IN VIAGGIO VERSO CASA
NELLA VITA LE MAREGGIATE…
di DANIELA PACELLA
GENERE: NARRATIVA
RECENSIONE
La verità o la felicità non possono venire senza che si sia intrapreso il viaggio sulla via di sé stesso (Jiddu Krishnamurti).
Siamo tutti in viaggio alla ricerca della nostra casa, della nostra dimensione, di noi stessi. Del resto cos’è la vita se non quel cammino che percorriamo nel bene o nel male degli accadimenti? È possibile avere una famiglia, un posto dove tornare a dormire, un tetto sulla testa ma non sentirsi veramente a casa. Ad un certo punto della nostra esistenza alla nostra porta bussa quella necessità – del tutto normale e legittima – di spiccare il volo, di allontanarci dal conosciuto, dalle sicurezze, dai porti sicuri e dai punti di riferimento per capire chi siamo, cosa vogliamo fare e diventare, scegliendo di partire o rimanere, consapevoli che, anche qualora decidessimo di rimanere, il viaggio si compirebbe lo stesso, magari in un’altra direzione, ma sempre un viaggio sarebbe. Le uniche esperienze significative che fanno di noi quello che siamo, sono quelle che viviamo sulla nostra pelle… quelle che decidiamo di intraprendere e, nel mentre, quello che ci accadrà indipendentemente dalla nostra volontà: i cosiddetti imprevisti con i quali ci troveremo a fare i conti. La vita è un continuo vagare fino al nostro ultimo respiro; e non è tanto la destinazione a essere importante, ma ciò che accade durante il tragitto, che poi ci spingerà da una parte piuttosto che da un’altra. E proprio di questo tipo di viaggio che racconta Daniela Pacella nel suo libro d’esordio In viaggio verso casa. Nella vita le mareggiate… (BookSprint edizioni, anno di pubblicazione 2020). Un titolo significativo che racchiude l’essenza stessa del racconto e che in sole 51 pagine catapulta il lettore nel viaggio di Teresa, una ragazza di appena 14 anni che, con grande coraggio, decide di partire, lasciando la sua terra natia, senza una meta precisa, appunto alla ricerca di sé stessa. Avremmo tutti il coraggio di partire senza una destinazione o delle certezze? Complice anche l’impulsività, derivante dalla giovane età, la protagonista, Teresa, inizia il suo avventuroso percorso che si rivelerà imprevedibile e ricco di incontri, alcuni piacevoli, altri decisamente meno. Pur essendo la storia ambientata in Italia tra gli anni 1939-58, periodo della guerra e dell’invasione tedesca, la narrazione, anche nella descrizione dei momenti più duri, non appare mai pesante. L’autrice non sosta volontariamente su eventuali spiacevoli accadimenti, ricamando su di essi ed evidenziando piuttosto gli aspetti positivi, riuscendo a conferire alla storia un carattere di leggerezza, tanto che Firenze – luogo in cui principalmente viene ambientato il racconto – così come l’autrice la ritrae, sembra conservare il suo splendore anche con i bombardamenti. Vivide risultano le descrizioni della città in particolari frangenti. Come in ogni storia che si rispetti, l’autrice incontrerà chi le farà del male, chi la illuderà e anche chi, nonostante la rigida apparenza, le tenderà una mano divenendo poi, anche a distanza, un importante punto di riferimento, una presenza che al di là di un’apparente iniziale “prigionia” la renderà libera, e alla quale Teresa sentirà di essere grata. Interessante risulta il contrasto tra il ritmo veloce degli eventi che si susseguono e la narrazione composta e pacata. L’autrice riesce a muoversi abilmente nella descrizione degli avvenimenti, ritraendone con precisione gli elementi salienti. Pur se la scrittrice non si sofferma nel delineare il carattere della protagonista, questo in tutta la storia sembra parlare da solo la lingua dell’altruismo, della resilienza e della determinazione; la stessa, quest’ultima, che porterà Teresa, nonostante la crudeltà di alcuni avvenimenti e la delusione per il comportamento di chi le professava amore, a non compiangersi né ad arrendersi di fronte alle avversità, continuando a inseguire i suoi sogni e desideri. Ed è proprio grazie all’amore, non tanto quello verso un ragazzo ma soprattutto quello per sé stessa, e allo spirito d’avventura, il quale contraddistingue la sua natura libera, che Teresa sarà capace di “ridisegnare” la propria vita. Tra le speranze e la fatalità degli avvenimenti, Teresa riuscirà a destreggiarsi nelle scelte con grande abilità. Non è certamente una storia d’amore benché se ne intravedano le sfumature, né tanto meno una storia di sofferenza, che tuttavia segna la protagonista, ma piuttosto un racconto di coraggio, di rispetto per sé stessi, di ascolto della propria anima, qualità queste che alla fine condurranno la nostra eroina nel faro di Fanad, nella penisola di Inishowwen. A fare cosa? Lo scoprirete leggendo questa storia avvincente… E giunti all’ultima pagina vi dispiacerà di averla terminata. Complimenti all’autrice.
Loredana Angela
INTERVISTA E BIOGRAFIA
Come nasce l'idea di questa storia?
La storia di Teresa nasce in un periodo particolare della mia vita, quando per un istante ti fermi a riflettere su cosa in realtà sia per te essere a casa, avere un proprio posto nel mondo perché essere in un determinato posto non sempre è essere a casa. Ti rendi conto che per quanto amore tu possa dare non ne riserverai mai un pezzetto per te stessa.
Quando nasce la sua passione per la scrittura?
L'amore per la scrittura nasce da un tempo molto lontano quando ancora raccontare era un modo per mentire a sé stessi allora mettevo tutto in un deposito ed accumulavo sensazioni fino a quando tutto è diventato stretto ed è così che ho iniziato a scrivere.
Cosa significa scrivere per Daniela Pacella?
Scrivere (forse l'ho ripetuto troppe volte) è un atto di perdono verso sé stessi e verso il mondo.
Scrittura e alter ego. Quale il suo pensiero a riguardo?
Con Teresa (il mio alter ego) ho avuto il coraggio di intraprendere un percorso interiore, una donna che ha avuto coraggio e intraprendenza quella che sicuramente mi è sempre mancata.
Il messaggio di questa storia...
C'è un momento dove bisogna avere il coraggio di prendere in mano la propria vita e intraprendere un viaggio ed questo il messaggio più importante di questo racconto, bisogna rischiare a scapito di tutto e tutti e prendersi cura di sé stessi.
Ha in cantiere qualche altro lavoro letterario?
Adesso più che mai ho intrapreso un nuovo lavoro dove la cosa importante è raccontarsi piuttosto che raccontare, un percorso che attraversa un quarto di secolo al comando di una nave dove il capitano stila un diario di bordo e cerca di portare in salvo il suo equipaggio non curandosi di portare in salvo sé stesso, una bella avventura.
BIOGRAFIA
Sono nata in un piccolo borgo nel sud Salento per un lungo periodo ho soggiornato a Firenze frequentando la facoltà di architettura. Non ho terminato gli studi e per amore sono tornata al mio paese d'origine. Ho svolto il lavoro di macelleria e nel frattempo ho iniziato a scrivere perché era questo che volevo fare da sempre. La mia famiglia è il mio equipaggio il mio equilibrio il mio presente, i miei figli il mio coraggio e tutto ciò che avrei voluto fare e non ho saputo fare.