Multitasking? NO, GRAZIE
Da perfetta tuttofare a felice imperfetta di Chiara Cecutti
“Impariamo a non giudicarci, ma ad acquisire consapevolezza”
a cura di Francesca Andruzzi
Multitasking? No, grazie. Da perfetta tuttofare a felice imperfetta (Ed. Ulrico Hoepli, anno 2020, pagg. 308), di Chiara Cecutti, non è il solito manuale di sopravvivenza per adulti calati in una società che sembra chiedere tutto senza fornire nulla in cambio. È molto di più. Sarà in ragione del lavoro svolto dall’autrice, una executive coach per il middle e top management di aziende nazionali e multinazionali, sarà per la scrittura fluida e coinvolgente, certo è che, nelle pagine di questo libro, il lettore si cala nell’io più profondo, quello sconosciuto o che non ha voluto fino ad oggi conoscere. L’approccio dell’autrice è familiare, anzi, meglio, amicale. E la lettura diviene l’occasione per vedere e rivedere quei comportamenti che, per troppo tempo, sono stati considerati salvifici e che, invece, hanno contribuito a trasformare l’esistenza in una sorta di tour de force. La Cecutti non si rivolge solo al genere femminile, come la copertina del libro potrebbe lasciare intendere. Anzi, si perita di sfatare gli antichi luoghi comuni, che vogliono la donna maggiormente capace, rispetto all’uomo, di compiere più azioni nello stesso momento. Multitasking, infatti, è un termine tecnico che richiama la capacità di un personal computer di eseguire simultaneamente più programmi. Già il fatto di essere assimilati ad una macchina non risulta gratificante; ancor meno, è scoprire che, per inseguire l’ansia da perfezione nella organizzazione della vita, il rischio di diventare sempre meno umani è più che reale. Le descrizioni dei vari comportamenti multitasking sono effettuate dall’autrice con competenza e con la giusta dose di ironia, quasi a voler rassicurare sulla possibilità di rivedere il proprio agire e modificarlo, senza cadere nell’equivoco di giudicarsi e, quindi, deprimersi. Il multitasking, secondo l’autrice, agisce in maniera negativa sulla personalità, con ripercussioni sulla memoria, sullo stress; causa disturbi fisici e, addirittura, incide sul quoziente intellettivo. Sarà una vera scoperta, in seguito alla lettura del libro della Cecutti, apprendere come questa tendenza al tuttofare abbia origini antiche e nasca anche in contesti familiari che ne favoriscono la crescita. Come una droga, crea dipendenza. Proprio all’infanzia l’autrice dedica particolare attenzione, a quel periodo della vita che asfalta la strada della esistenza futura. Non mancano i riferimenti alla migliore scienza medica, alla letteratura, testimonianza del fatto che il libro della Cecutti è frutto di uno studio accurato del tema trattato, dove nulla è lasciato al caso o alla banalità dei luoghi comuni. Non manca, però, anche un riferimento ai segni zodiacali, per descrivere l’incidenza della data di nascita sulla propensione al multitasking, sempre considerando, come raccomanda l’autrice, di entrare in questo campo con le dovute cautele. Insomma, un piccolo trattato che non disdegna di considerare ogni aspetto, dai più concreti a quelli maggiormente opinabili, per spiegare il perché di alcuni comportamenti che sortiscono l’effetto contrario a quello voluto. Il multitasking, infatti, oltre a far perdere tempo è foriero anche di errori. L’opposto, dunque, alle aspettative che nella efficienza perfetta si crede poter riporre. La sensazione che si avverte in seguito alla lettura di questo libro è stupefacente. Trecento pagine che scorrono sotto gli occhi con estrema fluidità e nelle quali è possibile riconoscere o, forse, conoscere, per la prima volta, quella parte dominante della personalità che suggerisce, erroneamente, la parificazione tra sovraccarico di informazioni e arricchimento da informazioni; concetti, secondo la Cecutti da non confondere per non perdersi. Il sottotitolo dell’opera, poi, racchiude in sé il compendio del pensiero di questa autrice eclettica e, perciò, anche spiritosa: da perfetta tuttofare a felice imperfetta. Potrebbe sembrare un ossimoro tale ultimo accostamento, quello della imperfezione con la felicità. Ed invece, sembra proprio questo il precipuo messaggio che l’autrice intende portare all’attenzione dei suoi lettori, non come assunto, sic et simpliciter, ma a mezzo di una convincente spiegazione che pervade la sua opera, frutto di ragionamenti dotti, ma comprensibili a tutti. La vera forza di chi vuole insegnare agli altri risiede nella capacità di spiegare con semplicità concetti di alto profilo. E la Cecutti è riuscita magistralmente nell’impresa.