CAMMINO VERSO ME
di VIORICA MARCONI
GENERE: POESIA
RECENSIONE
Intima e profondamente spirituale è la silloge Cammino verso me (Booksprint edizioni, anno di pubblicazione 2021, pagg. 98) di Viorica Marconi. Queste poesie hanno le forti radici della Moldova, terra natia dell’autrice, pur essendo state partorite in territorio italiano. Proprio perché le radici non si possono e non si devono mai dimenticare, non solo per quanto concerne usanze, costumi e tradizioni, ma anche in riferimento alla lingua, la Marconi propone i suoi componimenti sia nella sua lingua d’origine sia in italiano. Ne esce un attento lavoro di traduzione, preciso e scrupoloso, che rende il giusto significato alle parole poetiche scelte dall’autrice per le due versioni. Il lavoro di traduzione e correzione nella lingua italiana è stato realizzato con cura dalla dott.ssa Raluca Georgiana Blidar, figlia della stessa autrice. I componimenti sono legame, collegamento, riflesso, preghiera, dialogo con l’Eterno. Sono altresì ricerca, viaggio interiore nei meandri più riposti della sua anima che anela all’autentico sé e al divino. L’autrice, consapevole che l’unica via per ritrovarsi e restituire il giusto posto e il senso alle cose sia quella di guardare dentro di sé, intesse un dialogo ora con sé stessa, ora col divino. Quelli della Marconi sono componimenti, intrisi di una salda fede, nei quali l’autrice usa abilmente le parole, che incastra e addestra giocando con le similitudini, come appare evidente nei versi della poesia Chi sono: «… / Io sono il vento / che porta le parole / dal mio paese verso questo paese. / Sono l’onda del mare / che abbraccia / la roccia vicina alla riva. / Sono la stella che accarezza / la cima della montagna ghiacciata. / Sono la pietra del letto del fiume». Lo stile non è quello di una poetica dell’abbondanza, ma neppure minimalista. Le poesie sono simili a racconti di vita, frangenti, di ciò che l’autrice ha passato: difficoltà, sofferenze, speranze, ma anche “luoghi” di riflessione e di attesa di quell’intervento divino che possa lenire le ferite dell’anima: «Il mio urlo s’è sbattuto / sulle mura del buio. / I fantasmi del passato / mi abbracciano fermando / il tempo del dolore. / Non riesco a spostare / la mia anima di pietra. / Sto dietro la porta / del mio cuore / aspettando / che Tu bussi» (dalla poesia Urlo). I componimenti spaziano su diverse tematiche abbracciando quei valori che danno senso e significato all’esistere, come la famiglia nella sua sacralità, importanza e dono inestimabile: «Il passato, / il presente e / il futuro si reggono / in una catena / speciale / che unisce, / che ama / che perdona. / È il regalo / donato senza prezzo» (dalla poesia Famiglia). Anche il valore dell’amicizia – come balsamo per l’anima, luce, aiuto, conforto – è magistralmente espresso dall’autrice: «Ci sono dei passi che entrano / nei cuori attraverso porte / solo da loro conosciute / sedendosi nei luoghi bui. / Le loro impronte baciano / ferite trasformando / tristezze in sorrisi. / Piantano fiori dopo / tempeste devastanti / e colorano / arcobaleni» (dalla poesia Amicizia). Particolarmente rilevante è il significato che la Marconi attribuisce al silenzio, dimensione interiore di riflessione e ascolto del divino, luogo di incontro con il sacro: «Siediti sul bordo del silenzio / e Dio ti parlerà». Altrettanto importante è la concezione della solitudine che per l’autrice non ha una connotazione negativa, in quanto non è da lei vissuta come isolamento e assenza di stimoli, ma come vita, presenza amica e consolatoria, luce prorompente che ristora: «Ho chiuso la porta / del mio cuore / e la solitudine / mi ha abbracciato. / Nell’immensità del buio / ho sentito il rumore del silenzio / che ha spaccato le finestre / facendo entrare la luce» (dalla poesia Solitudine). Ma i componimenti dell’autrice non sono esclusivamente un soliloquio con il suo io più riposto né solo dialogo col divino, ma anche considerazione, rispetto e apertura all’altro da sé, altro che è quel riflesso o prolungamento di noi stessi. Gli esseri umani sono simili anche nei timori, nei dubbi, nella fragilità, negli errori, come evidenzia nella significativa poesia Specchi: «Guardo te e vedo / la mia cattiveria / il mio egoismo, / la mia rabbia. / Nei tuoi occhi / scopro la mia tristezza, / il mio dolore, / la mia solitudine. / Guardandomi leggo / la tua saggezza, / la tua bontà, / la tua gioia. / Siamo specchi / che vanno uno verso l’altro. / Siamo fragili e quasi sempre ci rompiamo in pezzi / mescolandoci alla terra. / Raccogliamo ogni pezzo / per incollarlo senza sapere / di chi sia. / Fin dove sono io / da dove inizi tu». L’attenzione all’altro è anche espressa nella poesia Emigranti, che descrive realtà che l’autrice ha vissuto sulla sua pelle: «Molti di noi sono partiti / senza ali, / mettendo nella valigia / la fede, / la preghiera...». Una raccolta intensa quella dell’autrice capace di condensare un universo di immagini e sentimenti attraverso i quali manifesta la sua dimensione esistenziale come essere mai isolato, nemmeno nelle sue riflessioni più intime, perché è lì che nasce l’esigenza di un contatto, ma sempre in relazione come parte di un tutto, in quanto noi umani siamo «briciole di quella polvere stellare primordiale» che lei invoca in tutte le sue poesie sia esplicitamente sia tra le righe, in cerca del conforto di Dio. Musicalità e scorrevolezza del verso contraddistinguono la silloge della Marconi e ne rendono piacevole la lettura.
Amelia Desiati
INTERVISTA
Cos'è la poesia per Viorica Marconi?
Per me la poesia è la lacrima dell'anima. È la parola dell'anima. È la lacrima della parola dell’anima. La poesia è la saggezza, è la verità, è la luce di questo mondo che ci guida verso tutto quello che è bello e buono. È un dipinto dove la tela sei tu e i colori sono le parole del poeta. Dentro ogni poesia troveremo pezzi dell’anima, attimi di vita, troveremo mondi e universi che si connettono con il nostro essere. Troveremo il legame tra la Terra e il Cielo. Per me la poesia è il cibo della mia anima.
Come nasce l’idea di questo silloge?
Non è nata intenzionalmente ma è stato il risultato di un percorso intrapreso dopo il mio divorzio. Ho iniziato a scrivere quando mi sono accorta che ero in depressione. Un sogno mi ha fermato dal cadere nelle tenebre del buio. Ho scritto per me, per liberarmi dai momenti bui del passato. Quando ho visto che mi sentivo bene ho continuato. Ho deciso di pubblicarle quando le persone che le hanno lette sono rimaste impressionate di quello che trasmettevano pensando che avrebbero potuto aiutare le donne con una situazione simile alla mia.
Poesie e spiritualità: quale il suo pensiero a riguardo?
Agli Inizi il potere della parola è stato usato per creare la vita, l’eternità e l’essere umano. L’uomo da allora ha sempre cercato ad avvicinarsi al concetto dell’eternità. Solo nella poesia troveremo, parlando di vita e di morte, qualcosa che fa parte di noi. Ci insegna che la morte non è una fine, è un inizio per un altro tipo di vita. Quando ci perdiamo nel labirinto della vita ci facciamo guidare dal profumo dei fiori della terra dell’infanzia dove vivono le radici della vita eterna. Penso che esista un legame forte tra le poesie e la spiritualità. Infatti, come ho detto prima, la poesia è il percorso del poeta per trovare il senso della vita, per trovare la verità, la giustizia; per trovare il sacro nella relazione tra uomo e la natura, la musica, l’arte, la filosofia; per trovare il sacro nelle relazioni umane e famigliari. Il poeta, con il suo modo di essere, esce dagli schemi della società per vivere libero in armonia con la sua anima e con l’Universo. Io penso che i poeti siano i messaggeri della Luce.
Cosa può dare la poesia alla nostra società?
Oggi per scrivere poesie devi avere coraggio. In questi tempi di disordine sociale ed economico sono pochi quelli che leggono ancora le poesie. Si può vivere tranquillante anche senza poesie. Per questo un libro di poesie è importante solo per l'autore. Tuttavia nel corso degli anni la poesia ha contribuito allo scioglimento del ghiacci dei cuori, alla costruzioni di ponti tra le anime e, nel suo modo misterioso, al salvataggio delle vite. Finché la poesia sarà scritta e letta, l’umanità darà ancora una possibilità alla bellezza.
Ha in cantiere qualche altro lavoro poetico?
Sì. In questo momento sto lavorando a un altro libro che sarà il proseguimento di “Cammino verso me”.
Il link del libro:
https://bit.ly/3pVwZXd?fbclid=IwAR2nTl622o5-8-FTOIEseC1YtP70ygUQH56MxC0jYmL8gNZfMaz-bE-vLAA
BIOGRAFIA
Viorica Marconi, pseudonimo di Viorica Dajbog, nasce nel novembre d3l 1968, nella famiglia di Nica e Cornelia Dajbog, in un paese vicino Galati, in Romania. Segue le scuole medie nella località natale, mentre il liceo lo frequenta nella città di Galati. Nel 1990 sposa George Zavoianu, da questo matrimonio nascono tre figlie. La situazione precaria della Romania post comunista costringe il marito, nel 1997, a emigrare in Italia per cercare lavoro; dieci anni più tardi, lei lo segue insieme alle figlie, riunendo la famiglia. Impara la lingua italiana grazie al corso gratuito offerto dal Comune di San Giorgio delle Pertiche, luogo nel quale si sono stabiliti, sotto la guida del professore Ivo Beccegato. Nel 2008 viene assunta come operaia presso una fabbrica metalmeccanica. Nel 2016 ottiene il divorzio, seguono quattro anni di depressione e vede la sua anima spegnersi. Per salvarsi, comincia a scrivere poesie.