno” affettuoso che si prende cura dei nipotini, che sistema le cose che si rompono, che ama la famiglia con tutto sé stesso, un mondo dove la realtà non ha filtri e le finestre permettono di vedere bene ciò che ci circonda. L’autrice racconta una storia intrigante, vivace, ricca di intrecci che avvince e lega il lettore, inducendolo a continuare la sua lettura senza mai annoiarsi. Non mancano periodi in cui la scrittrice sembra proprio alludere alla condizione dell’individuo disposto a scendere a compromessi pur di detenere un qualsivoglia potere: «Poteva un’Idea Suprema capace come me, sprecare la propria esistenza senza Padrone e senza poteri? Assolutamente no!», afferma Nora giustificando così la sua “cattiveria”. Tematiche sempre attuali, quali la lotta tra il bene e il male, la gelosia tra fratelli, il desiderio di vendetta, la vittoria del bene, sono affrontati dalla scrittrice con grande chiarezza. Un mistero da mozzare il fiato, un segreto che - una volta svelato - lascia tutti a bocca aperta, una missione da compiere per la salvezza di tutti rendono la narrazione incalzante. Tenendo sempre presente che ogni “medicina amara va addolcita col miele”, la favola, anche qui, assolve in modo esemplare al suo eterno compito di propinare temi “scottanti”, come lo sfruttamento minorile, il tradimento, la brama di potere, la prevaricazione: «I bambini nascono con questo scopo e lavorano fin dai primi anni di vita per il Padrone, in questi luoghi che noi chiamiamo la Seconda Zona o seconda fase del suo pensiero», leggiamo in un passo del libro, ritornando così alla realtà, alle sue piaghe. Jessica Rigoli dimostra di essere attenta osservatrice dei difetti dell’uomo, delle problematiche sociali, ma, con estrema arguzia, per non annoiare il lettore con temi già abbondantemente trattati dai più - perché di grande rilevanza - riprende tali argomenti e li avvolge con un alone di mistero, di magia, collocandoli in uno spazio allettante, quello dell’avventura. La scrittrice eccelle soprattutto nel condurre il lettore all’interno delle scene descritte, per esempio quando racconta l’episodio in cui Beatrix chiacchiera «vicino al fuoco con Fakrou» e ci sembra di essere con loro, nel loro mondo. Bellissima e molto utile la dissertazione sui poteri delle pietre, anche se, paradossalmente, viene dalla bocca di uno dei personaggi “cattivi” del racconto, Nora: «I comuni mortali non conoscono bene queste pietre verdi, ma gli studiosi dei cristalli invece le utilizzano da moltissimi secoli. Il prasio serve a calmare la collera e il rancore, (...). Le pietre vogliono cercare di aiutarci ad accettare più agevolmente la nostra sorte e quella del nostro mondo, assai bizzarra e complessa. Via i sentimenti negativi e spazio alla meraviglia». La narrazione è chiara, scorrevole, vivace, ricca di dialoghi. La voce narrante dà ugualmente spazio a tutti i protagonisti, persone o animali che siano, senza fare distinzioni. La scrittrice è consapevole che un andamento narrativo incalzante e avvincente è un buon espediente per tenere gli occhi dei lettori incollati sulle righe del suo libro, specialmente quando, nel bel mezzo di una storia - già ricca di “suspence” di per sé -, si incontrano delle figurine che si materializzano e prendono forma grazie alla magica narrazione di uno dei piccoli protagonisti, Ener: «Ad un tratto, la piccola figura bianco latte di Amänär sembrò sfuggire al controllo del racconto di Ener e assunse vita e volontà propria». Una favola per bambini ma - a mio avviso - soprattutto per grandi. Un libro dal quale proverete a staccarvi senza riuscirci facilmente. Una vera e propria “fuga” dal quotidiano. Un storia ricca di avventure che non ha nulla da invidiare ai grandi classici come il Pinocchio di Collodi. Per chi ha voglia di dimenticare per un po’ questo brutto momento della nostra storia o sorvolare la realtà sulle grandi ali di un cigno bianco, o per chi ancora non conosce la fantastica immaginazione di Jessica Rigoli: Lo Spirito delle Idee, Self-Publishing, anno di pubblicazione 2018.
INTERVISTA
Qual è la genesi di questo libro, come le è venuta l’idea di un racconto così complesso e ben articolato?
Il libro nasce nel 2018 come una favola della buonanotte per mia figlia Melissa. Volevo leggerle una storia in cui fosse proprio lei la protagonista e così, poi, ho incluso anche Mika e Pako, i nostri cani. Strada facendo però il progetto iniziale si è modificato e complicato trasformandosi in un romanzo. Una gran bella sorpresa anche per me!
È evidente la sua attenzione al binomio “bene-male”, a cui rimanda il contrasto “luce-buio”, come anche la positività del bianco contro la negatività del nero. C’è tutta una letteratura a tal proposito, l’ha tenuta presente oppure è solo casualità?
Non ho fatto un riferimento conscio alla letteratura o a un autore specifico, però è sicuramente un tema che mi sta a cuore perché lo vivo spesso anche dentro di me. Lo ritrovo spesso nella quotidianità e anche rapportandomi al mondo esterno e alle persone che mi circondano. Credo quindi che sia questo il motivo per cui è finito in maniera così naturale nel libro. La magia sembra essere un elemento fondamentale per il successo di un racconto.
Cosa ne pensa, perché attira così tanti lettori, e soprattutto ragazzi?
Penso sia ricollegabile alla grande necessità che abbiamo tutti di poter ancora sognare e credere che qualcosa di diverso o di non catalogabile sia possibile. Ecco perché il mio romanzo è adatto sia ai ragazzi che agli adulti, perché in fondo tutti sentiamo ancora forte questa urgenza dentro di noi.
Quali sono i suoi progetti letterari? Ha in cantiere altri racconti come questo?
Nel 2019 ho scritto il secondo capitolo della collana Viaggio nel Mondo Inverso che si intitola "La Regina delle Ombre". Successivamente un romanzo e ora mi sto ributtando di nuovo nel Fantasy, non riesco a stargli troppo lontano. Tra i miei grandi progetti ci sarebbe anche la stesura dell'ultimo capitolo della collana che vorrei fare uscire per il 2022.
Potrebbe, secondo lei, diventare un film questo racconto? Le piacerebbe? Ed eventualmente perché?
Mi piacerebbe tantissimo dato il target dell'opera! Anche un cartone a puntate non mi dispiacerebbe! Penso che all'interno del libro ci siano dei valori fondamentali e sarebbe davvero importante riuscire a trasmetterli ai lettori. Unire un libro con una rappresentazione visiva potrebbe essere la formula comunicativa migliore, ora come ora.
Ci sono dei disegni piuttosto singolari all’interno dell’opera. Hanno un significato ben preciso? Vuole comunicare qualcosa tramite questi disegni? Oppure ha semplicemente voluto arricchire la scrittura?
Le illustrazioni contenute all'interno del libro sono poste all'inizio di alcuni capitoli e ne anticipano un pochino il contenuto. Inoltre mi è sembrato opportuno inserirle per rendere la lettura più fluida e accattivante per i lettori più giovani.
I LINK DELL'AUTRICE
BIOGRAFIA
Jessica Rigoli nasce a Verbania nel novembre 1981. Grazie alla madre inizia prestissimo a leggere e si innamora dei libri e della scrittura. Scrive fin da piccola poesie e piccole opere di narrativa che però non giungeranno mai alla stesura ufficiale. Il suo primo Fantasy "Lo Spirito delle Idee" nasce come una favola per la figlia Melissa, protagonista del libro stesso. La trama è infatti ricca di riferimenti reali alla vita e al mondo di famiglia: i cani Mika e Pako esistono realmente così come Luce, che è l’alter ego della scrittrice e gli scenari del Mondo Dritto. Il romanzo viene pubblicato nel 2018 grazie ad Amazon. Nel 2019 esce anche il secondo capitolo intitolato "La Regina delle Ombre", sugellando la nascita della collana fantasy "Viaggio nel Mondo Inverso". A inizio 2021 l'autrice decide di pubblicare una riedizione del suo primo romanzo "Lo Spirito delle Idee" con nuova copertina e illustrazioni interne per ringraziare i proprio lettori per il caloroso sostegno.