MICHELE PAGANELLI: RIVELAZIONI
GENERE: POESIA
RECENSIONE
«La poesia è una scintilla di rivelazione.»
«Non leggiamo e scriviamo poesie perché è carino: noi leggiamo e scriviamo poesie perché siamo membri della razza umana; e la razza umana è piena di passione.»
Queste riflessioni di John Keating, credo, racchiudano il senso della poesia dell’autore Michele Paganelli, il quale è uno scrittore appassionato che rivela attraverso l’arte poetica il suo modo di percepire. Del resto, cos’è la poesia se non la trasposizione dal puro percepire del poeta di sensazioni personali e intime, al segno grafico della parola che diviene emozione? Essa consente di rendere manifesti fatti riservati o comunque nascosti, difficilmente attingibili e disponibili… La poesia è pura rivelazione. Ed è questo, Rivelazioni, il titolo della silloge (CTL editore, Livorno, anno di pubblicazione 2022, pagg. 52) che Michele Paganelli ci dona. Versi brevi e intensi, liberi da qualsiasi schema metrico, poiché come lo stesso poeta tiene a ribadire non si possono vincolare o rinchiudere in delle regole le sensazioni che si originano dentro l’anima: «Io non sono una figura retorica… / (sono) … privo di metrica… / … il mio tesoro è nella madia antica… / l’anima crepuscolare» (versi della poesia Il tesoro). Ed è in questo semplice concetto che è racchiuso il senso della poetica dell’autore – che si avvicina alla prosa, ed è quindi lontana dai toni eroici grandiosi o estetizzanti – che è al contempo per lui mistero e sorpresa, in quanto non è dato conoscere quando sarà colto dal “sobbalzo ispirativo”. Potrà essere la visione di un oggetto caro che riporta alla mente preziosi ricordi: «Iniziai a morire / ma notai quel gingillo polveroso / un tuo regalo / ritrovai tutto l’amore del mondo» (poesia Il gingillo), oppure semplicemente il vissuto di un amore che è in grado di cambiare lo sguardo sul mondo, rendendolo colorato. L’amore del quale parla il poeta è certamente quello per una figura femminile, grazie alla quale riesce ad incantarsi ed estasiarsi di fronte agli spettacoli della natura: un tramonto, il sorgere del sole, il mare, il volo libero dei gabbiani felici; ma anche quello per la stessa poesia, che è balsamo per l’anima, àncora di salvezza, preziosa confidente attraverso la quale è possibile avvertire uno stato di appagamento e godimento: «Mi fido della mia penna / è portatrice di soddisfazioni / trasferisce la bellezza del mio mondo / e io conosco il paradiso» (poesia La mia penna). Lustrini, artifici, pomposità della parola sono estranei, dunque, al nostro poeta che riesce a godere delle cose semplici, e che con altrettanta semplicità è in grado di comunicare il suo sentire; ed è così che vita e poesia si coniugano: «Oggi io ricordo / le colline / i silenzi / l’autunno colorato / poi la tramontana / il profumo della legna che ardeva / l’atmosfera del calore / la semplicità / una vita poetica». La poesia è anche altro: dimensione onirica, immaginativa che consente di evadere da una realtà spesso crudele, cinica, meschina, per approdare sulle ali dei sogni, delle speranze, che ci lasciano vivi. Salvifica è quindi la poesia, tanto che l’autore scrive, nel componimento Lo sguardo sul mondo: «dove non c’è poesia regna il disastro». Il poeta è quel “semplice” artigiano della parola scritta che conosce il vero significato del termine libertà: «… là fuori c’è la guerra / ma da un angolo della sala / il mio mondo scintilla / non mi sento prigioniero / e corro verso il mare». Per ascoltare col cuore è richiesta quella preziosa abilità di estraniarsi dai rumori del mondo, e di ritagliarsi quel prezioso angolo; abilità che Michele Paganelli veste come abito su misura e confortevole. La capacità di isolarsi, come un po’ per tutti i poeti, è dimensione congeniale per produrre: «Quando scrivo una poesia / mi sento dolcemente isolato dal mondo / come un innamorato» (poesia Innamorato). Passione, fremito, amore racchiudono il senso dei versi di Michele Paganelli che accompagnano per mano e dolcemente il lettore in questi suoi “scatti fotografici” di un mondo in cui la bellezza regna sovrana. Tale bellezza è figlia di quel delicato ma penetrante sguardo del poeta che riesce ad osservare oltre… oltre le brutture e i disinganni. È quindi una poesia positiva e propositiva, avvolgente e accogliente. Non resta che farsi cullare da questi meravigliosi versi. Silloge più che consigliata.
Loredana Angela
INTERVISTA
Come nasce l'idea di questa opera poetica?
L'idea è stata quella di raccogliere, rivelare e portare alla luce le diverse immagini istantanee che ho avuto. La poesia nasce da un'intuizione, da un'immagine istantanea. La poesia è immediata.
Cosa ha significato scrivere questo libro?
Con questo libro rivelo le mie sensazioni, le immagini e le fantasticherie che normalmente rimangono nascoste. Ogni volta che un nuovo libro è finito, rimango sempre meravigliato nel vedere quante immagini sono nate; ed è per me molto entusiasmante creare qualcosa di nuovo.
Quali sono i messaggi più significativi che ha voluto trasmettere con la sua opera?
Non ho intenzione di trasmettere messaggi. La poesia per me è una cura e una ricompensa. In generale io ho successo quando sono soddisfatto. Nel momento in cui, un'immagine istantanea mi permette di creare una poesia, nella quale posso perdermi e ritrovarmi, sento sempre un profondo senso di pienezza.
Ha in cantiere qualche opera simile?
A me non piace molto definirmi poeta, mi sento piuttosto un artigiano della metafora. La mia bottega è sempre aperta e piena di materiale pronto all'uso. Ora è importante seguire questo nuovo libro, che come ogni creatura appena nata, ha bisogno di compagnia per un po' di tempo.
Dov'è possibile acquistare il suo libro?