LEONARDO CASALINI: EDEN SYSTEM - I FRAMMENTI
GENERE: SILLOGE (LETTERE, POESIE, PENSIERI)
RECENSIONE
Uno scrigno prezioso quello che ci consegna Leonardo Casalini con la sua opera Eden System - I frammenti (Libeccio edizioni, anno di pubblicazione 2022, pagg. 86). Una raccolta di poesie, lettere e pensieri di spessore, penetrante, incisiva, intrisa di un malessere sottile e pungente, ma anche e soprattutto della impellente necessità, avvertita dall’autore, di fare qualcosa per cambiare lo stato attuale delle cose; una realtà nella quale lo scrittore non si riconosce, si sente stretto, diverso. Ed è la sua diversità, intesa come delicata sensibilità a tutto ciò che lo circonda, a fare della sua opera qualcosa di speciale. In un mondo in cui non vi è più ascolto, solidarietà, volontà di donare e donarsi, Leonardo Casalini fa sentire forte la sua voce che seppur delicata, riflessiva in taluni frangenti, diviene anche grido di rabbia, intolleranza, fastidio, denuncia, richiamo alle nostre responsabilità e alla nostra umanità. La silloge si apre con una lettera indirizzata ad una ragazza siriana, una delle tante che ha conosciuto l’orrore della guerra, la spietatezza umana, la crudeltà più atroce: «Non so che darei per averti tappato le orecchie quando cadevan le bombe. Trasformare i boati in soavi melodie, nei suoni più dolci. Darti un’altra vista rispetto alle rovine. Dar fine alle tue lacrime ora vane. Dar risposta alle tue preghiere che hai urlato verso il sordo cielo, mentre il male si prendeva la tua giovinezza. Non so cosa darei per dipingere un sorriso sul tuo viso più bello del sole, per cancellare l’ingiustizia del mondo che ti pesa addosso, il dolore della fame. Per cancellare la tua solitudine con un abbraccio di salvezza. Resta una lettera al cielo, con tanto affetto dissolto nel vento… Che ti raggiunga». È su questa linea che si sviluppa tutta la silloge dove i comuni denominatori sono l’empatia, l’amore, il donare: valori senza i quali l’esistenza sarebbe vana e insignificante. La silloge di Casalini è tanto altro: nostalgia di tempi andati, rimpianto per qualcosa che non è stato fatto o detto, come nella toccante lettera A Clara nella quale lo scrittore esprime tutto il suo rammarico per ciò che avrebbe potuto essere e non è stato: «... Quanto poco resta di me, quanto gelosamente conservo il tuo ricordo, il suono del tuo nome, memoria di quel tempo allegro. Ahimè quanto vorrei poter tornare indietro per non perderti, per dirti che ti volevo bene, con altre parole. Ti ho perduta come i più bei giorni, quando ero troppo timido per parlarti, poi troppo confuso nel presentarmi. Che ti raggiunga un giorno, più nitido, il mio sentimento, che ritorni un giorno, una parte di me». La sensibilità dell’autore è tale che egli riesce a sentire ogni lamento, ogni sussurro, ogni respiro della terra. Riesce a cogliere tutte le sfumature avvertendo il peso di un mondo che ormai è senza amore. Ed è così che l’autore reclama la bellezza che non è quella estetica, quella che appare, ma è compartecipazione al tutto, compenetrazione, è l’essere e il sentire insieme; e infatti nella poesia La Bellezza scrive: «... È piangere per chi piange. / È un sorriso dimenticato. / È perdonare il dolore. / È non abituarsi al male...». Il suo peregrinaggio, non solo poetico ma scrittorio in generale, è un viaggio alla ricerca di un posto di quiete dove l’autore si possa riposare e dove possa finalmente trovare quella pienezza della vita che tanto brama. La pienezza a cui aspira è quell’amore universale che solo può sollevare l’animo e risolvere ogni angustia e sofferenza. Ed in questo suo peregrinare l’unico cibo sono i fogli ai quali racconta le sue pene. E in questa sofferenza, dove non vi è nessuno che ascolta il suo malessere, l’autore si rifugia nel suo alter ego, Raziel, quell’io altro creato per trovare un appiglio quando tutto intorno sembra precipitare, quando fuori e dentro imperversa la tempesta. Ed è a lui che chiede aiuto affinché possa tornare a credere in un mondo giusto ed in una esistenza più serena: «Oh, Raziel... non lasciarmi solo con me stesso. Vorrei una degenza su un letto di pace per guarire sereno. La vita scorre senza valore. Il cibo e il vizio mi fan morir di inedia. Oh, Raziel... non sono più al sicuro, fuori e dentro. La paura domina i miei pensieri. Il tempo come mare ha reso sabbia lo scoglio che ero». A conclusione della silloge, l’autore riporta alcuni pensieri e riflessioni estemporanei che sono un concentrato di saggezza; sorprendenti e incisivi, arrivano dritti al punto, lasciando spesso il lettore sorpreso da quanto di autentico e vero ci sia nel suo universo interiore e nel suo modo di percepire. Una brillante silloge – così come la presenta il critico Teresa Laterza nella sua esaustiva e toccante prefazione all’opera – che consiglio vivamente.
Marisa Francavilla
INTERVISTA
Cosa significa per lei scrivere?
Scrivere è per me la trasposizione della mia anima ed un gran mezzo per raccontarmi. In un mondo dove le foto sono cosa comune, e si dà una immagine esterna, la scrittura è qualcosa di perfetto per delineare la nostra interiorità. Per me è anche esistere ed è la mia pacifica battaglia contro un mondo che per ora non mi ha molto accolto, per la mia particolarità di asperger, nello svolgere il quotidiano, nell'ambiente scolastico e in quello lavorativo. Ma ho la consapevolezza che le cose si possano cambiare. Essere rriuscito a pubblicare il mio libro è il mio umile modo per mostrare che il mio lavoro è al servizio delle persone, per portare riflessione e invitare al rispetto.
Com'è nata l'idea di questo libro?
Scrivo da quando ho 16 anni. Tutto iniziò con una pagina Facebook, Eden System appunto. Pensai di usare i social per condividere i miei messaggi, in seguito ho sentito sempre più l'esigenza di avvalorare il mio lavoro lasciando che lo leggessero e recensissero, oltre che voler salvare il mio lavoro in qualcosa di fisico, facendolo rinascere sotto un'altra forma, quella della carta stampata... ed è così che è nata una figlia: la mia raccolta.
Quali sono i messaggi più significativi che ha voluto trasmettere con la sua opera?
Ho voluto trasmettere tutto me stesso, le mie battaglie contro l'ingiustizia, contro la xenofobia e l'emarginazione, il sessismo patriarcale. Nel mio libro l'emozione è protagonista tanto quanto la persona, tanto quanto l'etica e la dignità dell'uomo con cui ho voluto condire il mio scrivere. Uno dei messaggi oltre al rispetto del prossimo, è quello della necessità di generare più amore, non abbandonandosi mai alla quotidianità, ma cercando lo splendore in ogni cosa, anche se la società così frenetica a volte ci fa correre distratti in un campo fiorito, senza denarlo di uno sguardo.
Quali sono secondo lei le caratteristiche che non dovrebbero mai mancare ad uno scrittore?
Penso siano il coraggio, la trasparenza e la voglia di dare qualcosa al lettore, qualcosa che abbia in noi un valore, donarlo senza vanità, ma con la felicità di arricchire il lettore di qualcosa che gli manca.
Ha in cantiere qualche altra opera?
Si, sto continuando a scrivere e vorrei proporre una nuova raccolta, anche se ho un sogno nel cassetto che prima o poi spero diventi realtà, cimentarmi anche nella narrativa, vorrei scrivere in futuro un romanzo di fantascienza.
Dov'è possibile acquistare il suo libro?