MOVIMENTO DI FARFALLA

di LORETTA DANZO

GENERE: POESIA

RECENSIONE

Quella che ci dona Loretta Danzo nella silloge Movimento di farfalla (Casa Editrice CTL, Livorno, anno di pubblicazione 2020, pagg. 102, dipinto in copertina a cura del figlio, Giovanni) – che in realtà contiene due raccolte poetiche, Margaritae e La follia della ragione – è una poesia di stati d’animo e di ripiegamento interiore. I versi sono espressi in un tono raccolto e sommesso, con un linguaggio evocativo che sfuma ogni riferimento diretto all’esperienza in un gioco di allusioni. Potrebbe essere definita una poesia ermetica, ma solo a metà. Se infatti la poesia dell’autrice risulta da un lato per la maggior parte chiusa, oscura, misteriosa e di non facile interpretazione, caratteristiche queste proprio della corrente ermetica, dall’altro la Danzo non avverte la propria vita – e in generale la vita umana – come dolore e male; al contrario vi è nei suoi versi una matura e raffinata capacità di “sfondare” i muri della sofferenza per protendersi al possibile, alla vita, alla rinascita, alla luce. Pur conservando, la poesia di Loretta Danzo, quella funzione di scavo sottile nella propria interiorità che le consente di esprime le proprie sensazioni in modo riservato, i versi dell’autrice non sono un semplice “esercizio” intimo, un soliloquio sterile finalizzato a fissare lo stato d’animo del momento senza alcuna possibilità di apertura, ma sono anche condivisione che può essere possibile solo scrivendo di e con amore. Non è, poi, sempre la brevità a caratterizzare i versi dell’autrice, considerando che in entrambe le raccolte vi sono poesie medio/lunghe. Piuttosto ciò che contraddistingue la poesia della scrittrice è la capacità di andare da una tematica all’altra con estrema disinvoltura e naturalezza. Nei suoi versi “frantumati” pace, speranza, attesa, famiglia, amore sono temi ricorrenti, e anche se la sofferenza emerge in diverse riflessioni non è mai un sentimento statico, inibente, neutralizzante: essa è piuttosto qualcosa che va osservata, compresa, ascoltata, accolta, metabolizzata. Il buio e l’esperienza del dolore, sembra voler comunicare l’autrice, fanno parte della vita; sono qualcosa di naturale e insito nell’esistenza stessa e tuttavia non sono mai limitanti; anzi, è proprio dalla sofferenza che si origina la volontà di un cambiamento, di una metamorfosi. Non a caso la poetessa intitola la silloge Movimento di farfalla che richiama proprio l’idea di una trasformazione interna ed esterna, di un cambiamento su due dimensioni: quello relativo alla maturazione, che consente all’autrice di fare tesoro delle esperienze e di fornire alla vita risposte più concilianti, e quello temporale, fisiologico, proprio della natura umana soggetta alla crescita. L’autrice è dentro la sua storia con tutte le sue radici, e tuttavia queste ultime non le impediscono di muoversi, ma la portano a rifiorire proprio come fa un albero nel suo ciclo continuo di rinnovamento. Pur nell’uso quasi costante di metafore, il discorso poetico appare fluido e armonico. La metafora non è per l’autrice necessità di non svelare più del dovuto, ma piuttosto impressione visiva, folgorazione di quell’attimo, di quello stato d’animo che non potrebbe essere traslato dal suo intimo alla dimensione visibile e reale del segno grafico se non con quella specifica parola, con quel particolare termine che non ha nulla di studiato, di meditato o scelto, ma che piuttosto giunge alla coscienza come atto impulsivo, spontaneo. Mentre Margaritae, la prima raccolta della silloge, ha più un carattere propositivo e di apertura, nella seconda raccolta, La follia della ragione, è predominante il tratto psicologico, introspettivo – ma mai chiuso all’altro e alla possibilità di promanare amore, come quando l’autrice parla della maternità – così come si evince anche da alcuni titoli scelti per i componimenti, come ad esempio Es, e dall’accostamento di alcuni termini come l’estraneo all’interno. Ogni poesia di Loretta Danzo è in grado di penetrare nel sentire del lettore in quanto ognuna ha un suo spessore e un perché. Se tuttavia si volesse scegliere un componimento simbolo per ciascuno delle due raccolte, Oggi nasco credo che sia quello più rappresentativo di Margaritae: «nuovamente, / nuovamente rido / di lacrime / oggi nasco / per dare senso / alla famiglia, / per gridare al mondo / che esiste l’Amore / tra le mani / imbevute di stelle di Natale / porto l’onestà, il rispetto, / la forza di scavare / le spine, di sanguinare / di affetto, di avanzare / nel buio con la certezza / di trovare la luce senza pesi: / un cuore amico / che non conosce il tradimento.» È evidente uno stato di pienezza, di appagamento: è quel filo resistente che grazie alla certezza dell’amore diventa altro, si congiunge con l’altro. Mentre il componimento Aporia sembra meglio rappresentare il taglio psicologico de La follia della ragione: «Al di là / del monte / una bambina / vestita di rosa / gioca con i martelli / della solitudine, / evanescente ricordo / Spillare, spillare / le voci delle persone / inesistenti: / fantasia, riempi / il tempo, / trasforma fili d’erba / in occhi / e / spingi verso la luce / con dolore.» Emergono in trasparenza ricordi, visioni di un passato che cercano in qualche modo una collocazione e un equilibrio nel presente. Scavalcando la metrica e abbracciando il verso libero, la poesia di Loretta Danzo si muove in avanti e fuori dagli schemi, evocando così immagini che mirano ad andare oltre la semplice bellezza, donandoci preziosi frammenti di “verità”.

Amelia Desiati

INTERVISTA 

Come nasce l'idea di questa silloge?

La morte di mia madre ha segnato il punto di incontro, il collante di queste due esperienze di scrittura. E così anche l'inizio di una riconciliazione con la sofferenza del passato e il germogliare dell'armonia riempita di perdono. 

Due sillogi in una silloge. Come mai questa scelta?

Due dolori intensi e affettivi, vissuti nello stesso momento, si sono incastrati dentro a una battaglia, che si è conclusa con lo sgorgare di versi: questi mi hanno dato la capacità di resistere da guerriera, affrontando e superando una crisi profonda che ha reso possibile un cambiamento radicale della mia vita. Una curiosità che mi lega particolarmente a “Movimento di farfalla”, è che un cambiamento altrettanto significativo, lo ha vissuto nello stesso periodo dal punto di vista artistico Giovanni, mio figlio, che ha disegnato la copertina del libro.

Cosa rappresenta la poesia per Loretta Danzo?

La poesia per me ora è pienezza di vita, colora di gioia la quotidianità. È la mia casa tanto cercata ed agognata, che ha preso forma attraverso un'adesione consapevole ad una dimensione spirituale, che si manifesta attraverso il sentirmi ogni istante amata e proiettata in “amerai”. Ho finalmente aperto la porta ai versi, senza paura: la convivenza, non sempre facile, sboccia in corolle profumate, nate dallo zappare e concimare la terra con tanta soddisfazione. Questa creatività, che arriva come un dono, spinge in alto verso orizzonti pieni di equilibrio, guidati da un filo conduttore che riempie di meraviglia e curiosità la mia vita giornalmente. Vivo momenti di felicità e di gioco con le parole. Le mie emozioni vengono come dipinte su quadri che danno un senso profondo alla vita, anche attraverso la condivisione con gli altri (tante volte le mando come messaggi WhatsApp!). Sono momenti vissuti dentro una cornice e mi sento capace di amare in maniera diversa, mettendo al centro l'altro: figli, amiche, amici. Rallegrandomi della loro gioia, mi sento scavata dal sole, in un infinito che è orizzonte della vita, nomade dentro a una dimora vera.

La poesia come catarsi. Cosa ne pensa al riguardo?

Finalmente, l'urgenza di comunicare è diventata vita, entrando e uscendo sempre più dentro me. La poesia è un abbraccio aperto che, chiudendosi in un girotondo, mi permette di portare il peso del dolore, non solo come liberazione, ma come luogo di nascita, di provenienza: sono così perché arrivo da quel mondo di gelo. Riconoscere questo, mi fa sentire a casa in ogni luogo. Ora sono libera di andare, con tanto desiderio, a conoscere il mondo: lasciando le catene del limite dato dall'egoismo, spalanco la finestra dell'amore, della compassione, e mi proietto sempre oltre me stessa. Vivo relazioni belle, forti come gioielli preziosi, che aumentano di valore e quantità con il tempo. Un dono che diventa dono. Una certezza di adesso: la tenerezza è il mio attimo di stupore nella poesia.

Ha in cantiere qualche altro lavoro poetico?

Come potrei non avere delle poesie che scalpitano dalla voglia di camminare nel mondo, visto che loro abitano in continuazione il mio vivere, infrangono i miei progetti per renderli sogni di realtà vera e unica! Forse un giorno scriverò un romanzo... chissà! 

BIOGRAFIA

Loretta Danzo, nata nel 64 a Schio, (VI), ha vissuto gran parte della sua vita nelle contrade di Valli del Pasubio, ai piedi delle Piccoli Dolomiti: ha trascorso la sua giovinezza circondata dai monti prima della Contrada Manozzo e poi della Contrada Pozza (più vicina al cielo!), dove è diventata madre di due figli. Si è diplomata in ragioneria e ora vive e lavora a Schio (VI) come Assistente Amministrativa all'I.I.S. “Tron Zanella”. Fa parte da anni de “Le lettrici del lunedì”, un affiatato gruppo di lettura della città in cui vive. Per Aletti Editore ha pubblicato “La luna è il sole” (2012) e “Una carezza sulla sponda del cuore” (2016). Molte sue poesie sono presenti in diverse antologie e ha vinto premi e menzioni di merito in vari concorsi.

In rete si può avere un “assaggio” dei suoi lavori.

LE ALTRE SILLOGI DELL'AUTRICE

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