PALMA DI MIELE - L'AMORE SOFFOCATO
L’AMORE SOFFOCATO
di PALMA DI MIELE
GENERE: GIALLO PSICOLOGICO
RECENSIONE
Cos’è la vita se non una grande “recita”? Leggendo le pagine del romanzo L’amore soffocato (Armando Curcio Editore, anno di pubblicazione 2021, pagg. 129) dell’autrice Palma Di Miele l’interrogativo – che appare lecito – ci riporta quasi istintivamente alla concezione della realtà professata dal grande drammaturgo e scrittore agrigentino Luigi Pirandello, il quale, avendo una visione perlopiù pessimistica della vita, sosteneva che quest’ultima fosse una grande recita in cui ciascun individuo indossasse una maschera. Le maschere, che rappresentano la frantumazione dell’io in identità molteplici, consentirebbero l’adattamento dell’individuo al contesto e alla situazione sociale di appartenenza. Secondo Pirandello sarebbe la vita stessa a imporre a ciascuno le maschere. Ed è proprio una maschera che indossa l’interessante protagonista del romanzo – descritto abilmente dalla Di Miele – e non solo il protagonista, ma anche tutti gli altri attori. Secondo la visione pirandelliana, la necessità di aderire a una posizione sociale, il conformarsi a degli schemi fanno sì che l’uomo non sia mai davvero completamente libero. Ma fino a che punto si può mantenere una maschera? Fino a quando si può continuate a recitare ingannando gli altri e soprattutto sé stessi? Come si può violentare la propria anima costringendola in una forma e impedendo all’individuo il libero scorrere della vita, le naturali inclinazioni e aspirazioni del suo essere? Il prezzo da pagare potrebbe essere troppo alto. Ingannare gli altri ad un certo punto potrebbe risultare eccessivamente dispendioso in termini di energie per sé stessi. Rinunciare alla propria libertà d’essere, soffocando la propria essenza porterebbe a un intollerabile malessere. Il conflitto, gestibile inizialmente dall’individuo senza grossi investimenti psicologici, condurrebbe a drammi interiori e a una inevitabile esplosione. È proprio questo il percorso conflittuale e sofferto che si trova ad affrontare Ludovico, combattuto inizialmente tra la necessità di continuare la sua vita di apparenze, di agi e di prestigio sociale e il coraggio della verità per poter finalmente dare alla sua esistenza una svolta secondo il senso che intimamente preme. Proprio in quanto esseri in relazione, anelli di una catena sociale, ogni decisione e azione del singolo individuo/attore determinano reazioni e conseguenze anche per le altre persone. Benché si possa affermare che ognuno sia libero di professare fedi, credenze, orientamenti, nessuno è avulso dal contesto sociale nel quale si trova ad agire e col quale deve continuamente confrontarsi. Anche la più ingenua e semplice decisione/azione mette in moto reazioni e conseguenze che possono rivelarsi anche drammatiche. Spesso capita che per timore del giudizio sociale si eviti di mostrarsi per quello che realmente si è. Così come capita che i più coraggiosi decidano di sbarazzarsi della maschera che indossano. Tutti i protagonisti del romanzo della Di Miele indossano le proprie maschere e tutti quanti saranno coinvolti e interessati a scoprire la verità su un efferato delitto compiuto a scapito di una donna che nasconde anch’essa più volti: Carol Alberti. Saranno le indagini condotte dell’ispettore Giulia Ravesi a far venire a galla verità e impensabili intrecci tra i vari personaggi.
Non è tanto per la descrizione di ambienti e situazioni, quanto per l’abilità nel delineare i profili psicologici di alcuni personaggi in particolare che la lettura del romanzo risulta piacevole e interessante. Lo stile, per lo più colloquiale, consente al lettore di sentirsi partecipe e presente allo svolgimento della storia. Pur con qualche ingenuità stilistica, il romanzo è ben strutturato e si dipana seguendo le caratteristiche tipiche del genere giallo. Un’opera narrativa che molto fa riflettere sull’essere e l’apparire, dunque sulla vita, le ragioni interiori, le pulsioni autentiche, i sogni e sulla forma, le convenzioni sociali, le aspettative, gli obblighi, i ruoli. Così come fa riflettere quanto si possa essere condizionati da pregiudizi e luoghi comuni che rendono difficile il mostrarsi autentico di ogni individuo. Difficoltà riscontrabile anche in una società che si suole definire evoluta e civile quale la nostra. Ma ancora di più fa riflettere sull’amore, che essendo una necessità dell’anima non può rimanere celato. L’amore, ad un certo punto dichiarato da Ludovico, rappresenta proprio l’autenticità dell’essere, la vera vita, il coraggio di un uomo che decide di svincolarsi dai condizionamenti delle forme. L'amore dichiarato da quasi tutti gli altri personaggi della storia, invece, è diverso e lontanissimo da quello dichiarato dal protagonista. In fondo cosa è l’amore se non autenticità, spontaneità dell’essere e coraggio? L’amore non può certamente giustificare alcun delitto, neanche con il “senno” del pentimento. Ma chi è veramente Ludovico Ribaldi? Quale natura nasconde? Quali sentimenti cela sua moglie Diana dietro quell’apparente volto severo, raffinato, elegante e aristocratico? Quali dissidi e sofferenze soffocano Guido, il loro figlio? E chi è Carol Alberti, la donna brutalmente assassinata? Lo scoprirete leggendo l’interessante romanzo della Di Miele che si conclude con un inatteso e avvincente colpo di scena.
Teresa Laterza
Loredana Angela
INTERVISTA
Come nasce l'idea del Romanzo?
L'idea di scrivere il Romanzo nasce dal bisogno di esprimere emozioni fortissime: la paura e l'amore. Due sentimenti primordiali, apparentemente opposti l'uno all'altro, eppure parti imprescindibili dell'essere umano. Che "sente, senza essere ascoltato". Vittima del buio che talvolta lo circonda, inglobando pensieri e parole, immagini e azioni, tacendo, fino a soffocare ed annullare la vita! In concomitanza con il primo periodo pandemico COVID-19 dello scorso anno, ho sentito il bisogno di "raccontare" sensazioni e fatti che custodivo dentro di me. Dinanzi alla possibilità che "il mondo smettesse di scandire le azioni di una società frenetica, spesso disattenta e poco incline ai ritmi dell'anima", mi sono fermata ad ascoltare la "mia". Iniziando ad imprimere sulla carta, emozioni e sensazioni assorbite dalle voci di chi, "viveva drammaticamente senza vivere, la propria esistenza". Sono bastati pochi momenti per far defluire ciò che la mia mente, "conservava". Inconsapevolmente, l'insieme dei pensieri, ha dato vita al racconto.
Cosa significa scrivere per Palma Di Miele?
La scrittura e la versificazione sono parte di me! Scrivere sulla carta mi permette di comunicare emozioni profonde che "rimangono oltre il visivo e riescono a sfuggire all'incedere del tempo". Fissandosi oltre le barriere delle convenzioni, dei formalismi perché "sospinte dalla forza del cuore".
Qual è il messaggio più significativo che ha voluto trasmettere con la sua Opera?
Il romanzo "L'Amore Soffocato" promuove il superamento dei confini stereotipati di una società ipocrita, bigotta e manchevole di un reale ammodernamento culturale e sociale. Che "non accoglie, né supporta chi vive nel bisogno". Al contrario, continua ad etichettare gli individui, la loro natura primordiale di "esseri umani liberi, capaci di esprimere emozioni senza, limitazioni o condizionamenti avversi alle proprie inclinazioni o ai propri sentimenti".
Ha in cantiere qualche altra pubblicazione?
Sì. Ho scritto altro materiale con l'idea di pubblicare nuovi lavori in tempi brevi. Dei quali però non vorrei anticipare nulla, confidando nella fortuna e nelle attese future.
BIOGRAFIA
Palma Di Miele nasce a Caserta il 2 settembre 1971. Amante dei Thriller e attenta osservatrice dei drammi umani coltiva la passione della scrittura e della poesia sin da ragazza. Frequenta il liceo e consegue la maturità nel 1989, successivamente quella commerciale e magistrale. Pochi anni dopo, consegue la Laurea in Lettere e Filosofia. Intraprende la professione di docente, dapprima alla Scuola dell'Infanzia, poi alla Scuola Primaria. Attualmente è docente di ruolo di Discipline letterarie presso un Istituto di Istruzione Superiore di Secondo Grado. Appassionata d'arte e di musica. Ama viaggiare e conoscere luoghi diversi. È felicemente coniugata con G. L. suo compagno da oltre vent'anni.
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