COME NEL VENTRE DI UNA MADRE
di Lucrezia Maggi
Recensione a cura deldirettivo Scritturaviva - La Voce del recensore
Come nel ventre di una madre di Lucrezia Maggi (Casa Editrice Scatole Parlanti, anno di pubblicazione 2019, pagg. 102) è la storia di Eleonora, giornalista e sociologa, con le sue insicurezze, fragilità, sofferenze, ma è anche il racconto di una donna forte e determinata nel suo percorso verso l’agognata salvezza. Abile l’autrice nel narrare la storia con continue e dettagliate “digressioni” temporali, ricordi che progressivamente riaffiorano nella mente della protagonista e che consentono al lettore di ricomporre pian piano tutto il puzzle della vicenda. Eleonora, in una stanza d’ospedale, in coma in terapia intensiva, è in bilico tra la vita e la morte. Preoccupati per il suo stato sono Fabio, suo figlio, che rappresenta la spinta motivazionale principale nella sua lotta per la sopravvivenza, Tommaso, un infermiere attento e scrupoloso, e l’inquieto Dago. Le storie di questi tre personaggi si intrecciano con la vita di Eleonora – depositaria di un segreto – che ora, immobile a causa di un brutto incidente e nel tentativo di riordinare le idee sull’accaduto, avverte tutto ciò che le accade intorno, ma è incapace, inizialmente, di reagire ad ogni stimolo esterno. Così come il grembo di una madre protegge il feto durante i mesi della gestazione, allo stesso modo la situazione che vive la protagonista – di sospensione, di coma, di luce e pace, propria delle esperienze di premorte – sembra volerla preservare da brutti ricordi, verità da accettare o realtà da scoprire. Molto interessante è l’analisi introspettiva di alcuni personaggi così come la destrezza con la quale la Maggi affronta tematiche relative alla nostra modernità: il timore delle responsabilità, la complessità delle relazioni, l’arenarsi di propositi e progetti di fronte all’incertezza del futuro, il senso e il significato di famiglia. Attraverso un linguaggio a tratti colorito, quasi a voler rimarcare l’intensità di emozioni e sensazioni, l’autrice riesce con destrezza a carpire l’attenzione del lettore conducendolo per mano e coinvolgendolo negli stati d’animo che accompagnano ora l’uno ora l’altro personaggio. Brava la scrittrice nel riuscire a intessere la trama del romanzo, arricchendola con l’inserimento di tematiche di rilevanza sociale, senza che queste ultime appesantiscano il narrato o conferiscano alla storia l’idea di descrizioni separate dal tema principale; al contrario, la Maggi riesce a dare un senso di continuità e al contempo di spessore alla storia. Quello dell’autrice è uno scritto sincero – nel quale è facile identificarsi – con spunti di riflessione interessanti come ad esempio il problema del lavoro e della difficoltà della realizzazione dei giovani del meridione, spesso costretti a lasciare il proprio luogo natio per trasferirsi altrove. La penna dell’autrice è fluida e semplice, soprattutto in alcuni capitoli, sì da rendere il narrato immediatamente fruibile. Ma l’opera della Maggi è molto altro…Degne di riflessione sono le pagine dedicate al “femminicidio”, realtà quest’ultima che purtroppo scandisce, quasi con costanza, le nostre giornate: si stima, infatti, che ogni giorno, solo in Italia, ogni 15 minuti 88 donne siano vittime di atti di violenza. Molto toccanti risultano anche le pagine dedicate all’ambiente ospedaliero e al lavoro/missione dell’infermiere: Tommaso lo è con tutta l’anima. Egli, nei suoi anni d’esperienza nei reparti, soprattutto in quello oncologico, attento ascoltatore dei bisogni del malato, porta all’attenzione la necessità di affrontare il periodo della degenza attraverso un percorso di collaborazione tra medici, infermieri, pazienti e familiari, giacché se è vero che le terapie farmacologiche decise dai medici sono importanti, altrettanto vero è che per guarire non servano solo le medicine ma l’ascolto, la comprensione, in un’azione corale, in modo tale che il malato sia sempre al centro dell’attenzione e delle cure, considerando la delicatezza della situazione psicologica e fisica di disagio in cui versa. La storia che l’autrice ci racconta si pregia anche di interessanti accenni filosofici/religiosi quando l’inquieto Dago, intraprendente giornalista, in un momento di “abbandono” esprime i suoi pensieri sul senso della vita, su Dio, sulla fede (il credere in qualcosa), sulla preghiera, sul libero arbitrio (le scelte, il perdono), sul genere umano, sui dubbi riguardanti le emozioni, il piacere, l’amore, il desiderio, la passione, il dolore, gli errori e le paure. Uno scritto, dunque, dalle tante sfumature, sulla vita di questi personaggi principali: Eleonora, Fabio, Tommaso e Dago, così differenti tra loro, ma per certi versi così simili nelle loro fragilità di essere umani e accomunati da qualcosa che sarà interessante scoprire leggendo questo bellissimo romanzo. È una storia di sofferenza ma anche di rinascita. Uno scritto avvincente che porta con sé qualche saggio consiglio sulla vita per chi sarà capace di coglierlo anche tra le righe.
BIOGRAFIA
Lucrezia Maggi, poetessa e narratrice tarantina, dal 2007 ad oggi, ha al suo attivo numerose pubblicazioni, di poesia e di narrativa. Suoi versi sono presenti in numerose antologie e riviste letterarie italiane. È presidente e fondatrice dell’Associazione Culturale “Le Muse Project”, ideatrice e organizzatrice del Premio Letterario Nazionale “Città di Taranto”, giunto ad oggi alla quattordicesima edizione. Tra le numerose attestazioni letterarie ricevute, nel 2011, le viene conferito, per la Sezione Cultura, il Premio “Donna Dei Due Mari 2011”, riconoscimento alle “eccellenze territoriali”, con le seguenti motivazioni: “Per l’attività di effettiva promozione culturale e di riscoperta generazionale resa a favore della nobile e distinta Arte della Poesia”. Il 2013 è l’anno che vedrà accadere gli eventi narrati nel pamphlet “Prima che il tempo ne cancelli le orme”, che l’autrice scrive a seguito della morte di sua madre per malasanità. “Come affrontare quanto accaduto, come dare giustizia alla nostra storia e fare in modo che non capiti ad altri?” queste le domande che si è subito posta Lucrezia, nel corso e in conseguenza al drammatico sviluppo degli eventi. Chiedere un risarcimento? Sporgere denuncia? Il dubbio - o già un’amara certezza - era quello di rimanere inascoltati e ignorati, fino al punto in cui sarebbe stato troppo tardi per agire. Il modo migliore era metterci la propria voce e il proprio volto, portando di persona la storia all’attenzione di altre città e di altre persone e personalità. Lucrezia darà così il via ad un tour di divulgazione, in cui il libro, edito a novembre del 2013, sarà portato in numerose città italiane quali Taranto e la sua provincia, Bari, Avellino, Napoli, Salerno, Catania, Roma, Milano. Numerosi gli incontri realizzati con il prezioso supporto di relatori del calibro degli scrittori Andrea G. Pinketts e Cosimo Argentina, del dott. Santino Mirabella, magistrato catanese, di Alessandro Salvatore, giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno, del giornalista campano Alfonso Bottone, direttore organizzativo della Fiera del Libro in Mediterraneo che, hanno portato la vicenda dinanzi all’attenzione di un pubblico crescente e sempre più partecipe in quei coinvolgenti momenti di dibattito e dialogo che sono stati, ogni volta, le presentazioni di questo pamphlet. Nell'aprile del 2015 l’autrice pubblica, per la casa editrice Opposto Edizioni, realtà editoriale indipendente capitolina, "Come solo le parole", una raffinata raccolta di 17 racconti brevi. Nel dicembre 2016, la seconda edizione di “Prima che il tempo ne cancelli le orme” e il monologo teatrale ad esso ispirato interpretato dall’attore Sergio Mari con le musiche originali del musicista/compositore Filippo D’Eliso. A gennaio del 2018 l’autrice torna in libreria con la silloge “Indelebile-cose di noi e sanguinamenti sparsi” edito da Controluna/Il Seme Bianco. “Come nel ventre di una madre”, il titolo del suo ultimo romanzo.
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