SILVIA CERVELLATI: FRAMMENTI DI VETRO
SILLOGE (RACCONTI E POESIE)
RECENSIONE
L’autrice Silvia Cervellati tenta in qualche modo di arrestare lo scorrere inesorabile, incessante e imperturbabile del tempo con lo strumento a lei più congeniale: la scrittura, ora in forma poetica ora nella modalità del racconto. È così che nasce la sua nuova opera Frammenti di vetro (Youcanprint, anno di pubblicazione 2017, pagg. 74). Una silloge dove i versi gentili e nostalgici si alternano a storie curiose, divertenti, in cui l’ironia ha quel risvolto amaro che tanto affascina. Il testo risulta gradevole e invitante non solo per l’originalità delle tematiche trattate, come la morte, lo scherno, l’anticonformismo, ma anche per la modalità con cui sono state narrate. Comprendere l’ironia è già difficile quando la si ha di fronte, in presenza, figuriamoci nella scrittura! Eppure la Cervellati sembra proprio avere una grande confidenza con tale modalità comunicativa, per cui i racconti scorrono perfettamente come fiumi in piena, desiderosi di riversare all’esterno tutte quelle verità che se fossero state raccontate in tono serio non avrebbero sortito l’effetto che l’autrice desiderava conferire loro. Ed è facile che capiti al lettore, immergendosi in questi scritti, di sentirsi in comunione con i suoi pensieri. Chissà quante volte, infatti, ci sarà capitato di pensare alla nostra morte senza però avere il coraggio di condividerne le riflessioni, per timore di essere derisi o di sentirci dire che, magari, potevamo avere qualche rotella fuori posto. La Cervellati con naturalezza, utilizzando l’arma dell’umorismo, dimostra come si può riuscire a parlare di tutto senza farsi troppo male, perché la scrittura ha quella duplice capacità di svuotare e di riempire… per cui, ad esempio, se l’essere stati offesi o feriti fa male, la scrittura consente di guardare il tutto dall’esterno. Condividere i propri pensieri con la carta e la penna consente di alleggerirsi, di svuotarsi da eventuali pesi, poiché scrivendo si ridimensiona il tutto e si riesce anche a ironizzare su qualche sventura; allora avremo sicuramente imparato a non prenderci troppo sul serio e a sdrammatizzare situazioni anche molto dolorose. Lo scopo dell’umorismo utilizzato dall’autrice, si badi bene, non è quello di sminuire emozioni, sentimenti e situazioni, al contrario quello di spingere alla riflessione, anche se quando il lettore legge gli viene da ridere. È del resto ciò di cui narrava Pirandello con la sua teatralità – così come teatrali appaiono i racconti della Cervellati – anche se con sfumature diverse. Come i frammenti di vetro per quanto piccoli sono in grado di lasciare il segno, allo stesso modo tanto i racconti quanto le poesie della Cervellati hanno quel potere di infiltrarsi per lasciare traccia. L’autrice attraverso i suoi componimenti racconta la vita, e come in un mosaico incastra i pezzi, uno accanto all’altro, anche se possono sembrare slegati, l’uno diverso dall’altro, ognuno con un suo tema da raccontare, riesce a trovar loro la giusta collocazione. La teatralità che si coglie dagli scritti della Cervellatinon è per niente un ostentare, un esasperare un sentimento, una situazione, bensì quasi un disperato tentativo – avvertibile, forse maggiormente nei componimenti poetici – di lenire un dolore dell’anima che non trova quiete. La necessità dunque di rimarginare ferite che il tempo sembra non voglia chiudere. E come a volersi beffare del tempo, che a sua volta si diverte a beffarla, l’autrice dichiara “guerra” al tempo stesso – che pare proprio aver scandito eventi che continuano a rimanere vividi, procurandole sofferenza – ritagliandosi il suo tempo, quello per la scrittura, appunto, che le consente di riallacciare quei fili che si sono interrotti, di ritrovarsi e ritrovare affetti perduti come accade nella poesia Non basta il mare: «Non basta il mare, / pieno di tuoi sguardi / e voli. / Non basta tender / la sua vista / come un drappo / che nasconda / le cose che non vanno, / se minacciando /attendono / a un angolo di strada. / Non basta il mare, no. / Vederlo ogni mattina / pensando ai nostri / giorni… i nostri, amore! / Belli come una fiaba. / Sono con te. / Verrò da te / comunque, e sempre. / Al tuo sepolcro / aperto ad aspettarmi / come un mare, / un mare / di miei sguardi e voli. / Perduti. Ritrovati». Una scelta azzardata quella della Cervellati, ma ben riuscita: raramente poesie e racconti di tale genere sono stati riuniti in una stessa silloge; eppure quelli della Cervellati sembrano avere un’unica voce, quella dell’anima, e anche se a primo impatto possono apparire del tutto discordanti, il loro senso non sfugge a chi, come l’autrice, sa cogliere oltre.
Chiara Biagi
INTERVISTA
Cosa ha rappresentato per lei la scrittura di Frammenti di vetro?
Forse una sfida; l'idea che prosa, poesia e immagini artistiche non a scopo illustrativo, possono convivere all'interno di un lavoro pur non essendo state create, in origine, per far parte di un unico contesto. Nel quotidiano, prosa e poesia si compenetrano continuamente: perfino il più duro dei caratteri ha momenti di dolcezza di pensiero o di lirismo amaro, che lì per lì magari non sa esprimere o non vuole, ma che sente. All'interno del volume, racconti brevi ma intensi per tema, sono intercalati a immagini pittoriche e componimenti che fungono da semplice intervallo… intervallo, che ha lo scopo dicondurre alla lettura del racconto successivo.
Com'è nata l'idea di questo libro?
In Frammenti di vetro le immagini e riflessioni presenti, sono inframezzate da racconti narrati in un linguaggio quasi popolare, come da chi ti arriva all'improvviso con la frase: la sai l'ultima?... ed incomincia a raccontare a modo suo, perfino il dramma, con una punta di ironia. Le idee? Le idee nascono da sole e da sole si compongono in un disegno che dà vita a risultati che si spera destino, in chi legge, consenso ed emozione. Quasi sempre, almeno nel mio caso, l'idea viene dal nulla, o quantomeno così appare... come in un fuoco che coperto dalle ceneri, in stato di apparente calma, all'improvviso sfocia in qualche cosa di concreto e imprevedibile.
Quali sono i messaggi più significativi che ha voluto trasmettere con le poesie e i racconti?
Il sapersi guardare dentro e attorno con sincerità; e riflettendoci, tentando di migliorare lo stato delle cose. È cosa che si può fare: non è così difficile.
Quale il suo filo conduttore in questi generi così diversi?
Nel modo di comunicare concetti e sensazioni attraverso la scelta di immagini o scrittura in prosa e poesia, cambia solo la scelta del linguaggio, che non riesco a considerare “genere diverso”; semmai, “forma”. Ma questa, a mio parere almeno, non li rende estranei.
Perché i lettori dovrebbero acquistare Frammenti di vetro ?
Perché originale; intenso; piacevole all'aspetto nel formato insolito. E forse, perché nell'opera di un autore non ancora celebre può celarsi qualche talento: in arte, è successo spesso.
BIOGRAFIA
Di origini emiliane, Silvia Cervellati è nata a Ferrara ma risiede a Novara. Ha i romanzi: Non posso pubblicare dirti addio; Per chi non vuol sentire; Ritratti in uno; Rosa!; Se non esistono gli angeli ; La bellezza di mia madre; la trilogia Quando il Mare lascia Isole, Fatta di ripetute stelle e Sul ventaglio dell'acqua, riunita anche in unico volume dal titolo Quando il Mare lascia Isole - trilogia. Ha inoltre pubblicato le raccolte: Poesie d'amore; Nuove poesie; Notti e Giorni; Portati dal vento; Frammenti di vetro (poesie e racconti); Paralleli Senza e Liberazione.