SILVIA CERVELLATI: QUANDO IL MARE LASCIA ISOLE
GENERE: ROMANZO (NARRATIVA CONTEMPORANEA)
RECENSIONE
“Kublai domanda a Marco: – Quando ritornerai a Ponente, ripeterai alla tua gente gli stessi racconti che fai a me? – Io parlo, parlo, – dice Marco, – ma chi m’ascolta ritiene solo le parole che aspetta. Altra è la descrizione del mondo cui tu presti benigno orecchio, altra quella che farà il giro dei capannelli di scaricatori e gondolieri sulle fondamenta di casa mia il giorno del mio ritorno, altra ancora quella che potrei dettare in tarda età, se venissi fatto prigioniero da pirati genovesi e messo in ceppi nella stessa cella di uno scrivano di romanzi d’avventura. Chi comanda al racconto non è la voce: è l’orecchio. –” (Le città invisibili – Italo Calvino).
Leggendo il romanzo di Silvia Cervellati, stranamente, mi è venuto in mente questo passo de Le città invisibili di Italo Calvino. Ogni volta che si legge un libro, non si sa per quale strano motivo, alcune frasi rimangano impresse nelle mente, magari inutilizzate fino al momento in cui qualcosa scatena l’aggancio con qualcos’altro. Anche se le due opere sono completamente differenti, tanto nel genere quanto nella modalità narrativa, il passo da me riportato credo che non possa esprimere meglio il “viaggio” percorso dall’autrice nel descrivere la sua storia Quando il mare lascia isole (selfpublishing, anno di pubblicazione 2018 pagg. 268). E il viaggio dell’autrice ha sicuramente molto a che fare con ciò che appare e ciò che invece sono i fatti reali che qualcuno ad un certo punto si deciderà ad ascoltare. È del resto il “gioco” della vita di qualsiasi paese, dove la gente ama chiacchierare, costruire storie, inventare… dando ai fatti “vestiti” diversi. Ma ciò che può portare alla quiete, a fornire le giuste risposte, e a placare i dubbi è sempre e soltanto l’ascolto… il benigno orecchio di cui si parla nel passo da me citato. Quante volte ci sarà capitato di vedere le cose non per come sono ma per ciò che gli altri hanno raccontato? Ma ad un certo punto ci si dovrà fermare e disporsi ad ascoltare la giusta campana. Se le ferite, le difficoltà che hanno caratterizzato in un certo arco temporale le vicende dei personaggi narrati non si possono cancellare, gli stessi personaggi possono tuttavia impegnarsi nella costruzione di un presente diverso, migliore. Le vicende di cui narra la Cervellati riguardano quattro fratelli che crescono da soli e dei quali nessuno sembra aver memoria. Difficoltà e ristrettezze accompagnano un lungo periodo della loro vita; ma in tutto questo grigiume il posto dove è situata la casa dei protagonisti della storia, mostra d’essere quel balsamo per l’anima e quei colori che portano aria di positività, di novità e riscatto come lo può essere la stagione estiva, dove tutto si anima e ha il sapore della spensieratezza. Anche se di spensieratezza non si può proprio parlare in riferimento alla storia raccontata dalla Cervellati, vi è ad un certo punto per i protagonisti un “luogo” sicuro dove poter approdare e dal quale ripartire. La vita scorre, ed in essa è contemplata anche la perdita, la separazione da persone care che eventi infausti hanno travolto. Del resto, nulla si può contro i disegni arcani del destino. Ma se la vita da una parte toglie, dall’altra può regalare improvvise epifanie. Ed è ciò che capita ai fratelli della casa situata in mezzo alla pineta vicino al mare.
C’è un sapore nostalgico che accompagna tutta l’opera, quell’alone sfumato che fa a tratti perdere il contatto con la realtà, tanto che il lettore a volte si domanda se i fatti descritti o tratteggiati stiano realmente accadendo o siano frutto di un sogno o di uno sbiadito ricordo. È tuttavia sempre presente l’inclinazione al verso poetico dell’autrice che conferisce alle descrizioni quel tocco piacevole, quasi come di una nenia di sottofondo che accarezza il lettore. Del tratto distintivo che accomuna le opere della Cervellati è ormai risaputo. Le storie narrate si plasmano e si dilatano, facendo delle parole strumento e potere di molteplici modalità esplicative. Rimangono nell’opera alcune ingenuità stilistiche. Mi piace concludere con questo passo dell’autrice che dà un assaggio della storia, ma che stimola anche il gusto della curiosità: «Non c’era cosa che quell’ora non ammantasse di poesia: i giochi dell’infanzia… la libertà selvaggia e pura dell’adolescenza… le assenze del fratello in giro col suo cane, purtroppo, a ubriacarsi; la perdita creduta di un padre, con i suoi rancori… e la reale, invece, di una madre, sconfitta al punto da morire di abbandono...».
Non sempre le cose sono come sembrano. Lo scoprirete leggendo Quando il mare lascia isole, l’avvolgente trilogia di un’autrice indiscutibilmente fuori dal comune.
Francesca Autieri
INTERVISTA
Cosa rappresenta per lei la scrittura?
Sicuramente, più un "essere" che un "fare": scrivere è la mia anima.
Com'è nata l'idea di questo libro?
Da un’immagine nettissima e precisa, per quanto fantasiosa; un quadro vivente che ho potuto penetrare vivendone ogni aspetto. Da questo a scriverne, il passo è stato breve.
Quali sono i messaggi più significativi che ha voluto trasmettere con la sua opera?
Mi piace pensare di “trasmettere” senza “voler trasmettere”. Ogni lettore ha un suo modo di legger situazioni e personaggi, di immaginarli, viverli. Io mi limito a raccontarli, spero in modo appassionante, così come li vedo.
Quali sono secondo lei le caratteristiche che non dovrebbero mai mancare ad uno scrittore?
Oltre a quelle di carattere tecnico, direi un linguaggio che costituisca una sorta di "firma", di impronta personale; integrità intellettuale e buone doti comunicative… meglio, se buonissime!
Ha in cantiere qualche altra opera?
Un nuovo romanzo, che uscirà entro la fine dell’anno, e una raccolta di poesie.
BIOGRAFIA
Silvia Cervellati è di origine emiliana e risiede a Novara (NO). Ha pubblicato i romanzi: Non posso dirti addio; Per chi non vuol sentire; Ritratti in uno; Rose!; Se non esistono gli angeli; La bellezza di mia madre; la trilogia Quando il Mare lascia Isole, Fatta di ripetute stelle e Sul ventaglio dell’acqua. Ha inoltre pubblicato le raccolte: Poesie d’amore; Nuove poesie; Notti e Giorni; Portati dal vento; Frammenti di vetro (poesie e racconti brevi); Paralleli Senza; Liberazione.