SILVIA CERVELLATI: SE NON ESISTONO GLI ANGELI
GENERE: ROMANZO
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RECENSIONE
La protagonista del romanzo Se non esistono gli angeli, scritto da Silvia Cervellati e pubblicato dalla Youcanprint nel 2020, è Diana Torvasi, una donna che appare dura e spregiudicata. Cintura nera di karate, non esita a stendere gli avversari sia nello sport che nella vita, soprattutto se sono uomini. È cinica e disillusa, non crede che sia facile trovare qualcuno disposto a costruire un rapporto solido, basato sui sentimenti. Così si lancia in storie senza impegno, di poco conto. Ha un'amica sposata, Rosy, che la sollecita a mettere la testa a posto e a trovarsi un bravo marito, così come ha fatto lei. Ma Diana ha subito il trauma della morte di sua sorella Enrica, che ha lasciato un diario, in cui ha sfogato un dolore nascosto a tutti. Leggendolo, Diana soffre e si dispera per non aver capito in tempo la sua tragedia. Non ha più nemmeno il padre, che per lei era come un'àncora e non ha ancora accettato che sua madre si sia legata ad un altro uomo. La sua amica, in realtà, non è serena come fa credere, finge di essere una casalinga appagata, invece non è in sintonia con il marito, lo sente distante, così finisce per lanciarsi in un'avventura pericolosa. Diana cerca di dissuaderla dal fare passi falsi e tra le due donne esplode un contrasto che le allontanerà. Nella palestra in cui si allena, Diana conosce un uomo che non è attratto da lei solo per la sua avvenenza, è diverso dagli altri. Alla fine di una serata trascorsa insieme con amici comuni, i due si baciano. Quando lei va via, lui la segue fino a casa, ma rimane in macchina a guardare la sua finestra, senza trovare il coraggio di raggiungerla. Stranamente anche lei, che di solito è disinibita, stavolta è cauta, quasi intimorita e, nascosta dietro la tenda, si limita a spiarlo, chiedendosi perché non esca dall'automobile e non venga a cercarla. Forse la sua corazza dura sta per sgretolarsi? Se non esistono gli angeli è certamente un romanzo di denuncia verso le violenze perpetrate alle donne, anche dentro le mura domestiche, di cui non si parla mai abbastanza. L'autrice vuol far capire che bisogna chiedere aiuto e denunciare, perché il silenzio talvolta uccide, come è accaduto ad Enrica. Ma è anche un romanzo di introspezione, Diana e Rosy, infatti, tra tante difficoltà e conflitti, cercano di raggiungere un equilibrio interiore, ma purtroppo lo otterranno solo dopo aver attraversato sentieri impervi. Diana, per aprire il suo cuore alla fiducia verso gli uomini, dovrà prima necessariamente ricucire le sue ferite, ancora aperte, per trovare finalmente un po' di pace. Rosy, in fondo, desidera solo riscoprirsi attraente e appassionata accanto al marito che ama. Nonostante l'irrequietezza e la sofferenza, le due donne mostrano la loro sensibilità, che avevano temporaneamente sepolto sotto la coltre delle loro frustrazioni. Il messaggio trasmesso dall'autrice è che si può sbagliare e soffrire, ma non si deve rimanere per sempre irretiti in una condizione di prostrazione. Occorre trovare la forza e il coraggio di costruire qualcosa per cui valga la pena vivere. È importante farlo per sé stessi e anche per coloro che avrebbero voluto riuscirci ma non ce l'hanno fatta, perché si sono arresi, convinti di non avere più scampo. Questa storia rivela che ci possono sempre essere nuove possibilità, nuove occasioni, nuovi inizi per chi non si arrende, perché in fondo "La vita non è mai né solo buona né solo cattiva", come affermava Maupassant. Gli ambienti e i personaggi del romanzo sono ben caratterizzati. Le strutture sintattiche del testo, così come le scelte lessicali, invece, dovrebbero essere revisionate da un editor, per valorizzare meglio l'opera, che offre al lettore una storia avvincente.
Mariella Manganaro
INTERVISTA
Come nasce l’idea di questo romanzo?
Ho immaginato una donna dal carattere forte, indipendente e libera... raffrontando questa sua “libertà” a ciò che normalmente viene applicato al maschile e sottolineandone la differenza nell’impostazione morale. La protagonista di “Se non esistono gli angeli” è sì, una donna emancipata, ma con un codice etico di estrema correttezza: è di fatto una donna schietta con se stessa e gli altri.
Cosa significa scrivere per Silvia Cervellati?
Amore. Tanto amore da dare a chi legge, regalandogli momenti di lontananza dalle proprie tristezze, noie, insoddisfazioni. Scrivere è la mia anima... anima che in questo gesto vuole donarsi in amicizia, comprensione, umanità e anche buonumore, a chi ne cerca. Scrivere è avvicinarsi e avvicinare. È un atto di amore verso il prossimo.
Quali sono i messaggi più importanti che ha voluto trasmettere con questa sua opera?
Sicuramente il valore dell’amicizia, anche quando non è perfetta. I rapporti umani sono “lavori in corso a effetto continuato”: non si può pensare di avere l’affetto, la stima di una persona o la sua pazienza, ad libitum... così, senza far niente per guadagnarcelo ogni giorno. Ogni rapporto è costruito giorno dopo giorno perché la vita cambia, in noi, passando il tempo, il modo di interpretarne gli aspetti. Non si può restare indietro. Ma un altro fattore importante del racconto è la denuncia del generale disinteresse di fronte a certi fatti. Io penso che di “privato” ci sia ben poco, a questo mondo, perché l’indifferenza nei confronti di chi soffre ricade sempre, in un modo o nell’altro, su di tutti. Pensare agli affari propri, spesso vuol dire: lasciare che cose brutte accadano, anche quando avremmo il potere di sventarle... e questo non può che nuocere alla qualità dei rapporti sociali.
Ha in cantiere qualche altro lavoro scrittorio?
Naturalmente... chi potrebbe fermarmi? Sto lavorando ad una nuova storia e in qualche pausa, come spesso accade, concedo a cuore e carta sprazzi di poesia che andranno ad alimentare un’altra delle mie raccolte.
Scriva ciò che ritiene importante in riferimento al suo libro.
L’amore, l’odio, la passione che vi sono contenuti; la forza del perdono per noi stessi nell’accettazione dei nostri limiti non come atto di rassegnazione, ma di consapevolezza di avere dato sempre quanto si potesse in ogni circostanza.
BIOGRAFIA
Silvia Cervellati è nata a Ferrara il 31 maggio 1958 e risiede a Novara da alcuni anni. Ha pubblicato i romanzi: “Non posso dirti addio”; “Per chi non vuol sentire”; “Ritratti in uno”; “Rose!”; “Se non esistono gli angeli”; “La bellezza di mia madre”; la trilogia “Quando il mare lascia isole”, “Fatta di ripetute stelle”, “Sul ventaglio dell’acqua”. Ha pubblicato inoltre le raccolte: Poesie d’amore”; “Nuove poesie”; “Notti e Giorni”; “Portati dal vento”; “Frammenti di vetro” (poesie e racconti); “Paralleli Senza” e “Liberazione”.
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