ROSA
di CETTINA COSTA
GENERE: NARRATIVA
RECENSIONE
La società ha sempre perpetuato l’idea che gli uomini siano l’elemento forte. In verità si può, a ragione di evidenze, sostenere che, con le difficoltà che le donne nel corso della storia hanno dovuto sopportare, non v’è dubbio che vivere una vita da donna richieda molta più risolutezza che vivere una vita da uomo.
Oriana Fallaci scriveva: «Essere donna è così affascinante. È un’avventura che richiede tale coraggio, una sfida che non annoia mai». Ed è proprio così, affascinante e avventurosa, Rosa (CTL Libeccio Edizioni, Livorno, anno di pubblicazione 2021, pagg. 150), la seconda opera narrativa dell’autrice Cettina Costa – già nota al panorama letterario per il suo romanzo d’esordio La forza del dolore – che narra la vita di una donna dall’infanzia all’età adulta. Rosa è la storia di un’anima autentica, spontanea, coraggiosa che supera le difficoltà della vita con grande intelligenza, forza d’animo e determinazione. Il romanzo, ambientato in Sicilia, abbraccia un arco temporale che va dai primi del Novecento agli anni Settanta, e ritrae modi, usi e costumi di un’epoca in cui la vita nelle sue varie tappe si svolgeva in maniera piuttosto semplice e regolare.
La penna della Costa, scorrevole ed elegante, ricama una storia verosimile, capace di incuriosire e sorprendere. Ciò che attrae particolarmente nella narrazione è l’impressione di poter incontrare i personaggi che l’autrice descrive. La stessa protagonista incarna, infatti, le caratteristiche tipiche delle donne di un tempo: pazienti, comprensive, forti anche nella sopportazione. Ed è proprio questa sensazione di familiarità che accompagna il lettore lungo tutta la storia, consentendogli di fare un passo nel passato, respirando quell’atmosfera di antico e vero, assaporando quella realtà non ancora contaminata dal progresso e dalla modernità, immergendosi in situazioni che potrebbero essere state vissute realmente da qualcuno dei suoi predecessori. L’infanzia della protagonista si svolge in modo lieto, giocoso, spensierato, pieno d’amore. Diametralmente opposta a sua sorella Giada, riservata e taciturna, Rosa si dimostra curiosa di sperimentare, di crescere, e sarà determinata nelle decisioni anche quando le sue scelte si riveleranno diverse o deludenti rispetto alle sue aspettative. Mentre la sua infanzia procede serena – salvo la presenza di una zia un po’ invidiosa – soprattutto perché Rosa vive negli agi di una famiglia benestante e perché sente di essere una figlia desiderata e amata da suo padre Don Mariano Fleres, che è per lei un importante sostegno e punto di riferimento, così come da sua madre Nunziata, la giovinezza e l’età adulta le riservano, invece, diverse sorprese. Dopo un primo amore adolescenziale – vissuto con grande semplicità e trasporto dalla protagonista, sentimento che segna, purtroppo, sia i primi contrasti col padre sia quelli tra il suo modo di essere autentica, libera e il modo di vivere di una società, quella siciliana del tempo, molto chiusa e ancorata a determinati schemi, tabù relativi a comportamenti e a quell’onore e a quel rispetto di cui si è sempre tanto sentito parlare – Rosa convola a nozze con un altro uomo, Nino, e inizia il suo percorso di donna e madre. Saranno diverse le situazioni che dovrà affrontare, come il rapporto con un marito ambiguo, fagocitato dalla sua “droga” – con delle problematiche che si accentueranno dopo il suo ritorno dalla guerra – e assente, soprattutto in alcune circostanze riguardanti il benessere dei figli e il sostentamento della famiglia. In quella solitudine, Rosa, sorretta comunque dalla fede e da una sentita spiritualità, si troverà ad affrontare una battaglia difficilissima: suo figlio Salvatore avrà bisogno del suo sostegno e lei, come tutte le mamme che vivono per i propri figli, cercherà di fare il possibile per aiutarlo. Rosa si sentirà molto sola; tuttavia, come accade in quelle circostanze della vita nelle quali ci si avverte smarriti, d’un tratto succederà qualcosa che ridimensionerà le prospettive e il suo modo di approcciarsi alla vita stessa. Spesso sono proprio le difficoltà, le cosiddette prove della vita, che nascondono opportunità inaspettate. Ad un certo punto un nuovo capitolo, foriero di decisioni importanti e cambiamenti, sembrerà aprirsi per la nostra eroina. Nell’esistenza della protagonista torneranno così i colori di un tempo, quelli della sua fanciullezza quando tutto il suo mondo era pieno e soddisfacente. Una buona stella spazzerà via quella cattiva che l’aveva provata per così lungo tempo. Rosa tornerà a sorridere e a vivere pienamente… Ma all’improvviso accadrà l’imprevedibile… Ancora una volta il fato ci metterà il suo zampino. Cosa accadrà alla nostra eroina? Quali soprese l’aspetteranno dietro l’angolo? Lo scoprirete leggendo le intense pagine di questo romanzo, attraverso il quale l’autrice mostra, magistralmente, un vivido affresco della Sicilia del tempo, con interessanti curiosità riguardo a certe tradizioni tipiche della regione, che lascerà i lettori incollati e col fiato sospeso fino all’ultima sequenza. Consigliatissimo!
Alessandra Ferraro (giornalista Rai).
INTERVISTA
Come nasce l’idea di questo racconto?
Ho sempre amato raccontare le storie, soprattutto quelle che hanno il sapore della verità. La storia di Rosa, per la quale ho dovuto raccogliere le testimonianze dei protagonisti o di persone che li hanno conosciuti, mi ha però catturato fin dall’inizio, perché mi ha riportato indietro nel tempo, facendomi riflettere su quanto dovesse essere faticoso il percorso delle nostre mamme e delle nostre nonne, che hanno vissuto epoche non facili, gli anni lontani del Fascismo, della guerra e del dopoguerra, nella Sicilia di allora. Per la maggior parte delle donne di un tempo la possibilità di scegliere non era affatto scontata e l’accettazione di un destino, anche se avverso, in nome dei principi della morale, si presentava come un fatto del tutto naturale. Ho pensato a quanta forza e quanta determinazione dovessero albergare in queste donne per le quali avere il pane e la carne tutti i giorni sulla tavola non era un fatto certo, come lo è per noi oggi, donne che non hanno avuto forse neanche il tempo di avere paura della guerra e di tutto quello che una guerra comporta, attraversando esperienze per noi inimmaginabili, donne che hanno vissuto drammi in famiglia, affrontandoli con un’energia straordinaria. Il personaggio di Rosa, perciò, mi è apparso come il simbolo della modernità e dell’indipendenza di tutte le donne di oggi. Questi motivi mi hanno spinto a raccontare la sua storia.
Donne e coraggio. Quale il suo pensiero in merito?
La protagonista del mio romanzo, Rosa, è davvero un personaggio dotato di straordinario coraggio. Nonostante le vicissitudini, anche drammatiche della sua esistenza, Rosa non perde mai del tutto la speranza. La sua tenacia la condurrà lungo un percorso di emancipazione, alla ricerca di quella felicità che solo il possesso della piena libertà e della consapevolezza può dare. Rosa è uno dei tanti esempi di donne che, nella vita, anche in condizioni avverse, hanno dato prova di grande coraggio, un coraggio che spesso convive con la paura e la fragilità. Penso che, se oggi finalmente le donne hanno raggiunto pari dignità rispetto all’uomo, hanno però dovuto subire nel corso dei secoli continue discriminazioni, fino a quella rivoluzione femminile che le ha rese protagoniste della storia. Così queste donne, per tanto tempo zittite, messe in disparte, senza diritti, hanno tirato fuori la caparbietà, la perseveranza e il coraggio per realizzare i loro sogni. E oggi l’universo femminile, costituito da celebri leader politici europei, astronaute, ministre, scienziate, rivoluzionarie fa ruotare il mondo, apportando il suo valido contributo di intelligenza e creatività, con un importante valore aggiunto: il cuore.
Qual è il messaggio più significativo che ha voluto trasmettere nel suo romanzo?
Il messaggio è che ogni donna può trovare in sé, anche di fronte al dolore, la forza per andare avanti. Se ci è riuscita Rosa, che ha affrontato con grande dignità drammi come la dipendenza psicologica, la disabilità, il divorzio, la crisi spirituale, ogni donna può farlo, grazie alla capacità, distintiva del sesso femminile, di saper gestire quel mostro che viene chiamato “dolore”, di iniziare ogni giorno un nuovo capitolo della sua storia e dire no a quelle che vengono spacciate per delle” leggi calate dall’alto dei cieli”, per dirla alla Dacia Maraini, ma che sono in realtà degli abusi.
A proposito della sua opera...
Ci tenevo a sottolineare che questo libro affronta delle tematiche che mi stanno molto a cuore. Una di queste è “la droga” come dipendenza dal vizio del gioco, molto più subdola delle sostanze stupefacenti perché non ha effetti palesi sull’aspetto fisico, ma sulla psiche; la “disabilità”, a cui un tempo ci si approcciava negandola o nascondendola agli occhi di tutti per vergogna, ma che Rosa affronta come una battaglia personale; il “divorzio” che, prima della legge Fortuna-Baslini degli anni Settanta, non esisteva, lasciando persistere situazioni dolorose, crisi coniugali, violenza domestica, adulteri, in nome della morale. In un’epoca non pronta culturalmente ad accettare una donna che voglia separarsi e condividere la sua vita con un’altra persona, Rosa scardina le regole della società. C’è poi una tematica più spirituale: dopo una fase di perdita della fede, un percorso di ritorno a Dio, che culmina in un’esperienza di pre-morte.
Ha in cantiere qualche altro lavoro letterario?
Sì, ho ultimato una serie di racconti che costituiranno un unico libro. Inoltre, una storia bellissima e anch’essa ispirata alla realtà sta prendendo forma dentro di me e aspetta di essere elaborata.
BIOGRAFIA
L’autrice, Concettina Costa, nata a Taormina, vive attualmente a Giardini Naxos, un bellissimo paesino affacciato sul mare, in provincia di Messina. Laureata in Lettere antiche presso l’Università degli Studi di Messina, ha svolto la professione di insegnante di Lingua e Letteratura italiana nelle Scuole secondarie superiori. Al mondo della Scuola, che ha avuto per lei un ruolo di primaria importanza, si è sempre approcciata con un forte senso della responsabilità ma anche con il desiderio di ricercare sempre nuove motivazioni per gli studenti che, come si sa, attratti dalla cultura del facile successo e dalla seduzione del consumismo, tendono a disertare quel luogo dove dovrebbero trascorrere gli anni più belli della loro vita. Nell’ambito della Scuola si è dedicata con entusiasmo all’organizzazione di progetti didattici e importanti concorsi letterari, riscoprendo giorno dopo giorno la passione di insegnare e il piacere di raccontare. Autrice di testi poetici e di opere di narrativa, ha pubblicato nel 2020 il romanzo “La forza del dolore”, e nel 2021 il romanzo “Rosa”, editi dalla CTL Editore Livorno-Libeccio. Ambedue le opere sono ispirate a delle storie vere, per le quali l’autrice ha raccolto testimonianze di prima mano.
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