SAMANTA GIORGINI: IL LENTO PASSO DELL’ANIMA

GENERE: POESIA

RECENSIONE

Affinché si possa fare poesia è necessario che l’anima sia pronta a palesarsi. Non è un percorso istantaneo, indolore e lieve, bensì metabolizzato, maturato, sentito. L’anima osserva, accoglie, conserva, difende e, solo dopo aver preso coscienza dell’importanza dei contenuti e dell’impossibilità di trattenerli ancora, esplode. E sono proprio un’esplosione di autenticità i versi gentili che ci dona l’autrice Samanta Giorgini con la sua silloge Il lento passo dell’anima (Aletti Edizioni, anno di pubblicazione 2021 pagg. 44). Una raccolta delicata ma incisiva grazie alla nitidezza e all’efficacia di immagini che arrivano vivide, rafforzate dall’uso di figure retoriche che contribuiscono anche a rendere armoniosi e rotondi i versi. Dai grovigli delle riflessioni scaturiscono mani tese, apertura alla vita che l’amore rende possibile. Un amore che è universale, inteso anche come contatto e legame profondo con la natura che è quasi onnipresente nei versi dell’autrice. Nella difficoltà dell’esistere con le inquietudini e gli interrogativi che si esprimono spesso nella spontanea forma dialogica, l’elemento temporale sfugge ai canoni consueti. Il tempo infatti non è più solo ricordo o desiderio di un futuro lieto, ma attimo presente dove tutto si fonde nel hic et nunc della situazione. Non una constatazione, bensì una capacità di accogliere gli eventi ricercando in essi il lato positivo del loro svolgersi. L’inquietudine, così, tramite la pacata riflessione poetica, trova sollievo e si trasforma elevandosi anche a ringraziamento che diviene preghiera pur nella semplicità del quotidiano e di un sentimento “semplice” e puro, come solo l’amore può essere; così come l’autrice magistralmente esprime nella poesia Preghiera: «È se tu fossi dono per me / ed io fossi dono per te? / E se fossimo, l’inconscio ed il conscio, / desiderio della nostra preghiera? / E se Dio ci avesse sentito piangere? / E se fossimo la reciproca risposta? / – Esito, per te! – / E se diventassimo? Noi! / Oh, nostro Signore, / a te che hai originato l’Amore, / sempre reso te ne sarà l’onore». 

È evidente una profonda sensibilità dell’autrice, una predisposizione che permette di scandagliare gli angoli più riposti dell’anima alla ricerca di quei “nodi” per renderli visibili, attraverso la poesia che diviene riflessione e interrogazione, anche se le risposte spesso non arrivano e le domande rimangono inevase. Eppure l’autrice, avvertendo il peso e l’urgenza di certe realtà, non demorde, non smette di domandarsi, di cercare risposte e di trovare un modo di affrontare tali realtà; come emerge dalla poesia Temo: «Dolce amore mio, / temo questo mondo, / temo la mancanza d’educazione, di sensibilità, / di comprensione e dedizione / alle persone e alle cose meritevoli. / Temo di non lasciarmi non ferire dinanzi alle offese, / i giudizi dinanzi a stime incomprese, / l’intelligenza e la forza usata male, / la superba provocazione / all’apparenza sulla sostanza / e di non riuscire a riprendermi più. / Temo la mancanza, senza sosta, d’empatia, / della voce giusta all’attimo giusto, / della carezza che un’anima dona, / inaspettatamente, ad un’altra anima, / per renderle quiete. / Dolce amore mio, / temo questo mondo, / mi aiuteresti, / mano nella mano, / ad affrontarlo?» Ed è l’amore, la capacità di donare, la volontà di essere uniti, che corre in aiuto della poetessa che si espone senza riserve ed è prodiga nel suo modo di concedersi ed accogliere. Pur nei timori e nella presa di coscienza di un’epoca e di una realtà che si dimostra sempre più lontana dall’essere umano e priva di quei valori che soli rendono giustizia al senso dell’esistere, la sua è sempre una poesia positiva, luminosa, che crede fortemente nella via d’uscita, nella rinascita proprio come un campo di grano che costantemente si rinnova col il susseguirsi delle stagioni, come emerge nel ricordo di un tempo ormai andato – ma che è anche promessa per il futuro – descritto appunto nel componimento poetico Campo di grano: «Là, dove ancora assonnati / si arrivava / e solo a sera inoltrata / ci si ritirava. / Là, dove la terra / ci chiedeva fatica / ed i pensieri una tregua. / Là, dove non mancavano gli abbracci / e regnava l’amore; / là, nel nostro campo di grano, / raccoglievo dignità al chiarore dei miei frutti». L’uso dell’anafora particolarmente in questa poesia rende ancora più evidente la consapevolezza della possibilità di un tempo giusto, onesto capace di riconoscere all’uomo la dignità di essere ed esistere. Ed è proprio in quei principi e valori, che hanno come fondamento l’amore, che l’autrice si riconosce e tesse tutto il suo discorso poetico. Una silloge che va gustata lentamente proprio come lenti sono i passi dell’anima dell’autrice che preziosamente si palesano.

Francesca Autieri

INTERVISTA

Come nasce l'idea di questa opera?

Ebbene, l’idea nasce da una “fortuita” partecipazione ad un’iniziativa culturale, edita dalla Casa Editrice Aletti, nella persona del Maestro G. Aletti, ove annoverata, di sorpresa, come finalista, mi è stata realizzata la possibilità di questa monografia, in più​ impreziosita dalla prefazione del Maestro A. Quasimodo e da estratto Maestro Mogol. Non posso non ringraziare tutti loro, ancora, per avermi ritenuta meritevole.

Cosa ha significato scrivere questo libro?

Cosa ha significato? Dar la possibilità alle mie percezioni di avere voce, carezzando il mondo nella sua interezza pur in sospensione, in uno dei periodi più bui del nostro tempo; tentare quanto meno e, personalmente, non è poco.

Quali sono i messaggi più significativi che ha voluto trasmettere con la sua opera?

Sappiamo si sostiene sovente che non esiste nulla di eterno e che tutto ha una fine. Dunque, i miei messaggi più significativi riguardano, inversamente l’esistenza dell’eternità e l'importanza di evidenziarla in qualità di emozione; invitando a non averne, quindi, timore di valorizzarla, in quanto non sinonimo di indebolirsi bensì fortificarsi, riuscendo così a respirare anche nelle apnee più d’alta resistenza, incastonate, volenti o nolenti, nel nostro percorso di vita.

Ha in cantiere qualche opera similare?

Parliamo di eterno, parliamo di emozioni! Come non desiderare di proseguire?! Se queste mie rispettose carezze di pensieri riusciranno nell'intento, non potrò che, ancora ed ancora, intingere di miei scritti, nuovi quadro-pagina di tempo, con gratitudine. Il responso resta, giustamente e letteralmente, nelle mani dei lettori.​ È tutta una questione di tempo prezioso... la vita di ciascuno merita attenzione, nessuno dovrebbe perderne; chi lo dona e chi lo riceve e viceversa. Condividerlo eleva la differenza.

BIOGRAFIA 

L’autrice Samanta Giorgini è originaria della città di Marsico Nuovo in provincia di Potenza. Dopo aver mosso i primi passi, conseguito il diploma, si trasferisce in provincia di Roma, con la sua famiglia d'origine, per un nuovo percorso. Oltre allo studio ed al lavoro sente il desiderio, in lei presente sin da bambina, di scrivere delle emozioni non necessariamente vissute quanto, autenticamente, anche solo percepite, giungendo a renderle, così, eternità. Aderisce ai primi concorsi riscontrandone i successivi, connessi, riconoscimenti, quali: “Dicembre 2008 - Autori vari - Poesie Del Nuovo Millennio vol. 6 - Aletti Editore”, “Febbraio 2015 - Riflessi 72 - Pagine Editore”, alle più recenti: “Aprile 2020 - Autori vari - Habere Artem - Vol XX parte II - Aletti Editore” , “Novembre 2020 - Autori vari - 4° Premio Letterario Internazionale “Maria Cumani Quasimodo” - Aletti Editore”; classificandosi finalista negli ultimi recenti prima e selezionata nella possibilità anche di una sua pubblicazione monografica poi. E dalla preziosa collana “I Diamanti” 2021, della Aletti Editore, grata, ci presenta: “Il Lento Passo Dell’Anima”. Intento, in queste sue pagine, quello di donar carezza di pensieri, disegnati e segnati d’inchiostro, nel sempre presente rispetto; perla, custodita, d'acqua dolce e d'acqua salata, che prende il nome di nota emozione, con il suo, più sincero, grazie. L'uscita de Il "Lento Passo Dell'Anima", libro di poesie di Samanta Giorgini  con la prefazione di Alessandro Quasimodo è stata pubblicizzata inizialmente sul sito​ stesso​ www.alettieditore.it​ e​ successivamente sul portale italiano dedicato alla cultura e all’arte ​ www.paroleinfuga.it​ ed anche sulla pagina Facebook ufficiale ​ www.facebook.com/alettieditore. ​

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