MANUELA CIFARELLI: IL POTERE DEI RICORDI
ROMANZO
RECENSIONE
«Lo spreco della vita si trova nell’amore che non si è saputo dare… nel potere che non si è saputo utilizzare, nell’egoistica prudenza che ci ha impedito di rischiare e che, evitandoci un dispiacere, ci ha fatto mancare la felicità.» Oscar Wilde
Dopo la sua prima opera Non ci sono cavalli dentro le nuvole, Manuela Cifarelli torna in libreria con l’avvincente romanzo Il potere dei ricordi (Edizioni Amazon, anno di pubblicazione 2022, pagg. 164).
Fabio, Sandra, Ginevra e Pietro sono i protagonisti della storia. Con una scrittura composta e accogliente, l’autrice narra le vicende dei quattro protagonisti, e lo fa utilizzando la tipologia del genere narrativo del diario, che essendo scritto in prima persona dai personaggi di turno risulta immediato, diretto, sortendo un effetto di maggior coinvolgimento emotivo, direi empatico, del lettore con i narratori. Ogni personaggio raccontato – tranne Pietro, figlio piccolo di Fabio e Sandra – ha un suo denso pregresso che condiziona il proprio modo di rapportarsi al presente. Gli adulti mostrano fragilità e sofferenze, e mettono in atto, ognuno a proprio modo, strategie per tutelarsi da ulteriori dispiaceri. Spesso capita che a causa di eventi traumatici, difficili da accettare, in seguito subentri quel meccanismo di difesa chiamato rimozione. Volendo usare la giusta definizione psicologica, la rimozione è quell’operazione psichica con la quale l’individuo respinge nell’inconscio pensieri e immagini che sono considerati pericolosi per il suo equilibrio complessivo. Ed è proprio su questo meccanismo di difesa che ruoterà tutta la storia. La convinzione di Sandra che non sia possibile amare contemporaneamente due persone – il marito Fabio e il figlio Pietro – è in realtà la sua giustificazione razionale a qualcosa di molto più incisivo. Sarà proprio questa rigida posizione di Sandra – nonostante gli inutili tentativi di Fabio di farle cambiare idea – a spingere l’uomo, professore universitario, tra le braccia di Ginevra, una sua studentessa che vive una realtà raccapricciante, e che Fabio cercherà di aiutare. Tuttavia l’amore tra i due si trasformerà in semplice amicizia con il tacito accordo di entrambi. Fabio ama sempre Sandra, e si renderà conto che la storia con Ginevra è stato solo un modo per riempire un vuoto e per attenuare la sua sofferenza a seguito dell’allontanamento imposto dalla moglie.
Abile l’autrice nella descrizione temporale degli avvenimenti, tanto da non far avvertire al lettore, nemmeno al più attento, quella “irregolarità” o discordanza che fungerà non solo da motivo trainante ma anche da elemento risolutivo della storia.
Il romanzo inizia con la descrizione di una situazione piacevole, di comunione affettiva tra Sandra e suo figlio Pietro che partono per andare in vacanza alla loro vecchia casa sul lago. Sembra tutto perfetto se non fosse, appunto, per l’assenza di Fabio.
Ognuno, a turno, racconta la sua storia, e il lettore ricompone pian piano il puzzle, navigando tra il passato e il presente dei protagonisti. Il nodo centrale della storia narrata dall’autrice, che sembra ben conoscere le dinamiche psicologiche, è tutta nel mistero e nella forza dell’amore. Nessuna persona normale – per quanto si potrebbe aprire un dibattito sul significato della parola normale – ha un cuore così piccolo da non poter ospitare al suo interno più persone.
A dispetto dell’assurda posizione di Sandra, che si rifiuta di amare contemporaneamente il figlio e il marito, la storia narrata dall’autrice dimostra che non solo è possibile voler bene a più persone, ma anche che l’amore può essere così forte da superare la dimensione terrena. Chissà a quanti sarà capitato nella vita qualcosa che ha a che fare con il soprannaturale!
Solo nelle pagine finali il lettore riuscirà a comprendere quanto la mente possa mentire, giocando strani scherzi.
Riusciranno Fabio e Sandra a sanare il loro rapporto d’amore tornando a essere felici? In che modo? Lo scoprirete leggendo questo romanzo che terrà incollato il lettore fino all’ultima sequenza.
Francesca Autieri
INTERVISTA
Come nasce l'idea di questa opera?
l'idea della mia opera nasce dal bisogno di donare un po' di speranza a coloro che vivono situazioni difficili o tragiche e credono di non poterle superare.
Come mai ha scelto questo titolo per la sua opera?
Il titolo rappresenta la formula magica, la soluzione: la perdita dell'amore, in ogni sua forma, si può accettare mantenendo vivo e potente dentro di noi, il suo ricordo.
Quali sono i messaggi più importanti che ha voluto trasmettere con la sua opera?
Con questo romanzo vorrei trasmettere un messaggio positivo: tutto può accadere nella vita, si soffre e si cade, ma non bisogna arrendersi, perché una fine può essere l'inizio di qualcosa di meraviglioso e le difficoltà devono trasformarsi in insegnamento.
A proposito del suo libro...
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