MARIA ROSA BELLEZZA: LE LESIONI DELL’ANIMA
GENERE: ROMANZO DI FORMAZIONE
RECENSIONE
Mi chiamasti, e il tuo grido sfondò la mia sordità; balenasti, e il tuo splendore dissipò la mia cecità; diffondesti la tua fragranza, respirai ed ora anelo verso di te. (Sant’Agostino)
Spesso si utilizza l’espressione “romanzo di formazione” per riferirsi a quelle opere di narrativa basate sull’evoluzione del protagonista dall’infanzia all’età adulta. Il termine evoluzione chiaramente fa riferimento a tutti gli aspetti della crescita, anche a quello emotivo e spirituale. E sono proprio questi due aspetti in particolare che caratterizzano il romanzo Le lesioni dell’anima (Edizioni Homo Scrivens, anno di pubblicazione 2021, pagg. 256) di Maria Rosa Bellezza. Nell’opera c’è molto di più del tangibile, del subito evidente. Per gustare appieno la profondità del libro è necessaria quella capacità di lettura dell’anima che l’autrice rende possibile lasciando più volte socchiusa la sua porta – che è poi quella della protagonista – che permette il “passaggio” della sofferenza, delle inquietudini, ma anche del coraggio e delle scelte.
Se è vero che sono gradevoli quei libri dove è tutto chiaro e trasparente, è altrettanto vero che grande curiosità e interesse suscitano i libri in cui quella porta socchiusa rappresenta per il lettore motivo di curiosità che gli consente di oltrepassare la soglia e aprirsi al nuovo, al non conosciuto; come può essere il mondo afono di Ada, la protagonista, che soffre di ipoacusia grave che condiziona la sua la crescita in un periodo delicato e impegnativo, quello delle scuole, nel quale i dissidi adolescenziali sono già sufficienti a creare insicurezze in chi li sperimenta.
Credo che una descrizione così dettagliata da suscitare un tale coinvolgimento emotivo è possibile solo da parte di chi ha fatto esperienza di tale condizione – l’assenza del suono, appunto – vivendola per un periodo sulla propria pelle. L’isolamento nel quale Ada si rifugia, vergognandosi della sua diversità, non scoraggia Mizio che riesce a oltrepassare quella soglia oltre la quale i due cresceranno e matureranno, prima con una costante e reciproca presenza e poi separatamente. Oltrepassare quella soglia per conoscere il mondo di Ada, in realtà, per Mizio risulta facile, essendo anche lui un ragazzo diverso, speciale, avendo doti mediatiche che se da un lato gli procurano fama e notorietà dall’altra lo pongono difronte alla necessità e alla difficoltà di gestire tale dono, procurandogli sofferenza e malesseri anche a livello fisico. È proprio l’incontro di due mondi apparentemente così tanto diversi, quello di Ada – (privata di uno dei cinque sensi) e quello di Mizio (con un senso in più) a rendere possibile l’inimmaginabile. I due percorreranno così i sentieri della vita che li porteranno a raggiungere traguardi professionali e personali. Essi costruiranno la propria realtà lasciando in sordina bisogni dell’animo e desideri. Fino a quando? Se è vero che la vita è ciò che accade mentre siamo impegnati a fare altro, è anche vero che non si può ignorare la forza dei desideri, i quali se si riesce a tenerli a bada per qualche tempo poi riemergono più forti e prepotenti che mai.
Il punto di forza di questo romanzo è proprio in quella sfera che non vediamo, e che per questo raramente indaghiamo: quella spirituale. Siamo troppo spesso legati all’evidenza, a ciò che possiamo vedere, toccare, sentire, perdendo così la possibilità di conoscere realtà molto più appaganti e benefiche. L’autrice, attraverso le pagine del romanzo, fa dolcemente scivolare il lettore nella dimensione spirituale, tanto da riuscire a fargli percepire le cose allo stesso modo di Ada e Mizio, in modo da riuscire ad avvertire affinità, complicità ma anche timori e spaesamento.
Una scrittura composta e delicata, quella dell’autrice, capace di far percepire al lettore anche quelle fragilità e insicurezze che nel bene e nel male tutti sperimentiamo, ma che raramente manifestiamo. Le lesioni dell’anima è una storia di sentimenti, di ricerca e di rinascita, di sbagli, cadute e riprese. Maria Rosa Bellezza con il suo stile personale, ha partorito un romanzo che piacerà anche a chi, normalmente, non si sente attratto dalle opere che trattano di spiritualità; ci sono profondità, dolcezza, bellezza, nostalgia, desiderio, commozione e soprattutto spontaneità. Un lavoro letterario che si pone come un promettente biglietto da visita, essendo l’autrice alla prima pubblicazione.
Complimenti all’autrice per un esordio più che riuscito.
Marisa Francavilla