L’ECO DEL PASSATO
di SIMONA BOSCO
Tutt'altro che amore
a cura di Daniela A. Sabato
«Lasciami andare, allontanati o mi metto a urlare.» Inizia così il prologo dell’opera L’eco del passato, seguito da un’altra frase ancora più incalzante: «Voglio solo parlarti, non ti farò del male». Generato dalla fervida immaginazione di Simona Bosco, già autrice del romanzo L’ombra del girasole, il thriller incarna alla perfezione lo stile tipico dei giallisti classici americani, e la trama elaborata e minuziosamente dettagliata, correlata di parecchi colpi di scena alternati da profonde riflessioni, ne sono l’inconfutabile prova. Il romanzo (edito da Leone Edizioni, anno 2020, pagine 167) si articola tra passato e presente; un continuo tornare indietro per poi proseguire in avanti; avvenimenti e ricordi s’intrecciano in modo inevitabile nella vita della protagonista Sofia Zarichelli. La storia verte sulle vicissitudini di una donna apparentemente fragile ma con un carattere combattivo e determinato. Giovane vedova, madre di due figlie adolescenti, Sofia è costretta a fare i conti con se stessa e con una realtà quasi inaccettabile e dolorosa tanto da non lasciare spazio alla felicità. Tende a chiudersi a riccio, nessuno può sfiorarla, nessuno può entrare nel suo mondo, ormai non c’è più spazio per un nuovo amore. La Bosco di lei scrive: «Si era creata un modus vivendi ad hoc dentro una bolla dove si sentiva al sicuro». Sofia, discreta e riservata, sopraffatta dalle tempeste della vita, non si lascia facilmente abbattere nonostante tutto, perché non è sola. Spesso la presenza indispensabile di papà Alberto e mamma Stella, sostegno fondamentale per ritrovare il proprio equilibrio emotivo, l’accompagnano con dolcezza verso un cammino più sereno e sicuro. Inoltre l’immancabile amica di sempre, Beatrice, le ricorda, costantemente, quanto siano importanti i legami affettivi. Un rapporto speciale quello fra le due donne, raro, destinato a durare per sempre. Tuttavia non si vive dentro a una bolla, ma si sopravvive, e questo non è accettabile; così dopo le varie e persistenti richieste di Beatrice, Sofia decide di aprirsi al mondo e lo fa durante una breve vacanza in montagna, accettando le romantiche avance di Alexander De Arcontiis: un uomo affascinante, dolce e premuroso, che le farà vivere una storia d’amore fiabesca arricchita di cene a lume di candela, regali preziosi e notti di passione. Un sogno, quello di Sofia, destinato a diventare il suo incubo peggiore. In seguito alle recenti verità venute a galla riguardanti la vita privata di Alex, suddivisa in due determinati e distinti percorsi paralleli: il primo vissuto fra le braccia della sua donna e il secondo fra le braccia di amanti che, indisturbate, riempiono le sue notti insonni durante i viaggi di lavoro, come li definisce lui, Sofia decide di lasciarlo. Da quel preciso momento, l’uomo che ama e che crede di conoscere bene, cambia atteggiamento in modo radicale rivelandosi una persona seriamente pericolosa. L’autrice, srotolando con grande maestria la trama del romanzo, come fosse un involto antico di grande valore, mostra al lettore il reale messaggio nascosto, un argomento delicato e terribilmente sottovalutato davanti a una richiesta di aiuto: lo stalking. Una violenza psicologica e fisica non indifferente che la Bosco descrive in modo ineguagliabile attraverso le emozioni provate da Sofia. Durante la lettura dell’opera si percepisce ogni sensazione, ogni sussulto; la suspense tocca l’apice quando i colpi di scena si susseguono destando stupore e incontenibile curiosità soprattutto verso la fine del racconto. Come non notare la diplomazia e l’eleganza dimostrata dalla Bosco nel descrivere circostanze e dilemmi dettati dall’esigenza di trattare un tema così importante. Solitamente gli stalker agiscono compiendo azioni illecite sempre più frequenti: dai pedinamenti alle intimidazioni, dalle aggressioni verbali alla violenza fisica fino a compiere gesti insani come ad esempio l’omicidio o, come viene definito ormai da tempo, il femminicidio. Cosa provoca tutto questo nella psiche della vittima? Crisi di pianto, sensazione di essere perennemente osservata, pensieri negativi e ossessivi, perdita di peso, depressione e attacchi di panico. Gli psicologi lo definiscono disturbo post traumatico da stress, e Sofia non ne è immune. Soffre talmente tanto da indurre il suo corpo a cedere; la perdita dei sensi è inevitabile, il collasso non è una conseguenza da sottovalutare, e la mancanza di peso non facilita di certo la situazione. Entrare in un vortice aspirante è molto semplice quando si permette a qualcuno di distruggere i propri equilibri interiori, uscirne fuori è difficile ma non impossibile. Simona Bosco, a tal proposito, scrive: «Il rapporto terapeutico è uno spazio delicatissimo e privilegiato tanto rassicurante quanto traumatizzante». Ma sottolinea: «La psicoterapia è fondamentale in questi casi». E lo spiega attraverso Emma, la psicologa di Sofia. Fra le accurate pagine del libro L’eco del passato si evince un numero non indifferente di consigli espliciti, di ipotetiche soluzioni che potrebbero dirimere in modo definitivo i problemi della protagonista. Le parole dei vari personaggi che intervengono positivamente nella vita della protagonista, sono in grado di sorreggerla, incoraggiarla per evitare che Sofia commetta eventuali errori legalmente irrimediabili. Lo stalker tende a isolare la sua vittima, a indebolirla e quando questa non cede ai ripetuti ricatti, allora, le dimostra la sua potenza minacciandone i familiari. La vittima può fermare tutto questo, attraverso l’astuzia, la lucidità, la calma, non cedendo alle provocazioni, denunciando i soprusi subiti, registrando ogni singolo contatto avuto con l’uomo in questione. Questo romanzo, basato sulle cause e sugli effetti di un problema devastante e non ancora circoscritto, sollecita a reagire, a non rassegnarsi agli eventi, a combattere senza avere paura. Quando le cose si mettono male è l’ora del cambiamento, della rinascita, che si raggiunge soltanto lottando a denti stretti, aggrappandosi a tutte quelle cose per cui vale la pena vivere. La penna della Bosco continua a scorrere, e Alberto, padre di Sofia, dimostra di essere un grande insegnante di vita: «S’impara solo vivendo, Sofia, tutto quello che hai affrontato ti servirà per il futuro e quando lo avrai assimilato diventerà una risorsa dalla quale trarre preziosi insegnamenti». La saggezza è di casa Zarichelli, e la sensibilità dimostrata dall’autrice rispetto a all’argomento trattato è encomiabile. L’eco del passato: una storia accattivante e di grande impatto emotivo.
INTERVISTA ALL'AUTRICE
Da cosa ha tratto ispirazione per la stesura di questo romanzo?
Questo romanzo è ispirato alla cronaca che negli ultimi anni non ha mancato di portare alla nostra attenzione storie di stalking troppe volte finite in tragedia.
Il suo romanzo parla di una problematica abbastanza diffusa della nostra società: lo stalking. Quale sarebbe il primo consiglio da dare ad una ipotetica vittima?
Non il primo ma l’unico possibile, denunciare, dal momento che nessuna azione personale può fermare uno stalker.
Crede che cadere nella trappola degli stalker sia in qualche modo "colpa" di alcune persone particolarmente fragili e circuibili?
No, anzi, questo è un concetto da sfatare. Lo stalking è un atteggiamento malato e lo stalker una persona incapace di prendere atto di un “no”, in virtù del quale si sente in diritto di arrivare alla persecuzione, o peggio.
Ritiene che la cultura e gli stereotipi abbiano molto peso nella costituzione di personalità femminili fragili?
Purtroppo sì. Credo che il timore di essere giudicate possa indurre alcune vittime a non chiedere aiuto se non troppo tardi, con conseguenze drammatiche.
Se potesse realizzare una scheda "avvertimento" sintetizzata in cinque punti da diffondere per mettere in guardia le donne da possibili ed eventuali plagi maschili, quale sarebbe?
1. Se esercita un controllo esagerato sulla tua vita, non è amore.
2. La prima volta che diventa aggressivo, minaccioso o violento, lascialo. Lui non cambierà, e la situazione sarà destinata ad aggravarsi.
3. Se è geloso delle tue amiche e dei tuoi famigliari, non è amore.
4. Se non ha fiducia in te, se si irrita quando vivi la tua socialità al di fuori di lui e ti fa sentire in colpa, non è amore.
5. Se ti dà anche solo una sberla lascialo, non esiste giustificazione alcuna alla violenza.
BIOGRAFIA
Simona Bosco è nata nel 1971 a Gallarate, in provincia di Varese. Ha due figli e nel tempo libero che il lavoro le concede ama dividersi tra famiglia, scrittura, sport, lettura e fotografia. La passione per la scrittura la accompagna fin dalla prima adolescenza. Per Leone Editore ha pubblicato L’Ombra del Girasole (2019), L’Eco del Passato (2020) e Parole d’amore (2020).