PATRIZIA FUSARO: GUARDARSI DENTRO

LA LIBERTÀ DI ESSERE SÉ STESSI

GENERE: RACCONTI/COMPONIMENTI POETICI

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RECENSIONE

«Essere sé stessi in un mondo che cerca continuamente di cambiarti è la più grande delle conquiste» (Ralph Waldo Emerson). «Sii sempre la versione migliore di te stesso e non la brutta copia di qualcun altro» (Judy Garland).     Sulla stessa linea di tali affermazioni, e di notevole interesse, è il libro di racconti e pensieri Guardarsi dentro - La libertà di essere sé stessi, (Booksprint edizioni, anno di pubblicazione 2021, pagg.102) che ci propone con saggezza, e mai con spavalderia, la giovane autrice Patrizia Fusaro. In un mondo che ci vuole sempre più uguali, come fatti con lo stampino, essere sé stessi non è certamente facile poiché ciò richiede coraggio e pensiero critico. La nostra società, sovente, ci impone di identificarci con modelli preconfezionati creati dai mass media, come se non ci fossero alternative o come se non avessimo nessuna scelta sulle nostre vite. Sempre di più si assiste a comportamenti omologanti e conformi che, soprattutto in riferimento agli accadimenti degli ultimi tempi, rischiano di diventare seriamente pericolosi.   Essere sé stessi vuol dire prendere in mano la nostra vita e viverla come meglio crediamo – qui chiaramente non si parla di libertinaggio – senza essere prigionieri di giudizi e comportamenti altrui, considerando, inoltre, che, qualsiasi comportamento decidiamo di adottare, la critica è sempre dietro l’angolo.

  Diviso in quattro sezioni: Quello che i miei occhi guardavano – Covid 19; Mi perdo navigando nei miei pensieri; Un bandito fuori legge con un’unica legge: amare la vita!; Marta una ragazza felice, l’opera della Fusaro coniugando realtà – quella che viviamo ai nostri giorni – e fantasia – quella espressa nella sezione poetica e nei due racconti – riesce a far passare con lucidità, convinzione e fermezza, messaggi importanti, utili per vivere in armonia in primis con sé stessi; e ciò è possibile soltanto amandosi. Sentimento – l’amore per sé stessi – che nulla ha a che vedere con la personalità narcisistica o l’essere egoisti.

 Amare sé stessi significa accettare e rispettare chi siamo in profondità, con i lati belli e quelli meno piacevoli. Solo amando noi stessi possiamo prenderci cura di noi, onorare i nostri limiti, ascoltare i bisogni, rispettando sogni e obiettivi. Quali disastri potrebbero accadere se ci si lasciasse convincere da altri riguardo a una realtà che noi vediamo del tutto differente? Cosa potrebbe capitare se si facesse della televisione un guru e delle notizie passate dai giornali dogmi da non poter mettere in discussione? L’autrice ne parla ampiamente nel racconto Quello che i miei occhi guardavano - Covid 19; una disamina di quello che è accaduto e che continua ad accadere nel modo di rapportarsi a questo virus che ha, purtroppo, sconvolto il quieto vivere di tutti noi. È mai possibile rinunciare a vivere per paura di morire? Può la paura trasformarsi in ossessione? Con un linguaggio spedito l’autrice narra di come TV e giornali sono riusciti a terrorizzare moltissime persone che nel giro di pochi mesi hanno messo in atto comportamenti rasentanti la follia:

«Ci tenevano in casa come persone recluse. Io andavo al supermercato munita di autocertificazione… Se non indossavi la mascherina la gente ti guardava come un nemico da evitare… Mi vedevano uscire a fare la spesa e io per loro ero il nemico che poteva contagiarsi con il Covid-19 e poteva attaccarlo a loro. I carabinieri e i vigili sorvegliavano il quartiere e se vedevano una persona circolare senza ragione, chiedevano un foglio di autocertificazione. Ci rendiamo conto di come questo virus aveva messo in ginocchio l’Italia? Si rischiava molto, non solo per il contagio ma anche per le fragilità di alcune persone emotivamente deboli. Alcuni guardando il paese in quelle condizioni, strade quasi deserte, bar e negozi chiusi, gente camminare con guanti e mascherine andavano in panico; la loro salute emotiva era davvero in serio pericolo. Mi accorgevo che la gente stava davvero male emotivamente. Le persone avevano un’aria strana e gli occhi stralunati mentre camminavano o guidavano la macchina, perdevano subito la pazienza. Davanti ai supermercati si doveva entrare uno alla volta e litigavano per ogni banalità; le persone avevano paura del contagio e molte di loro restavano recluse in casa guardando dalle proprie finestre, come se ci fosse un nemico da combattere. La psicosi aumentava giorno dopo giorno fra le persone e non solo, le misure erano davvero drammatiche, vi erano sempre più ordinanze e restrizioni. Un giorno, davanti al supermercato, una signora mi disse che io avevo i guanti sbagliati, che dovevo entrare nel supermercato con guanti in lattice bianchi e non con guanti in lattice neri, che i miei non erano usa e getta e se li avevo già usati potevano avere i microbi e infettare; io non le risposi ed entrai nel supermercato. Cito un’altra cosa che mi successe andando in farmacia quando mi recai a comprare degli integratori; una mia conoscente dal suo balcone mi urlò: “Patrizia, vai a casa, non si esce” e arrabbiata mi girò le spalle».

 Sono in realtà scene alle quali tutti noi, chi più chi meno, abbiamo assistito nel cosiddetto periodo della “zona rossa”. È chiaro che in molti casi l’ignoranza, i pregiudizi, la mancata elasticità mentale condita con una buona dose di paura hanno contribuito a rendere davvero difficile e assurdo il periodo. Ma come scrive l’autrice non bisogna mai farsi attanagliare dalla paura e perdere la lucidità. Aver paura di respirare, barricarsi in casa per timore di morire è davvero una follia.

 Ed è sempre in difesa del libero pensiero che l’autrice scrive questi intensi versi: «Ma quanto costa la libertà? / Io amo pagarne il prezzo, ma sentirmi libera / di vivere la mia vita come mi pare. /… / Voglio vivere desiderando, / aspettando e amando. / Sono un’anima bella, / in cammino verso un viaggio meraviglioso / che è la vita».

 Altrettanto incisivo e ricco di spirito di libertà è il racconto in cui il protagonista è il bandito fuori legge che ama la vita più di qualsiasi altra cosa, e che decide di cambiare nel momento in cui sta per diventare padre; e, proprio in quel momento, paradossalmente, gli viene tolta la libertà. L’ultima eroina dei racconti è Marta, una ragazza che nonostante la sua disabilità vive pienamente la vita; un insegnamento per chi è solito preoccuparsi per inezie o ingigantire i problemi perdendo con facilità l’autocontrollo.

 Una lettura ricca di contenuti piacevoli. Il linguaggio è semplice. Il testo è pervaso da ingenuità stilistiche. Per chi desiderasse guardare il mondo con gli occhi coraggiosi dell’autrice, il libro è più che consigliato.

Marisa Francavilla

INTERVISTA

Come nasce questo libro?

L'idea del mio libro è nata per la passione che provo per la mia vita, nonostante io non abbia avuto una vita facile ho apprezzato anche l'amaro che sentivo dentro.

Cosa significa scrivere per Patrizia Fusaro? Quali sono i messaggi che ha voluto trasmettere con questa sua opera?

Il coraggio di guardare le mie emozioni anche durante la pandemia e la voglia di libertà che sento dentro la mia anima mi ha dato il coraggio di "amare" la paura.

Voglia di vivere e paura di ammalarsi: le sue riflessioni in merito.

Non ho paura di ammalarmi oppure di morire. La paura è una mia emozione, amo ascoltarla come ogni altra emozione. Amo ascoltare la mia anima, stessa sostanza dei miei sogni. I sogni mi regalano creatività, la creatività mi regala l'immagine e l'immagine mi regala l'immaginazione che mi consente di uscire fuori dal mio tempo.

A proposito del suo libro...

I personaggi che invento riflettono la mia personalità, la mia voglia di evadere dai problemi quotidiani. Siamo nati per completare la nostra opera d'arte: quella che ci permette di realizzarci.

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