RECENSIONI

Lᴀ Vᴏᴄᴇ ᴅᴇʟ Rᴇᴄᴇɴsᴏʀᴇ

SCRITTURA VIVA

ALDO ZAMB: LA VITA SEGRETA DI UN RAGAZZO INURBATO GENERE: AUTOBIOGRAFIA - DIARIO

RECENSIONE

 

Quale genere potrebbe preferire un cancerino se decidesse di scrivere e far pubblicare un libro? Considerando la profondità dei sentimenti degli appartenenti a questo particolare segno dello zodiaco, certamente la preferenza ricadrebbe sull’autobiografia. È ciò che ci dona l’autore Aldo Zamb: un interessante diario di riflessioni in riferimento alla sua vita, alle scelte, alle passioni, al lavoro, ai legami. L’opera, intitolata La vita segreta di un ragazzo inurbato (Gruppo Albatros Il Filo, anno di pubblicazione 2021, pagg 98), raccoglie trentadue pensieri ricchi di quelle sfumature dell’anima che l’autore riversa sul foglio bianco senza alcun timore di essere giudicato, mettendosi completamente a nudo, anche in riferimento alle sue “ossessioni”, manie, abitudini. Un testo nel quale, probabilmente, molti si ritroveranno, soprattutto se nati nel mese di luglio. Un’opera che scorre velocemente, che si divora con la curiosità di scoprire cosa l’autore racconterà nella pagina successiva e in quella ancora. Non è semplicemente un diario per ricordare e fissare nella memoria eventi, impegni, ma è un contenuto con importanti risvolti emotivi, tanto che il lettore si affeziona fin dalle prime pagine alla voce narrante, al punto, in particolare in certi episodi, da identificarsi e rivedersi in alcuni atteggiamenti o modi di pensare del protagonista. A parte la schiettezza nel raccontare, ciò che colpisce è la maturità raggiunta dall’autore che si accetta in toto con tutte le sue “défaillance”. Sicurezze e fragilità si amalgamano in un racconto che si legge non solo nelle righe, ma anche tra le righe del non detto, o del poco accennato. Traspare un animo sensibile e responsabile, ma anche sicuro di sé, con il desiderio, nonostante le difficoltà e le battute d’arresto, che volenti o nolenti la vita ci pone d’avanti, di continuare a sognare e a ricercare le proprie passioni che l’autore definisce il vero motore del mondo. La vita segreta di un ragazzo inurbato è la storia dell’autore che da un paesino del Sud si trasferisce a Roma dove inizia una nuova vita e il lavoro di insegnante. Una vita solitaria ma mai noiosa e sempre ricca di lezioni di vita. Nonostante il tono “serioso” della maggior parte degli episodi narrati, l’autore riesce con maestria ad usare opportunamente l’ironia quando tratta di argomenti più leggeri come ad esempio il suo attaccamento alle serie televisive, dove si diverte a paragonare alcuni protagonisti sbeffeggiandone certi ed elogiandone altri, tanto che il lettore a conoscenza delle vicende delle serie in questione non può trattenersi dalle risate. Un capitolo importante è dedicato al problema di una casa che ha preso in fitto. Sappiamo quanto sia importante il posto in cui si sceglie di vivere: la casa rappresenta il prolungamento psicologico della persona. In particolare per i cancerini la casa è una zona di comfort insostituibile. I cancerini preferiscono la tranquillità di casa propria piuttosto che uscire a cena o a bere qualcosa. Agli altri segni potrà sembrare noioso, ma per il cancro non c’è niente di meglio che essere ottimi padroni di casa. L’ambiente in cui si vive è il fulcro della felicità. Ma “casa” per l’autore non è solo l’ambiente fisico racchiuso dalle quattro mura, bensì anche l’importanza e la solidarietà dei rapporti familiari che continuano ad essere vivi e presenti anche a distanza di chilometri, e forse ancor di più considerando che non è mai facile andare via dai propri cari e che la partenza è una scelta, spesso obbligata, per molti di coloro che vivendo al Sud sono costretti a spostarsi per motivi di lavoro. Quando si è lontani dai propri affetti la preoccupazione costante che accompagna ogni giornata è quella relativa alla salute dei propri cari. L’autore racconta, con delicato ma incisivo trasporto emotivo, dei problemi di salute del padre e della successiva perdita. Così come del rapporto speciale che li univa, ricordando in particolare quei dieci baci che ancora a distanza, telefonicamente, il genitore gli richiedeva per avvertire il suo affetto e la vicinanza emotiva. Allo stesso modo, con affetto e ammirazione, ritrae la figura materna, forte, sicura di sé e sempre presente nella sua vita, a cominciare dalla sveglia telefonica al mattino. Ad un animo sensibile non potevano mancare certi interrogativi sul perché alcuni di coloro che si considerano amici, all’improvviso, senza alcuna ragione, smettono di esserlo fino al punto di evitarti o ignorarti. L’opera di Aldo Zamb è un viaggio in tutti i sensi, non solo nei cambiamenti importanti della vita, quelli che richiedono di abbandonare la propria terra, i posti del cuore, ma anche e soprattutto è un viaggio dell’anima, in quei delicati sentimenti e in quegli equilibri faticosamente raggiunti, nelle intercapedini dell’essere che caratterizzano le nostre differenze personali nei gusti, nelle scelte, nelle passioni, ma che ci rendono paradossalmente simili nell’autenticità umana.

Da cancerina, ma anche se non lo fossi, non posso che consigliare La vita segreta di un ragazzo inurbato di Aldo Zamb.

Un’opera di indubbio spessore. Complimenti all’autore per la squisita narrazione.

 

Francesca Autieri

 

INTERVISTA

Cos'è la scrittura per Aldo Zamb?

Scrivere è un modo per farsi ascoltare. Di recente mi sono reso conto quanto sia importante dire qualcosa scrivendo: stavo parlando con il mio capo alquanto adirato per le mie dimissioni e anziché ascoltarmi o chiedermi il perché della mia decisione, nonostante abbia rispettato il preavviso del mio contratto, lui era lì a protestare sul mio modo di agire, senza darmi alcuna possibilità di replicare. Infatti gli ho scritto una mail in cui sono riuscito a spiegare ciò che avrei voluto dire. A volte scrivere è un modo solo più educato per dire ciò che necessario, le parole vanno al vento, scripta manent, no?

Cosa ha significato scrivere questo libro?

Avete presente quando dopo uno stato di costrizione, come una quarantena covid, sì ha la necessità di uscire e volare via ovunque? È stato questo. Avere il bisogno di fare innanzitutto ordine mentale, per poi effettivamente riuscire a scappare senza meta, ma con attenzione, verso una libertà soggettiva necessaria.

Quali sono i messaggi più significativi che ha voluto trasmettere con la sua opera?

Non credo di dover inviare alcun messaggio particolare ai lettori. Credo che il cambiarsi e l'inurbarsi siano​ dentro di noi. Sono queste le parole chiave dell'intera storia. Questo libro potrebbe essere un vademecum per coloro che davanti ad un cambiamento, non sapendo cosa fare, magari, potrebbero riuscire a trovare delle risposte a quegli interrogativi che logorano il cervello e che annebbiano una realtà difficile da affrontare, davanti la quale, a volte, l'unica soluzione è scappare.

Ha in cantiere altre opere similari?

Ho qualcosa in cantiere, non mi è ben chiaro cosa, devo ancora metabolizzare il ragazzo inurbato. Credo di aver iniziato un romanzo, ma c'è qualcosa che non mi convince...avere qualcosa da esprimere e da far leggere, immagino sia la base della storia. Altrimenti meglio tacere, no? L'opera deve riuscire a destare curiosità per essere letta, non è necessario esser letti per forza.

A proposito del suo libro...

"La vita segreta di un ragazzo inurbato" è il racconto di quello che può accadere nel momento in cui si presenta davanti a noi un cambiamento. L'inurbamento l'ho considerato metafora di ciò ci potrebbe succederebbe dentro e intorno a noi. È il cambiento dell'animo quello più difficile da affrontare specie quando lo sconvolgimento della nostra esistenza arriva per costrizione e no per scelta. Quando il cambiamento ci è imposto facciamo più fatica ad adattarci, mentre quando siamo noi a sceglierlo, gli avvenimenti ce li prospettiamo in modo diverso e li affrontiamo, anche se inconsapevoli delle conseguenze. L'uomo è un animale intelligente e quando non perde tempo a lamentarsi, state tranquilli che fa vincere l'instinto di sopravvivenza. 

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