VITTIME E CARNEFICI ALLO SPECCHIO

di SARA CASTELLI

GENERE: RACCONTO/SAGGIO

Audio lettura di un brano tratto dal libro nel link di seguito:

RECENSIONE

Molti si dilettano nella scrittura, ma pochissimi nella lettura. È un dato che emerge da una importante indagine ISTAT condotta negli ultimi anni per sottovalutare il grado di conoscenza e di alfabetizzazione degli italiani. A meno che non si tratti di scrivere un fantasydove l'elemento principe è appunto la fantasia, per poter narrare qualcosa di spessore che abbia senso e contenuto – a parte l'immancabile conoscenza corretta della lingua italiana – è fondamentale leggere, informarsi, ricercare. In poche parole, essere sempre assetati di sapere. Del resto, anche il saggio filosofo Socrate sosteneva che «il vero sapiente è colui che sa di non sapere», perché l'umiltà di non sentirsi mai possessori di verità assolute spinge chi è in viaggio della conoscenza a ricercare di continuo esternamente e soprattutto internamente, nell'intimo del proprio animo, poiché per una comprensione è necessaria una conoscenza interiore di sé stessi. Il significato di conoscenza, quindi, è molto più articolato, complesso e profondo di quanto si possa pensare.Gnōthi seautón : conosci te stesso, com'è noto, appunto, è la scritta che campeggiava sul pronao del tempio del dio Apollo a Delfi e che per secoli ha influenzato i più importanti pensatori della cultura occidentale, da Socrate a Platone, da Sant' Agostino a Kant, che si interrogavano sulla conoscenza e sul sapere.

Ed è proprio questo il sentiero che percorre l'autrice Sara Castelli con la sua opera Vittime e carnefici allo specchio(Casa Editrice Booksprint, anno di pubblicazione 2021, pagg. 144); opera che non è un semplice libro di racconti, di avvenimenti relativi al suo impegno come assistente di persone in difficoltà, bensì un saggio dove vari aspetti: genetico, psicologico, sociologico e anche astrologico, si mescolano in un tutto organico, sì da conferire allo scritto un carattere di singolarità e autenticità. La scrittura di questo saggio consentire all'autrice di andare a scandagliare gli angoli più riposti della coscienza o, più propriamente, voler usare una terminologia psicologica, dell'inconscio, ossia di quella parte nascosta che ha a che fare con i nostri comportamenti e modi di essere strani o patologici che si sono radicati nell'infanzia in conseguenza a traumi o mancanze.

L'autrice giunge alla considerazione di come, sia la personalità narcisistica del soggetto sia quella delle vittime si siano formate nel processo di interazione natura-cultura. Se infatti è vero che si può nascere con una quindi marca volersi distinzione, alla vanità, alla presunzione, ad avere insomma unata stima di sé stesso, dall'altra è altrettanto vero che l'ambiente e la cultura, l'educazione, le persone che si tratta o, al contrario, di interessasno dell'educazione e della cura degli educandi, rappresentano quelle variabili importanti atte a sviluppare e consolidare quel tipo di sviluppo genetico.

Ciò che caratterizza l'opera della Castelli è senza dubbio non solo la capacità di analizzare e disquisire sulle dinamiche comportamentali altrui, ma anche, al contempo, quella di rivelarsi in prima persona, mettendosi a nudo, interrogandosi e ponendo sotto la “lente d' ingrandimento” – non con disinvoltura, in quanto narrare di sé stessi non è mai semplice – il proprio vissuto, le mancanze sperimentate, le difficoltà, le difficoltà che l'hanno portata a essere la donna che oggi è: un'assidua ricercatrice, interessata un trovare Correlazioni sull' Essere, spaziando, com'è giusto che sia, tra diversi ambiti disciplinari; consapevole che ognuno di questi ambiti possa fornire contributi utili alla conoscenza. Ma ciò che più colpisce nei suoi lavori scrittori non è solo la bravura nell'argomentare ad arte, muovendosi abilmente tra le diverse discipline e affrontando con franchezza le varie domande, ma la capacità di spingersi fino al punto da imbastire delle “dimostrazioni”, proprio come fanno i noti e bravi ricercatori. Abilità, quella dell'imbastire dimostrazioni, già ampiamente evidente nella sua opera Il convivio astrologico tra arte, miti e spiritualità. Esisterebbe un destino per ognuno di noi, dove però per destino non s'intende, come erroneamente si pensa, ciò che è già segnato e deciso a priori. Noi, in sostanza, siamo ciò che siamo non solo in ragione di un codice genetico che ci è dato alla nascita e che si pensa hanno dato immutabile – recenti studi hanno dimostrato che la stessa struttura celebrale si modifica in risposta quindi alle stimolazioni dell'ambiente dell'esperienza – tuttavia, sostiene l'autrice, siamo il prodotto dell'interazione tra elementi naturali (geni), variabili culturali e influenze astrologiche e spirituali. A proposito della concomitanza tra ambiente e carattere, molto interessanti risulta le riflessioni dell'autrice sulla sicilitudineche la porta a spaziare da Sciascia a Pirandello. Del nostro essere in un modo nel presente, come qualcosa che scaturisce da un determinato passato, già se ne parlava agli albori della psicanalisi con Sigmund Freud, anche se il discorso del medico era incentrato maggiormente sulle nevrosi, sui comportamenti patologici. Sarà grazie a Jung che si sarà poi a anche di anima, di affettività parlare e di intuito, realtà che non sfuggono all'autrice che non solo accoglie, ma indaga. Significativa è la frase di Jung «Rendi coscientemente l'inconscio, altrimenti sarà l'inconscio a governare la tua vita e tu lo chiamerai destino». Qui si sottolinea l'importanza della consapevolezza che è proprio il senso dell'opera coraggiosa, Vittime e carnefici allo specchio, della Castelli e che rappresenta un interessante viaggio alla ricerca di sé stessa.

Per chi fosse interessato alla natura complessa dell'essere umano ma anche curioso di scoprire possibili e importanti correlazioni del perché sul nostro modo di essere nel mondo, il libro della Castelli è di quello giusto. Vittime e carnefici allo specchio : un'opera di spessore che affascina e incuriosisce.

Teresa Laterza

INTERVISTA

Come nasce l’idea di questo libro?

L’idea di scrivere le pagine di questo libro, nasce dal malessere che serpeggia nella nostra società, sempre più spesso imbrigliata nelle strette maglie di una cultura assente di empatia e scevra nel riconoscere l’esigenza di un cambiamento che migliori lo stato del singolo, prima che si giunga ai fatti di sangue come riporta ogni giorno la cronaca. La scienza psicologica non ha alcun dubbio, quando spiega che i traumi infantili come l’abbandono e l’assenza di nutrimento affettivo, inibiscono l’evoluzione creando soggetti introversi e sottomessi, ma anche produttori di rabbia, il cui interesse nei confronti dell’altro è quello di renderlo dipendente adoperando una forma di stupro psicologico. Avendo svolto lavoro Socio-sanitario, di questo fenomeno diffuso e sottovalutato ho sufficienti testimonianze a conferma delle azioni di schiavitù persino tra consanguinei; senza dimenticare l’abuso di potere esercitato da alcuni dirigenti nei confronti di un dipendente, e la violenza con stolking insita nella coppia sentimentale…

Quanto al soggetto con personalità narcisistica, si può parlare esclusivamente di carnefice o sarebbe anch’egli una vittima?

Vittima e narcisista vivono il disagio di un’infanzia ferita. Differente è il loro modo di approcciarsi alle emozioni poiché hanno una diversa percezione dei traumi. La vittima, dal carattere insicuro e fragile, paradossalmente tende a prestare cura alla persona che la circuisce con fare adulatorio nella prima fase. Più tardi ne subirà lo stupro psicologico. Riflettendo se stessi nello specchio interiore, l’ambigua condizione dualistica si può rilevare scoprendo il subdolo legame in cui si è co-responsabili. Nel tentativo inconscio di liberare la mia vita da un legame malato, sono stati sufficienti tre minuti, uno scoppio d’ira che ha invertito il mio stato di vittima a quello di carnefice.

La complessità dell’Essere. Il suo parere al riguardo.

Non avendo fatto studi filosofici sarò breve. Immagino che la complessità dell’Essere non sia replicabile, ne misurabile allo stesso modo delle cellule, ma credo che l’intero sistema biologico con la sua fitta rete di neuroni, sinapsi, liquidi, nervi etc, siano alla base di quel delicatissimo intreccio di elementi astratti che rendono sofisticato il concetto dell’Essere.

Ha in cantiere qualche altro lavoro scrittorio?

Conto sull’ispirazione che potrebbe nascere dal mio sogno ricorrente. Il prossimo libro avrà i connotati di una bellissima ed esclusiva storia d’amore.

BIOGRAFIA 

Sara Castelli nasce in Sicilia. Come lei tiene a precisare, il lungo periodo vissuto a Roma e l’orfanità, fanno di lei una figlia della lupa romana. Il lavoro di operatrice olistica e la sua vena creativa lo deve alla città Eterna, dove ha visto fiorire la sua capacità di scrittura, ma anche di pittura e creazione di mosaici. L’autocura è il tema privilegiato che in vario modo caratterizza i suoi lavori letterari. Con la BookSprint Edizioni, ha pubblicato nel 2018 “La zingara e la clessidra" (libro presentato presso il Dipartimento di Scienze Cognitive, Psicologiche e Pedagogiche degli studi Culturali dell’Università di Messina). Con la stessa casa Editrice, ha pubblicato nel 2020 “Il Convivio Astrologico tra arte miti e spiritualità”— In chiave romanzata, il saggio mette in risalto le dinamiche di scambio— tra forza terrestre e celeste— le quali interagendo, condizionano l’esistenza dell’individuo affinché egli possa sviluppare talenti e virtù, dovendo però contrastare l’attitudine al rischio di quanti alimentano i vizi con azioni deplorevoli. “Vittime e carnefici allo specchio” appena pubblicato, rappresenta un tentativo per coinvolgere la coscienza di quanti recano abusi ai più fragili. L’autrice, vittima anch’essa di violenza psicologica, chiama in causa le Istituzioni che risultano inadeguate nell’applicare un piano personalizzato di psico-analisi, volto a riabilitare la persona con disagio.