ANTONELLA CIMAGLIA: DIREZIONE CASSIOPEA
GENERE: POESIA
RECENSIONE
«Ogni giorno dovremmo ascoltare una piccola melodia, leggere una bella poesia, vedere una pittura squisita e, se possibile, dire delle parole sensibili.» Johann Wolfgang Von Goethe
Oggi il mio proposito di leggere delle belle poesie l’ho soddisfatto con la silloge Direzione Cassiopea (CTL edizioni, Livorno, anno di pubblicazione 2021, pagg. 72) di Antonella Cimaglia.
Chissà perché l’autrice ha scelto di intitolare la sua silloge poetica Direzione Cassiopea, considerando che Cassiopea era una dea arrogante e vanitosa, mentre, al contrario, i versi dell’autrice sono umili e riservati. Mi piace pensare che il titolo abbia piuttosto quella significanza astrale di “lontananza”, di un posto ideale che l’autrice desidera raggiungere forse per trovare quel contatto col non conosciuto ma anche con chi nel suo presente non c’è più, come sua madre e suo padre ai quali dedica in particolare due penetranti poesie: Istante e Al mio papà.
Ci sono poeti che amano le tinte forti, i versi rimarcati, le parole altisonanti. Nel caso della Cimaglia tutto sembra consegnato al lettore in punta di piedi o, se vogliamo, in punta di penna, con una riservatezza e grazia tale che traspaiono ad ogni pausa, ad ogni sospiro dei suoi componimenti, anche nel non scritto: “tra le righe”. Bellezza, grazia, delicatezza, melodia del verso sono ciò che caratterizzano le riflessioni poetiche dell’autrice, e che giungono con naturale immediatezza al lettore. Si badi bene però che grazia e bellezza non impediscono ai versi di risultare penetranti; al contrario, sono la condizione primaria che conferisce loro la giusta incisività. Basta una semplice lettura perché i versi si fissino, provocando in chi legge quella comunione di spirito e d’intesa che non è così facile raggiungere con tutti i poeti. Forse è per via di questa delicata riservatezza, e al contempo trasparenza, che l’autrice ha scelto di non far redigere alcuna prefazione all’opera, come per dimostrare che non vi era nulla da aggiungere a ciò che i suoi componimenti intendono raccontare. Tuttavia, essendo un’amante delle prefazioni, e trovandomi dinanzi ad una silloge di spessore con un notevole potenziale comunicativo, credo che anche una breve ma significativa prefazione avrebbe dato all’opera quella giusta completezza che merita.
Il verso schietto, libero da ogni costrizione metrica conferisce ai componimenti una piacevole scorrevolezza dal suono rotondo, anche in assenza della rima – spontanea e mai cercata a tutti i costi – che insieme all’anafora caratterizza alcune sue poesie. Quella dell’autrice è una lirica positiva in grado di intravedere la luce anche nelle sofferenze e delusioni che la vita riserva. Il segreto è nell’amore, capace di andare oltre la dimensione spaziale e temporale, che permea ogni suo componimento e non si limita al sentimento verso una persona ma è onnicomprensivo, rivolto quindi a tutto ciò che la circonda e a se stessa; direzione quest’ultima che esprime con la necessità di ritrovarsi nella purezza del suo esser bambina, come emerge nel componimento Il canto della cascata: «Sarà nel suono delle cascate / che sentirò ancora la voce di mia madre, / sarà negli sprazzi di sole / che rivedrò gli occhi di mio padre. / E laggiù dove abitano i pesci, / fra rivoli d’acqua, forse ritroverò me stessa. / E forse saprò essere / nuovamente cielo, / nuovamente pietra bagnata. / Ancora eternità. / Sì, forse saprò ancora scegliere / la tempesta e non un rifugio. / Perché ho sempre verso i miei sogni di bimba, / tanti conti in sospeso. / Saprò essere ancora amore.» Il suo amore è anche verso la libertà che difende non solo con le parole ma con scelte importanti, anche a costo di rimanere isolata… scoprendo poi che nel coraggio della solitudine si nasconde la felicità, come racconta nella deliziosa chiusa del componimento Libertà: «Ti ho amata immediatamente, / imparando nel tempo la felicità, / trovando coraggio nella solitudine. / La mia possibilità di sbagliare… il tuo nome: libertà.»
La natura è sua amica alleata – sentimento espresso in un connubio delizioso dove si smarriscono i confini tra lei e il creato attraverso una narrazione armonica e colorata – e di essa si serve per comunicare il suo sentire mediante l’uso di metafore. La poesia per l’autrice è forza, vita, rinascita, qualcosa che le ricorda chi è, e verso dove vuole andare. Un percorso di maturazione, di evoluzione. Una poesia, dunque, consapevole, che l’accompagna fiera nelle incertezze della vita. Una silloge che parla sottovoce al cuore del lettore.
Loredana Angela
BIOGRAFIA
Antonella Cimaglia Nasce a Tivoli nel 1977 e vive a Villanova di Guidonia Montecelio (Rm). Frequenta l’Istituto d’Arte e dopo il percorso di studi segue un corso di specializzazione in grafica pubblicitaria. Diventa quindi grafico pubblicitario di professione. Nell’ottobre del 2006 viene pubblicata la sua prima poesia Pavone dalla casa editrice Aletti. Pubblica in varie antologie e nel dicembre del 2007 arriva la sua prima raccolta Il mio nome è Orione sempre con la casa editrice Aletti. Nel maggio 2016 avviene l’uscita del suo secondo libro: Il mio nome è Orione Vol II, con la casa editrice La Lettera Scarlatta. Arriva tra i primi 60 finalisti al Premio CET Scuola Autori di Mogol 2020. Partecipa all’importante Concorso Il Federiciano X e XI Edizione e viene inserita con due suoi componimenti nelle successive antologie del Premio. Viene successivamente scelta dalla casa editrice Aletti per l’inserimento delle edizioni dell’ Enciclopedia dei Poeti Contemporanei Italiani 2018 e 2019, 2020. Nello scorso ottobre 2021 esce la sua terza raccolta: Direzione Cassiopea con la casa editrice CTL Livorno. Da gennaio 2022 il portale www.atlantidearteletteraratura.it le dedica uno spazio fisso con alcune sue poesie e videopoesie. Antonella oggi viene definita come una scrittrice solare, semplice, penna in cui il verso si porge come musica e la parola “degenera” spesso in rumore. Claudio Cundari, noto poeta degli anni ’70 la definisce così: «È un vero talento ed esso si rileva subito in lei nella costruzione sapiente del verso e nelle volate piene d’impronta».
INTERVISTA
Come nasce l'idea di questa opera?
L'idea di Direzione Cassiopea nasce per mantenere principalmente un filo rosso con le mie prime due opere dal titolo Il mio nome è Orione e Il mio nome è Orione Vol II. Un modo per dire: "sono sempre io, diversa però", e nasce appunto per sottolineare la mia evoluzione umana e poetica che nel tempo e spontaneamente ha quasi del tutto abbandonato l'uso delle rime, forse un po' acerbe, per uno stile decisamente più libero. Dalla costellazione di Orione a quella di Cassiopea: il nostro continuo viaggio interiore...
Cosa ha significato scrivere questo libro?
Scrivere questo libro per me ha significato un nuovo importante traguardo. È una sfida vinta con me stessa, dopo che per molto tempo sono stata senza scrivere nulla o quasi. Direzione Cassiopea ha per me il dolce sapore del ritorno e insieme la meraviglia della nuovo, del cambiamento.
Quali sono i messaggi più significativi che ha voluto trasmettere con la sua opera?
Il messaggio principale di tutta l'opera è la nostra continua umana tensione all'immortalità. Tensione che noi tutti manifestiamo nel corso della vita, attraverso l'amore, attraverso l'arte. Inoltre, Cassiopea si trova vicino alla stella polare che è la stella più luminosa della costellazione dell'Orsa Minore e che da secoli è il punto di riferimento nella navigazione. Un vero e proprio faro nella notte, un punto “fisso” nell'orbita celeste. Durante il viaggio della vita, ognuno di noi è sempre alla continua ricerca di quel faro...
Ha in cantiere qualche opera similare?
Per il momento ancora no, continuo a scrivere e a partecipare a vari concorsi per antologie. Ma il viaggio è lungo...
A proposito del suo libro...
Direzione Cassiopea è un libro sentito, vissuto, amato in ogni sua sillaba, in ogni suo verso. Rappresenta il mio viaggio, la mia crescita personale. È un libro a grandi linee autobiografico ma credo universale allo stesso tempo, dove ogni lettore può ritrovarsi con la sua intima personale esperienza.
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