SILVIA CERVELLATI: NOTTI E GIORNI
GENERE: POESIA
RECENSIONE
Notti e giorni (Selfpublishing Youcanprint, anno di pubblicazione 2020, pagg. 68) una silloge decisamente più variegata, quanto a temi trattati dall’autrice Silvia Cervellati, rispetto all’altra opera intitolata Poesie d’amore.
Anche se in diversi componimenti sono sempre presenti il ricordo e la nostalgia per la perdita di un grande amore, l’autrice in questa raccolta percorre i diversi sentieri della sua anima in quelle fasi alternate di serenità e tormento che caratterizzano il suo vivere. E il vivere dell’autrice abbraccia gli affetti più cari, quelli per la sua famiglia e per una sua amica scomparsa. Il passato, con i suoi ricordi, si mescola alle riflessioni sul presente in un delicato andirivieni che permette all’autrice di rivivere la sua storia con una più autentica consapevolezza. Il verso libero, i delicati “accenti” poetici risaltati dalle pause, i cosiddetti “respiri”, conferiscono ai componimenti grazia e armoniosità. Il ritmo scandito che si avverte nella lettura è simile a quello di un solfeggio musicale, che suddivide i versi con un incremento dell’intensità, “enfasi”, nella parte iniziale di ogni verso che si assottiglia in quella centrale per poi riacutizzarsi nella chiusura. L’amore, la nostalgia, la fragilità sentimentale, l’anelito al bene, la percezione di una forma trascendente sono espressi dall’autrice in una sorta di dialogo interiore con sé stessa che non sembra molto interessato a cercare delle risposte, come se queste, in parte, l’autrice le possedesse già, bensì, piuttosto a tranquillizzare il suo animo, a placare quell’inquietudine che non le consente di sentirsi completamente a proprio agio nel suo presente, stato che è poi propedeutico al suo discorso poetico che è a tratti narrazione, a tratti profonda riflessione, e in alcuni casi intuizione. Quest’ultima non è riferita a qualcosa da scoprire che riguarda il futuro, poiché l’arcano – la dimensione del mistero – è solo sfiorata dall’autrice. Piuttosto l’intuizione si manifesta come coscienza, presa d’atto di un passato che è stato e non sarà più, di un presente – del quale si possono solo accettare gli eventi – che è proiettato al futuro e nel quale la poetessa sperimenta “l’incapacità” di adeguarsi in quanto non è quel presente che avrebbe voluto vivere, poiché mancante di figure di riferimento importanti. Non resta quindi che abbracciare i ricordi che contengono la gioia ma anche la sofferenza, come nella poesia dedicata al padre che l’autrice definisce «eroe della sua fanciullezza», ma che poi è divenuto distante per via delle incomprensioni. Allo stesso modo la figura materna è ricordata nella sua veste generativa, ma anche in quegli attriti che nel suo animo generavano tristezza.
Se è vero che in tanti si è capaci di scrivere, trasformare in poesia gioie, dolori, ansie, passioni non è da tutti, ma un privilegio riservato a pochi. Silvia Cervellati riesce, anche nel caso di poesie brevi, e forse maggiormente in quelle, a far arrivare deciso al lettore il suo sentire. Un esempio di questa peculiarità dell’autrice è evidente nella poesia Essenze che apre la silloge: «Di luce avvolta / e in ombra / vago, / adorna della tua / essenza.» Anche se la raccolta della Cervellati è centrata su un vissuto personale, non è mai chiusa, limitata a un soliloquio sterile che esclude il mondo circostante, il creato e la natura che sono invece presenti in quelle sfumature del suo sentire così come in quelle metafore che la collegano al tutto, o almeno che la fanno percepire connessa a ciò che la circonda: «Oggi è un mare / di azzurro calcedonio / sotto a un incerto / cielo di dicembre / mezzo luce. / Suonan di sereno / le voci dei ragazzi / nell’aria della festa / religiosa. / E pare primavera / mentre io brillo / come gli insetti in volo / al contatto con la luce.» Ogni parola scelta dall’autrice sembra avere il suo perché e non è mai posta sulla carta a caso, così come il titolo scelto, Notti e giorni, che rimanda alla dualità della vita, alla presenza quindi del buio ma anche della luce, ossia alla speranza che qualcosa di buono possa accadere e che la vita possa ancora regalarle quella felicità che ha già conosciuto. Silloge consigliata.
Francesca Autieri
INTERVISTA
Come nasce l'idea di questa opera poetica?
Le mie poesie non sono che “pause” al mio lavoro di narrativa. Succede spesso che, a chiusura ultimata di un romanzo, sia pronto nel contempo il materiale per una nuova raccolta, ed anche Notti e Giorni è nato in questo modo.
Come mai ha scelto questo titolo per la sua opera poetica?
Non c’è momento della vita che non venga scandito dalla “notte” e il “giorno”, attraverso infinite sfumature e cambi di colore della luce dell’animo.
Quali sono le poesie della raccolta alle quali è particolarmente legata?
Oh, no! È come chiedere a una madre quale sia il preferito dei suoi figli. In ognuna di esse è presente una parte di me, di un momento particolare che non mi sognerei di preferire a un altro… salvo, forse, che per una resa che mi paia migliore.
A cosa può servire secondo lei la poesia oggi?
La poesia è l’elevazione dello spirito, o perlomeno il suo tentativo… cosa che reputo encomiabile, da qualunque parte arrivi, in epoche quanto mai inclini ad istillare la barbarie, piuttosto che la ricerca del sublime. Resistere a tali incitamenti è azione di coraggio, ribellione; è un educarsi al concetto di come, attraverso la poesia, possa sopravvivere moralmente in noi il meglio dell’essenza umana.
A proposito del suo libro...
Io credo che denoti una certa personalità: dai contenuti, all’abbinamento delle immagini ai testi.
Dov'è possibile reperire il suo libro?
https://www.lafeltrinelli.it/notti-giorni-libro-silvia-cervellati/e/9788893323314
https://www.amazon.it/Notti-giorni-Silvia-Cervellati/dp/8893323311