RECENSIONI

Lᴀ Vᴏᴄᴇ ᴅᴇʟ Rᴇᴄᴇɴsᴏʀᴇ

SCRITTURA VIVA

FRANCESCA BELPANE: GREVI LEGGEREZZE

GENERE: POESIA

RECENSIONE

 

La poesia è quando un’emozione ha trovato il suo pensiero e il pensiero ha trovato le parole... Ciò che non rapisce non può essere poesia (Joseph Joubert).

Ed è proprio una sorta di rapimento, consapevole e volontario, quello al quale si abbandona l’autrice Francesca Belpane nella sua opera d’esordio Grevi leggerezze. Un abbandono non solo voluto e desiderato ma necessario, in quanto la poesia è per lei un bisogno, qualcosa della quale non può fare a meno, come mangiare e respirare. Senza la poesia, le emozioni rimarrebbero monche, grigie, prive di qualsiasi spessore e soprattutto fugaci; invece il segno grafico della parola e del verso hanno quel potere magico di fissarle sulla carta, affinché non rimangano imbrigliate o inermi, conferendo loro quel carattere di eternità che emerge vivido, palpabile in ogni componimento dell’autrice. Palpabile è infatti l’amore declamato nelle sue varie sfaccettature, come pieno apprezzamento o appagamento di un momento vissuto, o come nostalgia per qualcosa di incompiuto, o ancora nelle sue varie forme: amore paterno, materno, amicale.

Quella dell’autrice è fondamentalmente una poesia positiva, o meglio una poesia che, attraverso la sua “messa in opera”, consente di metabolizzare i dolori, le malinconie, la tristezza, le “pesantezze” della vita. Significativo è a tal proposito il gioco ossimorico contenuto nello stesso titolo Grevi leggerezze che rimanda alla stessa funzione della poesia: rendere leggero ciò che non sempre lo è. Scrivere diviene, così, un atto non solo necessario ma anche curativo, in un certo senso “risolutivo” per placare l’animo inquieto; quel malessere dello spirito che i poeti ben conoscono, come emerge dalla poesia Mal di scrivere: «Scorri penna / sul candido foglio. / Proprio quando / i pensieri più pesanti diventano / tu sii leggiadra e / scivola veloce come su un manto di neve. / Scrivi l’amore, racconta la rabbia, / canta la gioia, scribacchia il dolore. / Scorri penna / Non ti fermare / Solo tu puoi capire / quello che nel mio cuore / si agita e vive». I versi sono liberi, fluidi, immediati, con accenni di rime e uso di metafore e analogie che conferiscono loro colore e carattere sì da diventare scenografici. Una vera e quasi costante scenografia, infatti, è data dai riferimenti alla natura che addolciscono tanto i ricordi quanto il presente. Si tratta tuttavia di semplici paragoni, in quanto la volontà dell’autrice è quella di far vivere di vita propria le emozioni, i sentimenti, che se pur hanno similarità con gli elementi naturali se ne distaccano subito dopo. La natura, dunque, è sì presente, ma si staglia sullo sfondo, come abbellimento quasi ornamentale. Essa rappresenta solo un punto di partenza, un “gancio” che poi si disancora dal volere o desio umano.

Nei componimenti dell’autrice emerge una certa maturità, una saggia consapevolezza nel modo di affrontare la vita che seppur con la presenza dell’amore ha toni più vivaci, non dimentica di amare sé stessa: «Sbocciano fiori iridescenti / che folgorano la tua intima casa. / Sono preziosi / come un tesoro nascosto / in un’oscura caverna. / Brillano e fanno brillare / il tuo speranzoso sorriso, / il tuo sognante sguardo. / Saranno gli unici fiori / che profumeranno i tuoi giorni. / Si chiamano “Non ti scordar... di te”» (dalla poesia Amati). La voglia di vita, di libertà dell’autrice sono ben evidenti nel coraggio di osare, di oltrepassare quei limiti che sono spesso solo dei fantasmi della nostra mente: «Non so cosa ci sarà / al di là dell’adesso. / Forse giorni di sole, / o sere di pioggia. / Ho voglia di andare, / di oltrepassare confini di paure. / Raggiungerò mete / preludio di sogni. / Mi spoglierò / di tutte quelle vesti strette / che tolgono respiro e aria. / Ho voglia di raggiungere te, / che so, da qualche parte, / con l’anima nuda come la mia / mi stai già aspettando» (dalla poesia Andare). Nonostante il suo carattere intimistico, la poesia della Belpane non è mai chiusa in sé stessa, né vincolata a un semplice ripiegamento interiore – come soliloquio sterile – di riflessione, e neanche è semplice “analisi” dei suoi stati d’animo, ma è quella possibilità, quell’apertura, quella eventualità che tutto può accadere in quello scorrere “ordinato” dell’esistenza. È quella via che anela all’oltre, dove la speranza le è fedele compagna. È quella possibilità del “viaggio” verso il non conosciuto, perché in fondo il poeta è sempre quel curioso Ulisse dantesco pronto a lasciare la sua Itaca per scoprire il nuovo, l’ignoto, quel salto nel buio che ha il sapore della libertà. La perfetta padronanza del lessico consente alle immagini evocate di dispiegarsi con nitidezza. Una capacità narrativa peculiare rende i componimenti coinvolgenti, e la fluidità dei versi consente una lettura senza inciampi. Una silloge ben riuscita, di sostanza, dai toni decisi. Grevi leggerezze: indubbiamente un buon esordio.

Alessandra Ferraro

 

 

INTERVISTA 

Come nasce l’idea di questa silloge?

Mi è sempre piaciuto scrivere, fin da piccola,​ pensieri, racconti, storie. Durante il periodo di lockdown, a causa della pandemia da Covid 19,​ forse per evadere dalle quattro mura in cui eravamo costretti a vivere, ho iniziato a fare meravigliosi voli pindarici sulle ali della fantasia. Mi sono ritrovata a intraprendere strade che, inevitabilmente, mi hanno portato dentro la parte più intima della mia anima e da lì il desiderio di fare emergere sensazioni, emozioni, ricordi, desideri che albergavano nel profondo. Ho così provato a mettere nero su bianco le parole che mi suggeriva il cuore e ne sono nate poesie.

Cosa significa scrivere poesie per Francesca Belpane?

Significa mettere a nudo la mia essenza ed entrare in sintonia con la mia anima. Significa condividere sensazioni e dare voce​ all’infinita bellezza che ci circonda. Per me la Poesia è alla base di ogni sentimento e spesso ha una funzione catartica. Mi permette di ammirare, di restare incantata, di perdermi nella natura o nell’infinito mondo delle emozioni ma, soprattutto, mi dà la possibilità di andare oltre la realtà, la quotidianità, a volte alienante, a volte deludente, a volte frenetica.

Tre aggettivi per descrivere la sua silloge.

Intima, emozionante, universale.

Ha in cantiere qualche altro lavoro poetico?

Sì. Ho in cantiere un’altra silloge poetica che Bruno Mohorovich, poeta, scrittore, critico cinematografico, nonché scrupoloso curatore della sezione Poesia edizioni della prestigiosa casa editrice Bertoni, sta analizzando per portarla alla luce. Sicuramente il prossimo anno sarà edita. È un progetto a cui tengo particolarmente, sia per i contenuti che per quello che mi ha suscitato nello scriverla. Diamo tempo al tempo. 

A proposito della sua silloge...

Spero tanto che tutti si avvicinino alla Poesia. Secondo me è un modo di vedere il mondo che ci circonda con occhi nuovi, attenti, meravigliati.​​ Spesso ho sentito dire che le persone si accostano ai versi con un po' di riluttanza, e ciò è un vero peccato. Bisogna invece far comprendere che ognuno di noi è un poeta nell’animo.​ Ogni volta che ci soffermiamo a guardare un tramonto, le nuvole, la luna, o riaffiora il ricordo di un bacio, un abbraccio che ancora ci fa tremare, abbiamo dato modo alla Poesia di nascere e sbocciare.​ I poeti, con le loro parole, non fanno altro che dare voce a quelle emozioni. Nel mio libro Grevi leggerezze (pubblicato dalla casa editrice L'Inedito Letterario, che dà grande attenzione ad autori emergenti e che il poeta e scrittore Fabio Martini, fondatore dell’Associazione culturale L’Inedito, non sottovaluta mai e ne dà il giusto risalto) ho cercato di trasferire in versi ciò che accomuna il genere umano: la gioia per la vita, l’amore in tutte le sue sfaccettature, l’incanto della natura che ci circonda.

Link di riferimento per l’acquisto della silloge Grevi leggerezze:

https://lineditoletterario.com/

https://m.libreriauniversitaria.it/#!/product/BIT/9788832162776

https://www.unilibro.it/libro/belpane-francesca/grevi-leggerezze/9788832162776

 

BIOGRAFIA 

Nata in Sicilia, a Caltagirone, dove attualmente vive. Conseguito il diploma Magistrale, ha approfondito gli studi con Corsi di Pedagogia, Psicologia infantile ed età adolescenziale. Coltiva vari interessi quali la fotografia, la meditazione, lettura e scrittura. Ha lavorato come insegnante nella Scuola Primaria per lungo tempo finché, approdata al Nido d’infanzia, ha trovato la realizzazione in campo professionale e umano.​ Ha esordito con alcune poesie in varie Antologie:​ M’illumino d’immenso (edizioni Pagine)​; Inno alla morte (Bertoni editore); Inno all’infinito (Bertoni editore). Ha scoperto la magia degli Haiku, componimenti di origine giapponese, e ne ha inseriti alcuni in una Raccolta di vari autori: Trabocca nel loto la giovane rosa (L'Inedito Letterario editore).​ Ha pubblicato la sua prima personale silloge poetica nel 2021 Grevi leggerezze  (L'Inedito Letterario editore).