ELIANA CALABRIA: AMOR ROMA

GENERE: ROMANZO

RECENSIONE

Siamo tutti in bilico sul filo della vita. (Anonimo)

L’equilibrio credo proprio che sia una semplice illusione. Ognuno di noi, per un motivo o per un altro, può paragonarsi a un funambolo che s’impegna a non cadere camminando sul quel filo sottile che chiamiamo vita. Se solo ci domandassimo cosa ci dà certezze nella nostra esistenza – a parte la fede per chi è credente – non sarebbe così facile dare una risposta. Questo perché siamo esseri imperfetti, fragili, soggetti agli errori, alle tentazioni, a comportamenti sbagliati. Ma poi, siamo proprio certi che analizzando i comportamenti “sbagliati” non si possa migliorare, traendo un insegnamento e imparando ad apprezzare ciò che ci circonda? È proprio su questo, e non solo, che ci fa riflettere l’autrice Eliana Calabria con il suo romanzo Amor Roma (Argento Vivo Edizioni, anno di pubblicazione 2022), ambientato proprio nella capitale. Con una scrittura semplice e genuina che scorre fluida e armoniosa sotto gli occhi del lettore, l’autrice ritrae una fetta di quella che potrebbe essere anche la nostra quotidianità fatta di famiglia, impegni, lavoro, sentimenti, abitudini, routine. E capita che, proprio nella routine di una vita normale, improvvisamente si verifichi qualcosa che mette in dubbio qualche “certezza”, o meglio ciò che si pensava essere una certezza. L’amore, filo conduttore di tutto il romanzo, nelle sue varie forme: coniugale, genitoriale, filiale, si rivela nella storia narrata, così come nella realtà, sempre un sentimento tanto semplice quanto complesso. Sarà facile per il lettore ritrovarsi ora nell’uno ora nell’altro personaggio o nella stessa protagonista, Anna, che a un certo punto sente la sua vita iniziare a sgretolarsi pezzo per pezzo. Ma è proprio così perché fino a quel momento le cose le sembravano “perfette” o comunque scorrevano senza intoppi, oppure la protagonista ha solo iniziato a confrontarsi con la realtà della vita? Anna sembra proprio essere una donna come tante: ha un marito amorevole, una figlia adolescente, un lavoro e due genitori che per lei hanno sempre rappresentato un esempio e un punto di riferimento. Si potrebbe dire soddisfatta se non fosse per il fatto che il rapporto con il marito sembra aver perso smalto. Dubbi e interrogativi iniziano quando inaspettatamente, mentre carica le buste della sua solita spesa del sabato si accorge di una borsa estranea nella quale rinviene delle vecchie lettere. Non sembra poi essere tanto un caso accidentale tale ritrovamento, piuttosto qualcuno ha voluto mettere al corrente Anna di qualche segreto. Così inizia il percorso della protagonista alla ricerca della verità. E non sarà l’unica a voler fare chiarezza su certi avvenimenti. Nel tentativo di ricostruire la storia dei due protagonisti di quelle lettere e al contempo di mantenere in piedi la sua famiglia, Anna scoprirà delle cose che la deluderanno per alcuni aspetti, così come scoprirà lati di sé stessa che pensava non le appartenessero.

Potrebbe essere considerato un romanzo di formazione, dato che la protagonista intraprende un percorso che la porta a maturare; a me piace definirlo piuttosto un romanzo sulla presa di coscienza e consapevolezza, perché la “sicurezza” nella quale Anna pensava di vivere si rivelerà effimera, così come effimere o non corrispondenti alla realtà sono certe convinzioni in riferimento ai genitori che la protagonista vede come persone forti e infallibili, ignorando il fatto che gli adulti sono ugualmente fragili e soggetti a scossoni e cadute.

L’autrice affronta di sbieco anche il problema dei disturbi alimentari di cui sembra soffrire Ilaria, la figlia di Anna, che probabilmente esprime in quel modo l’insofferenza per una situazione familiare che non è così stabile come può sembrare e al contempo manifesta la tipica inquietudine adolescenziale. Un romanzo che fa riflettere anche sul timore del giudizio altrui, non il giudizio di chiunque ma quello di una persona cara, così come sulla comprensione e la capacità di perdonare. Perché in fondo l’amore è anche questo.

Dal libro emerge una personalità consapevole e decisa, i dialoghi, che occupano una buona parte del romanzo, sono ben strutturati e le descrizioni risultano facili a immaginarsi, dal traffico della capitale alle scene di trasporto e passione.

L’opera è ben scritta e, soprattutto, curata, il che evidenzia l’amore dell’autrice per la scrittura. Il racconto risulta avvincente e verosimile.

Sicuramente un romanzo riuscito. Decisamente consigliato.

Loredana Angela

INTERVISTA

Cosa rappresenta per lei la scrittura?

L'illusione di creare. Creare persone e immaginare situazioni. Muovere personaggi e farli vivere, soffrire, amare. Vivere altre vite, forse.

Com'è nata l'idea di questo libro?

La prima cosa da fare, così mi dicevano alla Scuola di Scrittura Creativa che stavo seguendo da più di due anni, era attaccare con un' "incidente scatenante", che avrebbe dato spessore e suscitato interesse al mio incipit. Dopo di ciò, capitolo dopo capitolo, salvo qualche momento di crisi, tutto è venuto da sé.

Quali sono i messaggi più significativi che ha voluto trasmettere con la sua opera?

Che l'amore può avere tante forme e che i “segreti di famiglia” è meglio conoscerli da adulti.

Quali sono secondo lei le caratteristiche che non dovrebbero mancare ad uno scrittore?

La sensibilità, la capacità di concentrazione, l'esperienza di vita e la passione per la lettura.

Ha in cantiere qualche altra opera?

Sto scrivendo in contemporanea due romanzi, uno molto impegnativo e un altro molto più leggero. Quando l'uno mi stressa troppo passo all'altro. Ma non sono sicura che sia un buon metodo.

L'AUTRICE SI RACCONTA...

Sono nata a Roma nel 1946 da padre romano e madre ligure. La mia famiglia è nel mondo del cinema dal 1925. Al tempo dei telefoni bianchi, per capirci. Dopo una vita passata alla scrivania, ostinatamente e perdutamente impegnata nella gestione di un Gruppo di piccole società eterogenee, alleata dalla gestione dell'attività vinicola grazie alla mia predilezione per il vino di qualità, sono finalmente andata in pensione. Dopodichè ho impiegato il mio tempo, senza grossi risultati, nelle attività che credevo di amare e che avevo tralasciato negli anni trascorsi alla redazione di grafici e bilanci. Ma sono incostante. Ho abbandonato le lezioni di pianoforte quando si è arrivato al punto di dover adoperare tutte e dieci le dita. Ho abbandonato le lezioni di danza a causa dell'olezzo di sudore che ammorbava la palestra. Ho abbandonato quando si era arrivato all'aoristo le lezioni di greco moderno che mi era necessario per trascorrere in maniera più socialmente proficua la permanenza estiva in un'isola dell'Egeo dove ho casa. E finalmente mai avrei abbandonato i tre anni bellissimi di lezioni di scrittura creativa presso la Scuola Omero di Roma, complici le decine di quaderni che nella mia vita avevo riempito di racconti e poesie. Non ho partecipato ad alcun concorso per il romanzo e possiedo tutti i diritti dell'opera. Ho due figlie e due nipoti. Mio marito l'ho perduto cinque anni fa. A rendere felice questo complicato periodo adesso ho un nuovo compagno e la passione per la scrittura. Divido il mio tempo tra la casa di Naxos nelle Cicladi, la campagna delle Marche e la casa di Roma dove ho i miei affetti.